Insospettabile: era proprio questo l'aggettivo predominante che meglio dipingeva Diana nei miei vorticosi pensieri, molti dei quali mi perseguitarono senza tregua durante l'intero percorso. Con un tormento soave e stimolante ripensavo ai lunghissimi minuti nei quali aspettavo che uscisse dal bagno, cercando affannosamente di comprendere le motivazioni della sua stranissima condotta: perché chiudersi a chiave con la stragrande maggioranza dei suoi ormai consueti bikini al seguito? Fallirono fin da subito i miei propositi di partecipare all'insulsa chiacchierata e di proporre spunti interessanti che tentassero di polverizzare quella robusta corteccia di garbo, equilibrio e discrezione che contraddistingueva incredibilmente un gran bel giovanotto non ancora diciassettenne, la cui prestanza già traboccante di virilità poco si addiceva ad un educato comportamento da perfetto e disinteressato gentiluomo.
Il più ed il meno che saturava i discorsi tra Luca e Diana mi nutriva di una libidine precoce ed atipica, che dirottava la mia attenzione non su argomenti e contenuti, ma su particolari apparentemente secondari o addirittura trascurabili. Con crescente frequenza sceglievo di retrocedere di qualche metro rispetto a loro, che calpestavano con passi quasi sincronizzati il malagevole sentiero. Analizzavo con piacevole concentrazione i loro sguardi che talvolta si incontravano in maniera innocua per frazioni di secondo, i loro flebili sorrisi, le sporadiche punzecchiate di Diana con cui cercava di abbattere la compostezza ed il riserbo del nostro glaciale ed impostato accompagnatore.
Ma, inverosimilmente, ad arraparmi sopra ogni cosa era l'abbigliamento trasandato e disadorno di Diana. Proibitivo persino scorgere il segno del perizoma dal suo sedere pressoché occultato dal pantalone extralarge della tuta e dalla chilometrica e coprente t-shirt. Scommettevo mentalmente sulla reazione visiva del giovane quando sarebbe giunto il momento per l'insospettabile Diana di liberarsi del suo vestiario malmesso e trascurato per mostrare il suo insospettabile bikini.
Nei momenti di maggiore lucidità riuscivo a captare anche dei brevi estratti di conversazione: Luca si compiaceva della nostra decisione di aver optato per la gita in barca del giorno precedente e chiedeva con evidente interesse i nomi degli organizzatori a cui avevamo scelto di rivolgerci. Fui sul punto di intervenire per tessere le lodi di Stefano, il nostro marinaio, ma Diana interruppe sul nascere la mia iniziativa, rispondendo di non ricordare il nome della compagnia e nemmeno quelli degli skipper. Si girò verso di me quasi sollecitandomi a reggere il gioco: finsi anch'io una pessima memoria, prima di ascoltare da Diana una fuorviante descrizione di una barca immaginaria e di un fantomatico equipaggio, che includeva dettagli fisici assolutamente contrari alla realtà: un'assoluta e convinta volontà di depistare. Aveva qualcosa in mente o soltanto paura di pettegolezzi di paese sulla sua disinvoltura nella giornata precedente?
"Peccato non ricordiate, molti barcaioli sono miei amici, ma penso di aver capito con chi siete andati: non è gente del posto, non li conosco, ma l'importante è che abbiate apprezzato i luoghi. Oggi invece gli scenari saranno decisamente diversi da quelli che avete ammirato ieri".
La curiosità di Diana di saperne di più prese il sopravvento: da un tono anonimo e convenzionale, passò ad un vispo ed accattivante timbro di voce: "Cosa intendi per "diversi"? Spiegati meglio, mi stai intrigando..."
"Beh, ieri avete visto paesaggi suggestivi, calette caraibiche famose e frequentate, contrasti e giochi cromatici mozzafiato, miracoli della natura, su questo non ci piove... ma oggi non vi mostrerò nulla di tutto questo: anzi, al contrario: niente sabbia, nessuna trasparenza dell'acqua, nessuna barca e nessun gommone... e soprattutto: nessuna presenza umana. La mia Sardegna è questa: angoli solitari, ostili da raggiungere, ignoti a tutti: solo così riesco a sentirmi un tutt'uno con il mio mare e con la mia terra. In voi non ho visto i soliti turisti di massa e voglio provare a capire se la mia Sardegna possa regalare anche a chi non vive qui le stesse sensazioni che riesce a donare a me".
Colma d'incanto e fascinosamente stuzzicata dai ragionamenti di inaudita sensibilità e di una levatura del tutto fuori dal comune per un adolescente, Diana accese i motori, accantonando la sua maschera da brava ragazza: "Allora hai fatto centro: ho sempre amato i luoghi solitari di mare, quelli selvaggi, inospitali, sconosciuti: amo guardarmi intorno, focalizzare centimetro per centimetro la natura che mi circonda, le sue forme, i segni del tempo, le bizzarrie, la varietà di specie vegetali che spesso passa inosservata agli sguardi superficiali e disattenti".
Diana fu convincente, intensa e passionale nel liberare le sue sensazioni: anche l'atteggiamento distaccato e diffidente di Luca iniziò a mutare: ebbi l'impressione che finalmente si sentiva compreso, attorniato da suoi simili. Diana prese coraggio: "E poi, diciamola tutta, tanto sei giovane e sono sicuro che non mi giudicherai negativamente: i posti sconosciuti sono i migliori per chi odia i segni del costume come me... "
Luca, piombando in una imbarazzata ritrosia, stampò sul suo volto un'espressione spiazzata ed incredula: "Non ti giudico affatto, ci mancherebbe, ma mi sorprende, questo sì. Non posso negarlo. Sei una ragazza come tante, normalissima, una di quelle che si incontrano abitualmente su ogni spiaggia con il loro normalissimo bikini, non so se mi sono spiegato. Non credevo fossi ... insomma, non pensavo che ti abbronzassi senza il costume, non mi sembravi il tipo... senza offesa, ovviamente, anzi. Scusami se mi sono permesso, non volevo essere maleducato"
"Non sei stato maleducato e non mi hai offeso, non preoccuparti. Non crearti troppi problemi con noi. Mi scuso io se ti ho sconvolto in qualche modo. Magari sei ancora giovane e non hai mai parlato con una ragazza nuda o in topless, lo posso capire, non è una scena che si vede spesso sulle spiagge, tanto meno nei posti che conosci solo tu, è ovvio. Ma non temere, se pensi di essere in difficoltà, resto tranquillamente vestita, non ci sono problemi. Non voglio assolutamente metterti in imbarazzo, sei stato fin troppo gentile ad accompagnarci e non lo meriteresti. Anche a me non è mai successo di togliere il reggiseno davanti a persone che conosco, a parte lui... quindi non so nemmeno se ci riuscirei: è vero che io e te ci conosciamo per modo di dire, ma è altrettanto vero che non sei nemmeno più uno sconosciuto..."
"... Ma non mi sembra nemmeno giusto condizionare la tua giornata, sei in vacanza ed è sacrosanto che tu faccia quello che ti piace fare almeno in questi giorni, che cavolo! Potrei sempre accompagnarvi fino alla zona in cui avevo pensato di fermarci, poi me ne torno indietro e vi lascio soli, in modo che possiate godervi la giornata in totale libertà, mi sembra la soluzione migliore"
Intervenni tranquillizzando il ragazzo: "Ma no, Luca, non esageriamo, mi dispiacerebbe moltissimo se te ne andassi: ti considero un ragazzo molto molto in gamba e mi fa piacere se rimani con noi per tutta la giornata, parlo sul serio. Diana non voleva imbarazzarti, per noi il nudo o il topless sono un argomento come un altro, tutto qui. Magari nemmeno riuscirà a toglierselo questo benedetto pezzo sopra, spesso rimane vestita anche quando siamo soli, figurati... e se decidesse di toglierlo, potrai benissimo non guardarla oppure potrai guardarla anche tutto il giorno, io non ho problemi: sei giovane e probabilmente sarei pure orgoglioso se un giovane la guardasse"
Anche Diana tentò di recuperare gli equilibri "Beh, certo: se al tuo posto ci avesse accompagnato, che ne so... tuo padre, tanto per fare un esempio... di sicuro non avrei nemmeno aperto l'argomento... con un ragazzo forse mi sono sentita più a mio agio, ma basta, dai: discorso chiuso, parliamo d'altro. Sono sempre più curiosa di vedere il posto che hai scelto, sono sicura che abbiamo le stesse preferenze sugli scorci naturali. Non c'è sabbia, quindi mi dovrò sedere su rocce, ciottoli o prati, presumo... ho capito bene?"
"Lo capirai prestissimo, siamo praticamente arrivati..."