Esperienza reale Lo Tsunami

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CAPITOLO 4 – SUMMER ON A SOLITARY BITCH

Tra tutte le persone che avrebbero potuto chiamare o peggio venirmi a cercare, il padrone di casa è quella variabile impazzita che in 12 secondi era riuscita ha mandare a puttane un pomeriggio perfetto. E non esagero. Le premesse appena concluse lasciavano intendere un primo appuntamento da paura che si è trasformato in un appuntamento col terrore in un battito di ciglia. Ricompongo me, aiuto lei a sistemarsi, la lancio verso il bagno, e con la faccia fatta di figa, apro la porta. L’espressione di odio negli occhi dell’avvocato per avergli appena tolto un affitto in un momento in cui in casa eravamo soltanto in 2, era chiara e limpida come il sole del mattino, e i miei neuroni già ritornati in funzione, provavano già a formulare cazzate credibili nel vano tentativo di salvare il salvabile (leggasi evitare che l’affitto gravasse sulle mie finanze, non certo in grado di sostenerne due quando uno lo pagavo per virtù dello spirito santo).


Accomodatosi sul divano, proprio quel divano, inizia a muovere il naso come un bloodhound alla ricerca dell’origine di quell’odore pesante che permeava la stanza. Abbandonato il momento Tenente Colombo, si volta e contemporaneamente esordisce:
A- Non ho intenzione di chiederle perché o come sia successo, ma mi dispiace, eravate una bella coppia.
P- La ringrazio, ma le storie finisco, anche le migliori, e io volevo appunto chiamarla per dir…..
A- Arriviamo al dunque: mi deve liberare la stanza.
P- Certamente, tempo due giorni sposto rete e materasso e trasferisco tutto in questa, adatterò il mobilio.
A- Perfetto Pippo, ero certo comprendesse la situazione, e davo per scontato fosse sempre la persona ragionevole che da anni conosco.
P- Indubbiamente.
A- A posto così, la saluto e mi scuso per il poco preavviso ( se per poco preavviso si intende piombarmi in casa mentre sto scopando, senza avvertire e spaccando il citofono, per scusarsi dovrebbe succhiarmelo lui, ma non ho queste preferenze).

Mi saluta, mi stringe la mano ancora pregna di umore, si congeda e va via.

In tutto ciò, avevo dimenticato chi si fosse rintanato in bagno, evitando persino di respirare, pur di non destare alcun sospetto. Mi avvicino al bagno, sento il rumore della doccia, la porta socchiusa, il profumo del mio bagnoschiuma aveva inondato tutto il corridoio. Apro la porta, e la vedo dentro la vasca, completamente nuda, mentre si lavava in mezzo alle cosce, ricoperta di un velo di schiuma e con l’espressione rilassata di chi si stava godendo un momento di meritato relax. Lei mi guarda, mi sorride e mi dice soltanto “Ti unisci a me?”. Io rimango due secondi paralizzato a razionalizzare la scena, e il mio cervello prima ancora di proferire parola, aziona i muscoli per farmi spogliare in un lampo, e senza indugio, entro in doccia.


Comincia a sciacquarmi con l’acqua tiepida, mi insapona dalla testa ai piedi, e arrivata davanti al mio cazzo, lo sciacqua rapidamente dal sapone e con l’espressione bimbesca di chi sa che sta per fare una marachella, mi agguanta con la lingua la cappella, e comincia a succhiare e leccare tutto. Automatico, preciso, metodico, ma sensuale, erotico, e soprattutto voluto, mi spompina come se mai nessuno in vita mia mi avesse succhiato il cazzo. Le sue mani mi arrivano dovunque, mi fa succhiare le sue dita come fossi una troia qualsiasi, e con l’altra mano, comincia a toccarmi le palle e alterna il risucchio tra i due gemelli, rispettando un battere in levare che i The Wailers avrebbero tranquillamente potuto prendere ripetizioni da lei per imbastire i giri di basso e batteria. Io ho problemi, ho davanti il sogno erotico di mesi e mesi, dentro la mia doccia, a casa mia, nuda, che mi spompina con una sicurezza che solo la compagna di una vita, abituata a succhiarlo da anni può avere.

Sento che dentro di me, qualcosa comincia a farsi strada, e conoscendomi, so per certo che sto per sborrare. Uso la stessa cortesia avuta da lei, e mentre mi avvicino per baciarla, lei mi spinge indietro, mi guarda e con mezza bocca occupata mi dice “Lo sento che stai per sborrare, non preoccuparti, se dovessi affogare, fammi la respirazione bocca a bocca”. Stupito dal fatto che ricordasse il mio avvertimento, e divertito dalla sua capacità di coglionare anche in quel momento, la lascio fare, e come ciliegina sulla torta, con un movimento tecnico tattico, mentre mi ravana le palle con la lingua, si infila un dito in bocca, e senza che me ne accorgersi, e vorrei vedere voi al mio posto, mi inizia a stuzzicare il buco del culo. Di base, non ho mai disdegnato un dito in culo, ma la cosa lì per lì mi sorprese, ovviamente in positivo, e vittima di quella lingua schiavista, la lasciai fare. Non credo passò troppo tempo, ma la sua espressione e lo scatto nevrotico del suo collo parlarono per lei: sborrai con una potenza tale da piegarmi in due, spingendola ancora più in fondo di quanto lei non si fosse spinta, distinguendo chiaramente che il cazzo le fosse arrivato alle tonsille. Lei, guerriera spartana, non indietreggiò, aspettò che finissi, e mentre mi accasciavo al suolo esanime, la vidi deglutire, ma si interruppe, e facendomi l’occhiolino aprì la bocca per farmi vedere che aveva ingoiato tutto. Non una goccia sul viso, sul collo, sulle tette, nulla, aveva bevuto ogni singolo millilitro di sborra.



Sempre più convinto di essere in coma, e che fosse tutto un sogno, mi avvicino per baciarla e lei mi ricambia. Involontariamente, ricreiamo la scena di The Dreamers, ci buttiamo tutti e due sul pavimento della doccia, agguanto dal cassetto del bagno il pacco di Rothmans Blu d’emergenza e ne accendo due. Ci mettiamo a fumare ancora bagnati, esausti e sfiniti. Finita la paglia, usciamo dal bagno, andiamo in cucina, e malgrado fosse già tardi, metto su la moka e ci sediamo a tavola.
Lei non perde tempo, e con lo stesso sorriso con cui era entrata in casa mia, esordisce:

E- Era come lo avevo immaginato. Hai il cazzo perfetto per essere succhiato, almeno per me. È gustoso, ha proprio un buon sapore la tua pelle e poi, fattelo dire, hai sborrato veramente tanto. Peccato per non aver potuto assaggiare come avrei voluto, mi hai schizzato direttamente in gola, e per evitare di morire asfissiata, ho ingoiato quasi automaticamente, ma quel poco che è rimasto sulla lingua aveva veramente un buon sapere. Penso proprio che ti succhierò sempre il cazzo, si, soprattutto col ciclo.

Le mie sinapsi non riesco a razionalizzare la situazione, è tutto paradossale e strano. A costo di sembrare stupido o mentalmente limitato, stentavo a credere a quello che mi succedeva. Mentre io cercavo di formulare frasi di senso compiuto (invano), il telefono stavolta squilla a lei, e qui, il fine stratega, si dimostra essere intelligenza sopraffina: risponde al telefono, si rischiara la voce e principia:

E- Ciao amore, com’è andato il viaggio?
F- Ciao patata, tutto ok, atterrato adesso, tu che fai?
E- Mi sono appena svegliata, mi sistemo e volo a casa di Carolina per studiare, tu aspetti l’NCC?
F- Si si, sono in attesa e stavo controllando l’app famiglia, ma penso sia buggata, mi da come posizione vicino al lavoro da te, non casa tua.


Il gelo pervade la stanza, sarei voluto sparire con una prestidirigiritirizzazione alla Mago Silvano il mago di Milano, far la fine dei dodo, qualsiasi cosa pur di essere l’essere vivente più lontano da quella che stava per diventare la figura di merda più grande mai registrata dalla storiografia contemporanea.


E- Impossibile amore, sono a casa, guarda, ti mando un selfie.

Io sconvolto, non credevo alle mie orecchie: gli aveva appena detto che gli avrebbe inviato un selfie, mentre era a casa mia. Ora, a meno che il nobile non avesse mai visto casa della sua fidanzata, l’idea che mandasse una foto della mia cucina a sua altezza reale non mi piaceva più del dovuto. Ma io dubitavo fortemente di cosa una donna impegnata nel raggiungere il suo obiettivo potesse fare, e mentre era in vivavoce, apre il social verde e aprendo la galleria, mi fa vedere una sequela di selfie creati ad hoc. Ne invia uno in pigiama, con la faccia assonata mentre era sdraiata a letto, e glielo invia.
Lui si tranquillizza, la saluta e le dice che l’avrebbe chiamata in tarda serata.

Shockato dalla scena appena vissuta, rimango bloccato, e lei comincia a ridere.
A quel punto, la curiosità e una punta di terrore, mi fanno parlare, più per necessità di comprensione del mondo circostante che per altro:

P- Perdonami, ma cosa ho appena visto? Cosa sei, Matahari? Sbarchi il lunario lavorando per gli israeliani? Ti diletti nella controffensiva d’intelligence militare?
E- Eh Caro mio, non la minima idea di quanto tempo ho passato a pianificare questo momento. Con Carolina avevamo addirittura pensato di convincere Camilla ad andare a fare shopping insieme, per poi abbandonarle, e venire a casa tua a farti un’imboscata, e fidati, non mi avresti lasciato dietro il portone 😊
P- Posso avere paura?
E- Devi, ti ho voluto e ora sono qui, e tranne catastrofi naturali, sei mio.


FINE QUARTO CAPITOLO
E vabbè.
Continuiamo a farci del male...
Queste letture sono deleterie per un anziano come me.
Possono provocare infarti, colpi apoplettici, crisi ipertensive, slogatura e distorsione di polsi nonchè aumento del deficit visivo...:(
Ti prego, Pippo, sii buono.
Pensa al vecchio Paolo.
O vuoi non vedermi più?
 

Shamoan

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CAPITOLO 4 – SUMMER ON A SOLITARY BITCH

Tra tutte le persone che avrebbero potuto chiamare o peggio venirmi a cercare, il padrone di casa è quella variabile impazzita che in 12 secondi era riuscita ha mandare a puttane un pomeriggio perfetto. E non esagero. Le premesse appena concluse lasciavano intendere un primo appuntamento da paura che si è trasformato in un appuntamento col terrore in un battito di ciglia. Ricompongo me, aiuto lei a sistemarsi, la lancio verso il bagno, e con la faccia fatta di figa, apro la porta. L’espressione di odio negli occhi dell’avvocato per avergli appena tolto un affitto in un momento in cui in casa eravamo soltanto in 2, era chiara e limpida come il sole del mattino, e i miei neuroni già ritornati in funzione, provavano già a formulare cazzate credibili nel vano tentativo di salvare il salvabile (leggasi evitare che l’affitto gravasse sulle mie finanze, non certo in grado di sostenerne due quando uno lo pagavo per virtù dello spirito santo).


Accomodatosi sul divano, proprio quel divano, inizia a muovere il naso come un bloodhound alla ricerca dell’origine di quell’odore pesante che permeava la stanza. Abbandonato il momento Tenente Colombo, si volta e contemporaneamente esordisce:
A- Non ho intenzione di chiederle perché o come sia successo, ma mi dispiace, eravate una bella coppia.
P- La ringrazio, ma le storie finisco, anche le migliori, e io volevo appunto chiamarla per dir…..
A- Arriviamo al dunque: mi deve liberare la stanza.
P- Certamente, tempo due giorni sposto rete e materasso e trasferisco tutto in questa, adatterò il mobilio.
A- Perfetto Pippo, ero certo comprendesse la situazione, e davo per scontato fosse sempre la persona ragionevole che da anni conosco.
P- Indubbiamente.
A- A posto così, la saluto e mi scuso per il poco preavviso ( se per poco preavviso si intende piombarmi in casa mentre sto scopando, senza avvertire e spaccando il citofono, per scusarsi dovrebbe succhiarmelo lui, ma non ho queste preferenze).

Mi saluta, mi stringe la mano ancora pregna di umore, si congeda e va via.

In tutto ciò, avevo dimenticato chi si fosse rintanato in bagno, evitando persino di respirare, pur di non destare alcun sospetto. Mi avvicino al bagno, sento il rumore della doccia, la porta socchiusa, il profumo del mio bagnoschiuma aveva inondato tutto il corridoio. Apro la porta, e la vedo dentro la vasca, completamente nuda, mentre si lavava in mezzo alle cosce, ricoperta di un velo di schiuma e con l’espressione rilassata di chi si stava godendo un momento di meritato relax. Lei mi guarda, mi sorride e mi dice soltanto “Ti unisci a me?”. Io rimango due secondi paralizzato a razionalizzare la scena, e il mio cervello prima ancora di proferire parola, aziona i muscoli per farmi spogliare in un lampo, e senza indugio, entro in doccia.


Comincia a sciacquarmi con l’acqua tiepida, mi insapona dalla testa ai piedi, e arrivata davanti al mio cazzo, lo sciacqua rapidamente dal sapone e con l’espressione bimbesca di chi sa che sta per fare una marachella, mi agguanta con la lingua la cappella, e comincia a succhiare e leccare tutto. Automatico, preciso, metodico, ma sensuale, erotico, e soprattutto voluto, mi spompina come se mai nessuno in vita mia mi avesse succhiato il cazzo. Le sue mani mi arrivano dovunque, mi fa succhiare le sue dita come fossi una troia qualsiasi, e con l’altra mano, comincia a toccarmi le palle e alterna il risucchio tra i due gemelli, rispettando un battere in levare che i The Wailers avrebbero tranquillamente potuto prendere ripetizioni da lei per imbastire i giri di basso e batteria. Io ho problemi, ho davanti il sogno erotico di mesi e mesi, dentro la mia doccia, a casa mia, nuda, che mi spompina con una sicurezza che solo la compagna di una vita, abituata a succhiarlo da anni può avere.

Sento che dentro di me, qualcosa comincia a farsi strada, e conoscendomi, so per certo che sto per sborrare. Uso la stessa cortesia avuta da lei, e mentre mi avvicino per baciarla, lei mi spinge indietro, mi guarda e con mezza bocca occupata mi dice “Lo sento che stai per sborrare, non preoccuparti, se dovessi affogare, fammi la respirazione bocca a bocca”. Stupito dal fatto che ricordasse il mio avvertimento, e divertito dalla sua capacità di coglionare anche in quel momento, la lascio fare, e come ciliegina sulla torta, con un movimento tecnico tattico, mentre mi ravana le palle con la lingua, si infila un dito in bocca, e senza che me ne accorgersi, e vorrei vedere voi al mio posto, mi inizia a stuzzicare il buco del culo. Di base, non ho mai disdegnato un dito in culo, ma la cosa lì per lì mi sorprese, ovviamente in positivo, e vittima di quella lingua schiavista, la lasciai fare. Non credo passò troppo tempo, ma la sua espressione e lo scatto nevrotico del suo collo parlarono per lei: sborrai con una potenza tale da piegarmi in due, spingendola ancora più in fondo di quanto lei non si fosse spinta, distinguendo chiaramente che il cazzo le fosse arrivato alle tonsille. Lei, guerriera spartana, non indietreggiò, aspettò che finissi, e mentre mi accasciavo al suolo esanime, la vidi deglutire, ma si interruppe, e facendomi l’occhiolino aprì la bocca per farmi vedere che aveva ingoiato tutto. Non una goccia sul viso, sul collo, sulle tette, nulla, aveva bevuto ogni singolo millilitro di sborra.



Sempre più convinto di essere in coma, e che fosse tutto un sogno, mi avvicino per baciarla e lei mi ricambia. Involontariamente, ricreiamo la scena di The Dreamers, ci buttiamo tutti e due sul pavimento della doccia, agguanto dal cassetto del bagno il pacco di Rothmans Blu d’emergenza e ne accendo due. Ci mettiamo a fumare ancora bagnati, esausti e sfiniti. Finita la paglia, usciamo dal bagno, andiamo in cucina, e malgrado fosse già tardi, metto su la moka e ci sediamo a tavola.
Lei non perde tempo, e con lo stesso sorriso con cui era entrata in casa mia, esordisce:

E- Era come lo avevo immaginato. Hai il cazzo perfetto per essere succhiato, almeno per me. È gustoso, ha proprio un buon sapore la tua pelle e poi, fattelo dire, hai sborrato veramente tanto. Peccato per non aver potuto assaggiare come avrei voluto, mi hai schizzato direttamente in gola, e per evitare di morire asfissiata, ho ingoiato quasi automaticamente, ma quel poco che è rimasto sulla lingua aveva veramente un buon sapere. Penso proprio che ti succhierò sempre il cazzo, si, soprattutto col ciclo.

Le mie sinapsi non riesco a razionalizzare la situazione, è tutto paradossale e strano. A costo di sembrare stupido o mentalmente limitato, stentavo a credere a quello che mi succedeva. Mentre io cercavo di formulare frasi di senso compiuto (invano), il telefono stavolta squilla a lei, e qui, il fine stratega, si dimostra essere intelligenza sopraffina: risponde al telefono, si rischiara la voce e principia:

E- Ciao amore, com’è andato il viaggio?
F- Ciao patata, tutto ok, atterrato adesso, tu che fai?
E- Mi sono appena svegliata, mi sistemo e volo a casa di Carolina per studiare, tu aspetti l’NCC?
F- Si si, sono in attesa e stavo controllando l’app famiglia, ma penso sia buggata, mi da come posizione vicino al lavoro da te, non casa tua.


Il gelo pervade la stanza, sarei voluto sparire con una prestidirigiritirizzazione alla Mago Silvano il mago di Milano, far la fine dei dodo, qualsiasi cosa pur di essere l’essere vivente più lontano da quella che stava per diventare la figura di merda più grande mai registrata dalla storiografia contemporanea.


E- Impossibile amore, sono a casa, guarda, ti mando un selfie.

Io sconvolto, non credevo alle mie orecchie: gli aveva appena detto che gli avrebbe inviato un selfie, mentre era a casa mia. Ora, a meno che il nobile non avesse mai visto casa della sua fidanzata, l’idea che mandasse una foto della mia cucina a sua altezza reale non mi piaceva più del dovuto. Ma io dubitavo fortemente di cosa una donna impegnata nel raggiungere il suo obiettivo potesse fare, e mentre era in vivavoce, apre il social verde e aprendo la galleria, mi fa vedere una sequela di selfie creati ad hoc. Ne invia uno in pigiama, con la faccia assonata mentre era sdraiata a letto, e glielo invia.
Lui si tranquillizza, la saluta e le dice che l’avrebbe chiamata in tarda serata.

Shockato dalla scena appena vissuta, rimango bloccato, e lei comincia a ridere.
A quel punto, la curiosità e una punta di terrore, mi fanno parlare, più per necessità di comprensione del mondo circostante che per altro:

P- Perdonami, ma cosa ho appena visto? Cosa sei, Matahari? Sbarchi il lunario lavorando per gli israeliani? Ti diletti nella controffensiva d’intelligence militare?
E- Eh Caro mio, non la minima idea di quanto tempo ho passato a pianificare questo momento. Con Carolina avevamo addirittura pensato di convincere Camilla ad andare a fare shopping insieme, per poi abbandonarle, e venire a casa tua a farti un’imboscata, e fidati, non mi avresti lasciato dietro il portone 😊
P- Posso avere paura?
E- Devi, ti ho voluto e ora sono qui, e tranne catastrofi naturali, sei mio.


FINE QUARTO CAPITOLO
Porca miseria, non so se essere più esterrefatto per la situazione iniziale, tra squirt, avvocato e pompino, oppure per le battute finali :eek:
Questa donna è diabolica :devilish:
 
OP
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E vabbè.
Continuiamo a farci del male...
Queste letture sono deleterie per un anziano come me.
Possono provocare infarti, colpi apoplettici, crisi ipertensive, slogatura e distorsione di polsi nonchè aumento del deficit visivo...:(
Ti prego, Pippo, sii buono.
Pensa al vecchio Paolo.
O vuoi non vedermi più?
Sono lusingato ☺️

Prometto che il quinto capitolo sarà molto più lungo e più potente di questo, ma se ne parla sabato o domenica, così avete il tempo di segarvi come si deve ahahahahaha 😂
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E vabbè.
Continuiamo a farci del male...
Queste letture sono deleterie per un anziano come me.
Possono provocare infarti, colpi apoplettici, crisi ipertensive, slogatura e distorsione di polsi nonchè aumento del deficit visivo...:(
Ti prego, Pippo, sii buono.
Pensa al vecchio Paolo.
O vuoi non vedermi più?
Sono lusingato ☺️

Prometto che il quinto capitolo sarà molto più lungo e più potente di questo, ma se ne parla sabato o domenica, così avete il tempo di segarvi come si deve ahahahahaha 😂
 
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Ma il padrone di casa che si presenta a casa senza avvisarti per dirti una cosa che ti poteva tranquillamente dire per telefono? L'ho odiato!
Se l'hai odiato tu, figurati io. Nel futuro del racconto, potrebbe rispuntare, e piccolo spoiler, mi ha anche beccato in mutande in un'occasione precedente a questa. Ormai era quasi abituato a vedermi nudo. Ma mi presi la mia soddisfazione dopo :)
 
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Porca miseria, non so se essere più esterrefatto per la situazione iniziale, tra squirt, avvocato e pompino, oppure per le battute finali :eek:
Questa donna è diabolica :devilish:
Ti giuro, non avete ancora visto nulla. Per ovvi motivi qui non riporteró tutti gli episodi di "Pippo e l'agente del mossad", ma ho visto cose e sentito storie che voi umani non potete nemmeno immaginare...
 

aladar78

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"Accomodatosi" non si può leggere. Qui esce fuori l'avvocato inside. Anche la "Paglia", non fa boomer ma stile Luigi XVI. Per il resto meno "Lupo Alberto", per rimanere in tema boomer, e più "Euphoria". Quanto scritto, siano lette come critiche costruttive e non distruttive.
 

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"Accomodatosi" non si può leggere. Qui esce fuori l'avvocato inside. Anche la "Paglia", non fa boomer ma stile Luigi XVI. Per il resto meno "Lupo Alberto", per rimanere in tema boomer, e più "Euphoria". Quanto scritto, siano lette come critiche costruttive e non distruttive.
Impaziente di leggere i tuoi preziosi contributi alla narrativa erotica contemporanea...:rolleyes:
 
OP
PippoDellaCipolla

PippoDellaCipolla

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"Accomodatosi" non si può leggere. Qui esce fuori l'avvocato inside. Anche la "Paglia", non fa boomer ma stile Luigi XVI. Per il resto meno "Lupo Alberto", per rimanere in tema boomer, e più "Euphoria". Quanto scritto, siano lette come critiche costruttive e non distruttive.
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GordonX

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Dai un gioco, ma le critiche che vengono da sensibilità diverse, ci stanno. Ci sta "scartarle", ma ci sta farle. Il racconto a me sta prendendo, molto. Ma proprio per il piacere di stare insieme ad ascoltare e commentare, lasciamo che tutti si esprimano (purché sempre con toni cortesi).
 

timassaggio

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Dai un gioco, ma le critiche che vengono da sensibilità diverse, ci stanno. Ci sta "scartarle", ma ci sta farle. Il racconto a me sta prendendo, molto. Ma proprio per il piacere di stare insieme ad ascoltare e commentare, lasciamo che tutti si esprimano (purché sempre con toni cortesi).
Comprendo le critiche, ma personalmente ritengo sterili quelle relate al linguaggio o allo stile.
Potrei essere d'accordo sulla correzione di evidenti errori sintattici o grammaticali, ma è comunque materia da affrontare in privato.
 

slap

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Comprendo le critiche, ma personalmente ritengo sterili quelle relate al linguaggio o allo stile.
Potrei essere d'accordo sulla correzione di evidenti errori sintattici o grammaticali, ma è comunque materia da affrontare in privato.
....e non siamo all'accademia della crusca..ma simao qui per un ovvio coinvolgimento mentale e .... 💦
 

Stewie899

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...anche fosse, dovìè il problema?
Il racconto piace? Bene, ottima cosa.
Non piace? Bene lo stesso. Si passa oltre e si tira avanti.

...invece di ringraziare... :rolleyes:
E vabbè.
Ho ringraziato già diverse volte, questa era una risposta ironica. Calmati.
Anche perché mi ritengo anche io un boomer quindi non vedo quale sia il problema nel riconoscersi nella risposta da "vecchio"
 

timassaggio

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Ho ringraziato già diverse volte, questa era una risposta ironica. Calmati.
Anche perché mi ritengo anche io un boomer quindi non vedo quale sia il problema nel riconoscersi nella risposta da "vecchio"
...scusami, anche se non era indirizzato a te.
E' che sono mediamente stufo di certe risposte "mentula canis" e parto in automatico in modalità rottweiler...
Forse è giunto il momento che smetta di postare e torni a lurkare come fa la maggior parte della gente.
O proprio a staccare la spina da questo sito.

Buona giornata.
 

Stewie899

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...scusami, anche se non era indirizzato a te.
E' che sono mediamente stufo di certe risposte "mentula canis" e parto in automatico in modalità rottweiler...
Forse è giunto il momento che smetta di postare e torni a lurkare come fa la maggior parte della gente.
O proprio a staccare la spina da questo sito.

Buona giornata.
Scusami, anche io ti ho risposto male.
Però davvero ero ironico con quella risposta, mi rendo conto però che non è sempre facile capire quando uno scherza o è serio. Detto ciò chiudiamo qui la polemica e torniamo a chiedere a gran voce la continuazione della splendida storia del nostro collega
 
OP
PippoDellaCipolla

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mi sa che abbiamo finito
Signori sono vivo, sabato sera mi sono distrutto un ginocchio per colpa dell'alcool, il tempo di trovare la posizione corretta per stare seduto davanti al pc e il racconto ritorna. Nessuna minaccia, nessun ripensamento, vi chiedo solo un altro giorno di pazienza, scusate l'assenza.
 

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