Esperienza reale La prima vacanza trasgressiva - Introduzione

pollino88

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Nessuna penetrazione, a parte quella con il dito che ha permesso a Diana di venire. L'arnese del militare è rimasto sempre al coperto (purtroppo...): non si è lasciato completamente andare, la presenza di poche altre persone non lo rendeva del tutto sicuro, anche se erano lontanissime ed era impossibile che ci vedessero.
Che pirla, io me lo sarei tirato fuori all'istante
 

charlesleclerc

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quell'ultima giornata di mare, senza uguali, che non si ripeté mai più nei successivi 15 anni
Qui hai dato un bello spoiler sul futuro....nulla nei prossimi racconti potrà superare questo.
Per tanti sarà una delusione, per molti una guida nel comprendere i racconti futuri senza doversi aspettare chissà che colpi di scena.
 

marcoforte

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Qui hai dato un bello spoiler sul futuro....nulla nei prossimi racconti potrà superare questo.
Per tanti sarà una delusione, per molti una guida nel comprendere i racconti futuri senza doversi aspettare chissà che colpi di scena.
chissà, magari dal 16 anno da quel giorno Diana e' tornata a essere la "nostra", Diana... ;)
in ogni caso, ogni racconto che la riguardi, sarà molto ben accetto perché la prosa di Selpot, con lei come protagonista, ha pochi pari... ;)
 

Poncharell

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Un solenne, rigoroso ed irrinunciabile week-end di Ferragosto in famiglia, oltre a cause di forza maggiore ed alle prime avvisaglie di un precoce maltempo di fine Estate, ci tennero lontani da litorali e trasgressioni per tre lunghissime, eterne settimane.

Ne approfittai rassegnatamente per decifrare i motivi per i quali mi sentivo arrapato in modo irrefrenabile nel ripensare all'ultima esperienza al mare. Eppure l'andamento ed il bilancio di quella giornata non si erano rivelati così ricchi di episodi piccanti o di sussulti particolari, rispetto ad altre occasioni che, pur decisamente più movimentate e vibranti, non avevano provocato in me un'eccitazione così ostinata.

Forse il minuscolo perizoma bianco di Diana rappresentava un influente valore aggiunto? Oppure era colpa della sua attenuata e graduale impudicizia, che aveva lentamente sovvertito l'atmosfera castigata e ordinaria su una spiaggia popolana e popolare nella prima Domenica di Agosto? E se invece a stimolare incessantemente il mio cervello fosse stato il crescente apprezzamento della "preda" di turno, dapprima abulica e indifferente, poi distratta dalle sue coetanee per poi terminare inesorabilmente catturata nella rete della mia provocante compagna? Un cocktail micidiale tra i tre possibili fattori determinava di sicuro una bomba di inaudita potenza erotica, almeno nella mia mente.

Il malinconico Settembre era giunto di corsa, come un lampo, portandosi dietro una prematura ed inattesa fine dell'Estate. Un vento pressoché costante e fastidioso, oltre alla timida incertezza dei raggi solari, iniziavano ad abbattere le temperature e la vitalità del solleone, ma non la mia voglia di chiudere in bellezza una stagione estiva davvero sorprendente. Consultai le previsioni meteo quasi ossessivamente per tutta la settimana, nella speranza di poter dedicare almeno qualche ora del Sabato o della Domenica ad un ritorno presso la spiaggia nella zona militare, che continuava a scatenare in me fantasie irrealizzate o lasciate a metà.

La freddolosa e letargica Diana aveva deciso con fermezza di anticipare il suo cambio di stagione, riprendendo velocemente confidenza con le sue calde, comode tute affezionate, con i giubbini autunnali, con i suoi pigiami antiuomo e con la preziosa coperta per la notte. Quando timorosamente tentai di proporle al telefono una giornata di mare per la Domenica, che si preannunciava un pochino più stabile e calda, lei ribaltò a sorpresa le mie pessimistiche congetture, accettando con convinzione ed un impronosticabile entusiasmo: "Ma si, dai, proviamo! Questa Estate è volata via in un baleno e tirando le somme, al mare siamo andati pochissimo: un "saluto" finale non mi dispiacerebbe affatto... e se proprio non sarà possibile fermarci a lungo in spiaggia, faremo una passeggiata nei dintorni".

Per non rischiare di trovarci impreparati di fronte ad una possibile eccessiva frescura in prossimità delle spiagge, optammo per un abbigliamento più di sostanza. La maglia primaverile di Diana permetteva di scorgere appena i laccetti di colore turchese del suo reggiseno, che presagivano la scelta di un altro pezzo forte del suo nuovo sexy assortimento.

I parcheggi su strada stavolta erano semideserti, nonostante la giornata rispettasse le previsioni di sole e di un moderato tepore. Agosto, evidentemente, aveva spazzato via tutta l'euforia e la voglia di mare dalle persone. Varcammo l'evidente foro del reticolato, palesemente manomesso ai fini di un passaggio eversivo: il vento iniziava a farsi sentire, man mano che la nostra camminata sul sentiero sterrato ci conduceva alla spiaggia.

Pochissime anime, tutte fedelmente stanziate nei pressi dell'entrata: un paio di singoli di mezza età, una giovane coppia con un cagnolino al seguito e un gruppetto composto da due giovanotti ed una ragazza apparentemente più grande rispetto a loro.

Diana analizzò brevemente i presenti: "Io direi di andare in fondo alla spiaggia: se ci mettiamo nello stesso posto della volta scorsa, saremo riparati maggiormente dal vento con quella collinetta alle spalle e la scogliera intorno e poi, magari... insomma...capito, no...?"

Un pizzico di delusione mi pervase sul momento: speravo ardentemente di vederla alle prese con i due ragazzi... e a dire il vero anche con i due uomini singoli, all'apparenza educati e rispettosi, sui 45/50 anni, ma piuttosto fascinosi e curati, in entrambi i casi. Confidavo in un ampliamento delle categorie o delle fasce di età discriminatamente predilette da Diana, pur inquadrando ormai a colpo sicuro le sue chiare preferenze: ragazzi, possibilmente soli o in gruppi composti unicamente da maschietti, il che comportava uno scarto automatico per maturi e comitive miste, peccato! Il suo timbro di voce particolarmente ammaliante annientò in breve tempo il mio rammarico, a favore di una progressiva e speranzosa consolazione nell'immaginare il suo verosimile obiettivo: i militari.

Chissà se a Settembre quei demotivati giovanotti in divisa avrebbero ancora ricevuto ordini di ispezionare una spiaggia occupata innocuamente da quattro gatti ormai. In un quarto d'ora abbondante raggiungemmo senza fatica la fine dell'arenile, sempre sospinti ed accompagnati da una leggera brezza non proprio estiva. Diana ancora una volta aveva azzeccato in pieno: scegliere l'identica collocazione occupata giorni addietro ci permetteva una notevole protezione dal vento, grazie alla scogliera che ci avvolgeva a sinistra ed alla collinetta alle nostre spalle, da cui ramificavano numerosi sentieri che conducevano alla caserma o ad altri accessi su strada rigorosamente interdetti ai bagnanti.

Diana mi persuase dal piantare l'ombrellone, il sole era assolutamente sopportabile ed anche benaccetto: posizionò rapidamente gli asciugamani e con i vestiti ancora addosso si diresse sulla battigia, allontanandosi all'indietro di qualche metro, prima di fermarsi: guardandomi fissa negli occhi si sfilò sensualmente maglia e pantaloni, tenendoli in mano e cominciò ad esibirsi in una lenta e provocante sfilata sul bagnasciuga per presentarmi il bikini dal quale ero rimasto follemente attratto nel negozio di intimo.

"Come mi sta?" Esaltò con movenze da passerella ogni particolare anteriore, desistendo dal girarsi. Le sue tette straripavano imperiosamente, racchiuse a stento nel minuscolo reggiseno che non appariva funzionale al contenimento di un'esuberante quarta misura. Morivo dalla voglia di vedere il suo culo: il perizoma di giornata sembrava ancora più ridotto di quello bianco; Diana parve leggermi nel pensiero ma dispettosamente non volle accondiscendermi, proseguendo con abilità ed a suon di sguardi ammiccanti il suo sexy avvicinamento. "Sei meravigliosa, non oso immaginare cosa si nasconda là dietro..." "Oggi, qua dietro, c'è ben poco da nascondere, guarda..." Si voltò di spalle offrendomi un panorama strepitoso del suo lato B: anche un sedere normale, impreziosito e valorizzato da un succinto perizoma in spiaggia, può diventare stupendo ed arrapante, pur non essendo perfettamente scolpito o marmoreo .

Avevo ragione: quel bikini era ancora più striminzito degli altri, a giudicare dal sottile segno bianco che bordava vistosamente il triangolino del suo perizoma. Mi alzai e la raggiunsi, stringendola a me per una palpazione vigorosa e maniacale del suo sedere, millimetro per millimetro. La chilometrica distanza dai pochi presenti e l'assenza di soldati all'orizzonte mi stimolarono a proseguire: salii con le mani sulla sua schiena e slacciai il reggiseno, scoprendo le sue tettone abbronzate che traballarono nel sentirsi improvvisamente in libertà. Le tastai con irruenza, i capezzoli spuntarono sfacciatamente: li salutai leccandoli con libidine ed intensità, prima di dedicarmi ad un bacio gustoso e soffocante su entrambi i seni. La presi in braccio fino all'asciugamano, sul quale ci adagiammo ormai dominati da incontenibili istinti sessuali: "Mi stai facendo bagnare con il costume nuovo, non è meglio toglierlo del tutto?" "Ogni tuo desiderio è un ordine". In una frazione di secondo strappai quasi il perizoma dai suoi fianchi, gettandolo sul telo all'impazzata. Desideravo leccare anche la sua passerina, ma sarebbe stato inutile: la fica di Diana era già rovente, dilatata e fradicia, fu sufficiente donarle qualche minuto di dominio e di ritmica perfetta per raggiungere una reciproca estasi totale.

"E adesso cosa mi invento con i militari!? Meglio di così non potevamo iniziare..."

" Vorrei che ammirassero il tuo nudo integrale e ti toccassero le tette... e se vorrai spalancare le gambe anche in loro presenza, sappi che non sarò affatto geloso..."

"Addirittura!!! Guarda che sarei capace di farlo, cosa credi!? La divisa ha sempre il suo fascino e riesce a scatenare gli impulsi più reconditi in noi donne... potrebbe piacermi come situazione, perciò stai attento: sarebbe un'arma a doppio taglio per te..."

"Oggi ho voglia di rischiare... forse perché è l'ultimo giorno di mare per quest'anno: vorrei ricordarlo per tutto l'inverno, indelebile"

"Ok, se è questo che vuoi, proverò ad accontentarti molto volentieri, sperando che arrivi qualche giovane soldato... ma ci credo poco. Intanto vado un pochino in acqua e poi mangiamo qualcosa, hai svegliato anche la mia fame..."

Si alzò completamente nuda, priva di ogni pudore ed a piccoli passi raggiunse la riva: il suo sedere maestoso e svergognato rubava la scena ad ogni altra meraviglia della natura negli immediati dintorni. Mentre testava di spalle la temperatura dell'acqua con il suo culo totalmente in mostra, mi augurai fervidamente di sentir arrivare i militari, in quel preciso istante, sognando che impattassero in un'immagine mozzafiato nell'affacciarsi sulla spiaggia. Mi voltai in direzione della caserma, ma una calma piatta e desertica regnava indisturbata.

"Ci rinuncio: oggi niente bagno, l'acqua è fredda": fu facile crederle, considerando la durezza dei suoi capezzoli tutti da mordere che spiccavano sporgenti quando si girò spalle al mare, riavvicinandosi all'asciugamano in versione "nature".

Afferrò la borsa frigo, prima di sedersi con la fica e le tette in bella mostra. "Toglimi una curiosità: oggi la spalmatura sulle tette non è in programma, oppure hai intenzione di conservare la tua arma letale davanti ai militari?" Diana alzò gli occhi al cielo, sbattendo il palmo della mano sulla fronte: "E' vero, hai ragione, non ci ho minimamente pensato, ma provvedo subito..."Accantonando il nostro pranzo, rovistò con goffaggine nella borsa, fino a prelevare il tubetto di crema. Si inginocchiò, recuperando il suo sorriso provocante e puntò i suoi magnifici seni all'altezza del mio viso, impedendomi quasi di respirare.

"Visto che tintarella perfetta!? Questo solare è prodigioso, sembra fatto apposta per le mie tette: hai notato l'abbronzatura scura ed uniforme? Scommetto che fino a due mesi fa non avresti mai creduto di vedermi così, sii sincero!!" I movimenti sontuosi delle sue opere d'arte annullarono qualunque proposito di replica: preferii rimanere imbambolato, in religioso silenzio, a mezzo metro dal suo seno lucido e manovrato con rara maestria.

Diana abbassò lo sguardo verso il mio membro, tornato in gran forma a tempo di record; con voglioso compiacimento si chinò in avanti, sbattendomi i seni in faccia. Pressato da tanta imponenza, fui piacevolmente costretto a distendermi, per evitare il soffocamento. Salì sopra di me con impeto e smania, la penetrazione fu istantanea ed automatica. "Ti piacciono queste tettone addosso, vero?" Si abbassò maggiormente, sfiorando il mio petto con i suoi capezzoli. La fresca erezione precedente ci permise di durare ancora più a lungo, nonostante resistere a quel primo piano mozzafiato sarebbe stato proibitivo per chiunque. La sentii gemere dopo pochi minuti, ma nei miei sogni segreti pretendevo che urlasse di piacere. Rimasi concentrato sul mio obiettivo, senza rivelarlo. Aumentai d'intensità, leccai con ardore i suoi capezzoli dal chimico sapore di cocco, afferrando quasi con ferocia il suo sedere. Le sue prima urla sotto il sole inibirono la mia ragione. Accelerai ancora; per interminabili istanti Diana non riuscì più a gestire e misurare il tono dei suoi lamenti, ma nessuno poteva sentirci, purtroppo o per fortuna. Ad occhi chiusi mordeva il mio collo, le mie labbra, poi tornava a drizzarsi sulla schiena mentre le sue tettone molleggiavano incontrollate e senza ritegno. Le tastai con furore, ancora lubrificate di crema, stoppando la loro danza sfrenata, mentre il suo orgasmo focoso e dirompente innescò anche il mio, liberando le sue ultime grida passionali, quasi rabbiose. Capovolgemmo le nostre posizioni, senza rinunciare alla penetrazione, rimanendo avvinghiati ancora a lungo, in un'insolita seduta defaticante.

"Non vedo l'ora di ammirare le mani dei militari sulle tue tette e vorrei tanto che la loro lingua assaporasse le labbra della tua fica".
"Wow, hai le idee molto chiare direi... Ce la metterò tutta, piacerebbe anche a me..."

A fine pranzo Diana manifestò qualche segnale di stanchezza e di cedimento fisico: "Mi hai sfiancata, oggi, devo recuperare le energie, altrimenti cosa racconto ai miei soldati?". Si convinse a bagnarsi un po' a riva, rinunciando a nuotare, prima di sdraiarsi a pancia in su, con le gambe divaricate: "Sento di nuovo il vento che mi penetra, è una sensazione fantastica. Dimmi se arriva qualcuno, mi raccomando, controlla la situazione. Non mi va di rivestirmi, sto benissimo nuda, ma non voglio farmi arrestare!!"

"...E se arrivassero i militari? Devo avvisarti lo stesso?"

"Se sono carini, non mi rivestirò affatto, ma tu avvertimi comunque, magari fingerò di dormire mentre mi guardano... o mi toccano! Mi sembra un'ottima idea, non trovi?"

Annuii in piena fase di eccitazione, totalmente spiazzato dalla sua intraprendenza. "Ma organizza tu le modalità, inventa qualcosa... io mi riposerò profondamente mentre questa brezza si insinua con dolcezza"

Spostai l'asciugamano di fronte a lei, vicino alla battigia, per poter accorgermi in tempo reale di eventuali e graditissimi arrivi dei militari. Modificai di qualche centimetro l'angolazione del telo, per poter ammirare pienamente la sua fica spalancata dalla mia posizione seduta, spalle al mare. Osservare Diana baciata ovunque dai raggi solari incentivò una nuova evidente erezione, che non accennava a spegnersi nemmeno con il trascorrere del tempo. Sembrava essersi davvero addormentata, l'espressione del suo viso era quieta e gratificata.

Dopo circa mezz'ora avvistai finalmente in lontananza due giovanotti in mimetica, che provenivano a piedi, da uno dei sentieri sterrati. Il cuore cominciò irrefrenabilmente a palpitare. Mi alzai per istinto, preparandomi ad accoglierli con inaspettato nervosismo. Diana dormiva placidamente, avrei dovuto avvisarla ma scelsi di non farlo, senza ragionarci troppo. Desideravo che la guardassero tutta nuda, a gambe aperte. Lentamente mi arrampicai sugli scogli e salii sulla collinetta, pronto ad avvicinarmi a loro, a metà strada. Riconobbi il soldato non certo piacente, che qualche settimana prima aveva inscenato vicino al nostro ombrellone un risonante invito a lasciare la spiaggia, rivolgendosi ai presenti. Al contrario mi sembrò che l'altro commilitone fosse una faccia nuova e sconosciuta: moro, di media altezza, con carnagione olivastra e ben strutturato fisicamente. Esordirono con un saluto militare quasi in contemporanea, pronti a contestarmi le mie violazioni. "Con lei ci siamo già visti, mi sembra di ricordare". Confermai. "Bene, quindi conosce già le regole. Oggi non serve nemmeno che finga di andarsene, il nostro tenente non c'è, ma siamo tenuti comunque a vigilare". Li ringraziai, anticipando che la spiaggia era praticamente deserta, a parte noi e altre pochissime presenze vicino l'entrata. "Sono un pò imbarazzato, ma sento il dovere di dirvelo: visto che non c'è davvero nessuno prima di un chilometro, la mia fidanzata sta dormendo completamente nuda: devo svegliarla per farla rivestire o potete chiudere un occhio?" I due si guardarono piuttosto sbalorditi, poi cercarono di recuperare fermezza e impassibilità: "Beh, non è una spiaggia fruibile, tanto meno è una spiaggia nudista... ma se nessuno vi ha notato, NOI non ci siamo accorti di nulla..." Presi coraggio con una battuta: "Se vi ascoltasse la mia ragazza, non sarebbe contenta di sentire che non vi siete accorti di lei: il suo sogno è di essere guardata da giovani in mimetica, figuratevi!!..." Si guardarono ancora meravigliati, iniziando a giocare ed a sciogliersi un pochino:

"Davvero!? E lei non è geloso!?"

"No, assolutamente, anzi mi piace. Perché dovrei essere geloso? Si vive una sola volta, la vita va goduta! Quindi, se poteste realizzare il suo sogno, ve ne sarei grato in eterno"

"Lei non è il primo che quest'anno ci propone questo genere di esperienze, ma diciamo che stavolta saremmo molto più fortunati, se ben ricordo la sua ragazza. Il problema è che noi siamo in servizio, oltre ad essere entrambi fidanzati..."

"Certo, capisco... ma non vedo né i vostri superiori né le vostre fidanzate nei paraggi, nessuno saprebbe né vi vedrebbe: coraggio, ragazzi, non vi capiterà spesso una situazione del genere nella vita, ogni lasciata è persa..."

"Ma facci capire: lo dovremmo fare per lei, o per te...?"

"Per entrambi, ma fatelo, per favore... anche per voi!!"

Acconsentendo, si mossero per riprendere il cammino verso la spiaggia. Feci strada; li sentivo parlottare a bassa voce: il militare che già conoscevo descriveva minuziosamente le tette ed il culo di Diana al suo commilitone. Poi notarono la presenza di altre persone, pur lontanissime e mi chiamarono: "Però se c'è altra gente, niente sesso, rischiamo davvero di metterci nei guai, capisci? Non fraintenderci, sia chiaro: se la spiaggia fosse deserta, nessun problema, ma purtroppo qualcuno c'è... non si sa mai".

Risposi che avevano carta bianca e che avrebbero potuto decidere in totale libertà fin dove spingersi, con il consenso di Diana. Quando mi affacciai verso la nostra postazione la ammirai dormire ancora, a gambe spalancate. La osservarono ammaliati ed increduli, sgranando gli occhi: mimai di evitare rumori e di scendere lentamente dagli scogli. Mirarono ancora con attenzione al versante opposto, in cui erano assiepati i pochi bagnanti. Nessuno aveva notato il loro arrivo, complice la distanza siderale che ci divideva e che li rassicurò. La circondarono, fermandosi ciascuno su un lato del suo asciugamano. Non riuscivo a capire se dormisse veramente o stesse fingendo. Le sue gambe si chiudevano e riaprivano con leggere divaricazioni. Li invitai silenziosamente a toccare le sue tette o a leccare la sua fica. Il soldato più carino si avvicinò a me, regalandosi una vista della sua passerina dilatata da una perfetta traiettoria. L'altro si abbassò, cominciando a sfiorare una tetta di Diana con delicatezza e rispetto. Lei non sobbalzò né emise contraccolpi: rimase immobile, ad occhi chiusi, continuando a muovere le sue gambe. Il ragazzo intensificò la palpazione, impossessandosi di entrambi i seni con manovre più rigide e decise delle mani, l'altro mi guardò e dopo aver ottenuto un rapido cenno d'intesa e di approvazione, si chinò davanti alla sua fica e iniziò a leccarla con iniziale impaccio, quasi meccanicamente. Poi allungò le mani sulle sue cosce e sui fianchi, guadagnando in scioltezza ed intensità. Diana aveva aperto gli occhi, senza reagire. Guardava con stupore i due militari colonizzare il suo corpo con il passare dei secondi. I ragazzi si accorsero del suo risveglio e interruppero le operazioni. Lei li tranquillizzò, invitandoli a voce bassa a proseguire. Allargò le sue gambe al massimo e prese una mano del soldato inginocchiato alla sua sinistra, piazzandola nuovamente sul suo seno giunonico. Il giovane la tastò impetuosamente, poi si chinò in avanti per leccare i suoi capezzoli turgidi ed appuntiti.

Il suo amico alzò leggermente la testa, fissando le tettone con bramosia. Scacciò le mani dell'altro commilitone e prevalse a padroneggiare indisturbato sui seni, scuotendoli con foga per poi strizzarli veementemente. Stuzzicò con decisione i capezzoli, stringendoli tra pollice ed indice, poi afferrò le tette lateralmente avvicinandole l'una all'altra, prima di protrarsi in avanti con il viso per baciarle. Diana senza aprire gli occhi tentò di agguantare alla cieca il membro dell'altro soldato, che istintivamente scattò all'indietro, guardandosi intorno quasi intimorito; poi, esitando, abbassò la cerniera dei pantaloni mimetici e guidò la mano di Diana fino alle sue mutande. Le sollecitazioni d'esordio contribuirono ad una veloce ed evidente erezione, che tentò di frenare con tutte le sue forze ritraendosi ancora una volta: "Vorrei tanto, tu sei fantastica ma non posso, scusami: mi manca la mia ragazza e non riesco a farle questo". Lei lo fissò, ammirata ed impietosita, assolvendolo pienamente: "Si vede che sei un bravo ragazzo, la tua scelta ti fa onore". Il giovane, assediato dai rimorsi, si rialzò in piedi senza pensare a ricomporsi, munito di una malcelata protuberanza da sgonfiare al più presto: "Sarà meglio rientrare in caserma, ti aspetto sul sentiero, più avanti. Grazie di tutto, davvero, sei uno schianto, ma non ce la faccio". Diana gli regalò un sorriso di congedo, mentre lui iniziò a riavviarsi mestamente sugli scogli.

A dimostrarsi molto più sfacciato e privo di remore fu il suo intemperante amico, che dopo aver violato a lungo le tette di Diana con disinvoltura e pressione, acchiappò il suo polso. Avanzò a carponi di un paio di passi e si appoggiò quasi sedendosi sulla sua pancia, direzionando la mano di Diana sulla chiusura lampo dei suoi pantaloni. Lei la abbassò, infilò un dito alla volta sui suoi slip e cominciò a smanettare con vigore, tentando di tirare fuori il pene del ragazzo dalle sue mutande e dalla zip aperta. Il tessuto particolarmente rigido e poco elastico della mimetica rese alquanto difficoltosa l'operazione, fin quando il giovane con spontanea dimestichezza e faccia tosta da vendere, chiese di poter ammirare il suo culo. Lei gli sorrise, ammiccando un'espressione di stupore e si sollevò, sedendosi per qualche istante a gambe spalancate ed il seno spudoratamente prominente. Poi si alzò in piedi e si girò, esibendo le sua natiche a distanza ravvicinata, senza alcuna vergogna. Notai gli sguardi del giovane completamente sotto ipnosi. Diana si inginocchiò, prima di sdraiarsi per alcuni secondi a pancia sotto. Cambiò idea quasi subito, coricandosi su un lato in posizione fetale, ma con una gamba distesa e l'altra piegata: le sue chiappe assunsero una posizione irresistibile. Il giovane le afferrò con forza, poi assunse l'analoga posizione di Diana, affiancandosi lateralmente a lei quasi a sfiorare la sua schiena con il petto. Sormontò il suo fianco con un braccio, stringendo il seno sinistro con passione e vigore. La sua mano arrivò audacemente a perlustrare la fica sino a penetrare il suo interno con il dito medio. Diana si mosse inquieta e vogliosa, senza opporre resistenza.

Ed io? Avrei potuto partecipare, oppure allontanarmi per lasciarli soli, oppure toccarmi. No, in quel momento desideravo solo guardare, memorizzare, spiare, analizzare i loro movimenti, le loro smorfie, i loro contatti, le loro reazioni. Libidine allo stato puro era la mia. Nulla mi avrebbe reso più soddisfatto e arrapato in quei momenti.

"Continua, bravissimo, non fermarti, di più, di più.." Il militare incrementò ritmo e potenza, accarezzando con l'altra mano i capelli e le spalle di Diana che iniziò a contorcersi ed a gemere, insaziabile: "Dimmi che vorresti scoparmi, dimmelo!" "Certo che vorrei, non senti che sto impazzendo per te? Devi tornare presto, in mezzo alla settimana, quando la spiaggia è deserta: ti scoperò per tutto il giorno, promesso. Sei una fica da paura, hai due tettone fantastiche, un culo tutto da mordere e toccare ed una passera profonda, sei un capolavoro, ti voglio veramente. Mi eccita che ti piace mostrarti nuda, mi arrapi da morire". Diana cominciò ad urlare, muovendosi a scatti, strinse con violenza la mano del soldato, permettendogli di penetrare più in profondità e dettando i tempi finali che innescarono un orgasmo fragoroso e folle.

Si rilassò a pancia in su, spalancando nuovamente le gambe, senza ritegno, mentre il giovane continuava a fissare le sue tette da vicino, toccandole instancabilmente e poi leccandole con dolcezza. Diana fece segno di avvicinarmi: mi sedetti sulla sabbia, a fianco del suo asciugamano: "Baciami, ti prego e giura che mi ami ancora". La baciai a lungo, con una passione ed un trasporto mai provati, prima di rassicurarla con sincerità e convinzione: "Certo che ti amo, non ti ho mai amato così tanto, per me questa è una giornata meravigliosa, vorrei che non finisse mai."

"Neanch'io, credetemi", intervenne il militare "ma oggi ho rischiato grosso, anche se ne è valsa la pena: ora devo proprio scappare, a malincuore... molto a malincuore: ragazzi, voi due siete fantastici, dovete tornare assolutamente prima della fine di Settembre, promettetemelo, vi scongiuro".

Garantimmo un'altra, imminente visita, che purtroppo il maltempo ed i primi freddi non ci permisero di concretizzare... ma il mio autunno ed il mio inverno furono inebrianti ed il solo pensiero per quell'ultima giornata di mare, senza uguali, che non si ripeté mai più nei successivi 15 anni, paradossalmente fortificò la nostra vita di coppia, la nostra intesa ed il nostro futuro insieme.

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YoloK

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Un solenne, rigoroso ed irrinunciabile week-end di Ferragosto in famiglia, oltre a cause di forza maggiore ed alle prime avvisaglie di un precoce maltempo di fine Estate, ci tennero lontani da litorali e trasgressioni per tre lunghissime, eterne settimane.

Ne approfittai rassegnatamente per decifrare i motivi per i quali mi sentivo arrapato in modo irrefrenabile nel ripensare all'ultima esperienza al mare. Eppure l'andamento ed il bilancio di quella giornata non si erano rivelati così ricchi di episodi piccanti o di sussulti particolari, rispetto ad altre occasioni che, pur decisamente più movimentate e vibranti, non avevano provocato in me un'eccitazione così ostinata.

Forse il minuscolo perizoma bianco di Diana rappresentava un influente valore aggiunto? Oppure era colpa della sua attenuata e graduale impudicizia, che aveva lentamente sovvertito l'atmosfera castigata e ordinaria su una spiaggia popolana e popolare nella prima Domenica di Agosto? E se invece a stimolare incessantemente il mio cervello fosse stato il crescente apprezzamento della "preda" di turno, dapprima abulica e indifferente, poi distratta dalle sue coetanee per poi terminare inesorabilmente catturata nella rete della mia provocante compagna? Un cocktail micidiale tra i tre possibili fattori determinava di sicuro una bomba di inaudita potenza erotica, almeno nella mia mente.

Il malinconico Settembre era giunto di corsa, come un lampo, portandosi dietro una prematura ed inattesa fine dell'Estate. Un vento pressoché costante e fastidioso, oltre alla timida incertezza dei raggi solari, iniziavano ad abbattere le temperature e la vitalità del solleone, ma non la mia voglia di chiudere in bellezza una stagione estiva davvero sorprendente. Consultai le previsioni meteo quasi ossessivamente per tutta la settimana, nella speranza di poter dedicare almeno qualche ora del Sabato o della Domenica ad un ritorno presso la spiaggia nella zona militare, che continuava a scatenare in me fantasie irrealizzate o lasciate a metà.

La freddolosa e letargica Diana aveva deciso con fermezza di anticipare il suo cambio di stagione, riprendendo velocemente confidenza con le sue calde, comode tute affezionate, con i giubbini autunnali, con i suoi pigiami antiuomo e con la preziosa coperta per la notte. Quando timorosamente tentai di proporle al telefono una giornata di mare per la Domenica, che si preannunciava un pochino più stabile e calda, lei ribaltò a sorpresa le mie pessimistiche congetture, accettando con convinzione ed un impronosticabile entusiasmo: "Ma si, dai, proviamo! Questa Estate è volata via in un baleno e tirando le somme, al mare siamo andati pochissimo: un "saluto" finale non mi dispiacerebbe affatto... e se proprio non sarà possibile fermarci a lungo in spiaggia, faremo una passeggiata nei dintorni".

Per non rischiare di trovarci impreparati di fronte ad una possibile eccessiva frescura in prossimità delle spiagge, optammo per un abbigliamento più di sostanza. La maglia primaverile di Diana permetteva di scorgere appena i laccetti di colore turchese del suo reggiseno, che presagivano la scelta di un altro pezzo forte del suo nuovo sexy assortimento.

I parcheggi su strada stavolta erano semideserti, nonostante la giornata rispettasse le previsioni di sole e di un moderato tepore. Agosto, evidentemente, aveva spazzato via tutta l'euforia e la voglia di mare dalle persone. Varcammo l'evidente foro del reticolato, palesemente manomesso ai fini di un passaggio eversivo: il vento iniziava a farsi sentire, man mano che la nostra camminata sul sentiero sterrato ci conduceva alla spiaggia.

Pochissime anime, tutte fedelmente stanziate nei pressi dell'entrata: un paio di singoli di mezza età, una giovane coppia con un cagnolino al seguito e un gruppetto composto da due giovanotti ed una ragazza apparentemente più grande rispetto a loro.

Diana analizzò brevemente i presenti: "Io direi di andare in fondo alla spiaggia: se ci mettiamo nello stesso posto della volta scorsa, saremo riparati maggiormente dal vento con quella collinetta alle spalle e la scogliera intorno e poi, magari... insomma...capito, no...?"

Un pizzico di delusione mi pervase sul momento: speravo ardentemente di vederla alle prese con i due ragazzi... e a dire il vero anche con i due uomini singoli, all'apparenza educati e rispettosi, sui 45/50 anni, ma piuttosto fascinosi e curati, in entrambi i casi. Confidavo in un ampliamento delle categorie o delle fasce di età discriminatamente predilette da Diana, pur inquadrando ormai a colpo sicuro le sue chiare preferenze: ragazzi, possibilmente soli o in gruppi composti unicamente da maschietti, il che comportava uno scarto automatico per maturi e comitive miste, peccato! Il suo timbro di voce particolarmente ammaliante annientò in breve tempo il mio rammarico, a favore di una progressiva e speranzosa consolazione nell'immaginare il suo verosimile obiettivo: i militari.

Chissà se a Settembre quei demotivati giovanotti in divisa avrebbero ancora ricevuto ordini di ispezionare una spiaggia occupata innocuamente da quattro gatti ormai. In un quarto d'ora abbondante raggiungemmo senza fatica la fine dell'arenile, sempre sospinti ed accompagnati da una leggera brezza non proprio estiva. Diana ancora una volta aveva azzeccato in pieno: scegliere l'identica collocazione occupata giorni addietro ci permetteva una notevole protezione dal vento, grazie alla scogliera che ci avvolgeva a sinistra ed alla collinetta alle nostre spalle, da cui ramificavano numerosi sentieri che conducevano alla caserma o ad altri accessi su strada rigorosamente interdetti ai bagnanti.

Diana mi persuase dal piantare l'ombrellone, il sole era assolutamente sopportabile ed anche benaccetto: posizionò rapidamente gli asciugamani e con i vestiti ancora addosso si diresse sulla battigia, allontanandosi all'indietro di qualche metro, prima di fermarsi: guardandomi fissa negli occhi si sfilò sensualmente maglia e pantaloni, tenendoli in mano e cominciò ad esibirsi in una lenta e provocante sfilata sul bagnasciuga per presentarmi il bikini dal quale ero rimasto follemente attratto nel negozio di intimo.

"Come mi sta?" Esaltò con movenze da passerella ogni particolare anteriore, desistendo dal girarsi. Le sue tette straripavano imperiosamente, racchiuse a stento nel minuscolo reggiseno che non appariva funzionale al contenimento di un'esuberante quarta misura. Morivo dalla voglia di vedere il suo culo: il perizoma di giornata sembrava ancora più ridotto di quello bianco; Diana parve leggermi nel pensiero ma dispettosamente non volle accondiscendermi, proseguendo con abilità ed a suon di sguardi ammiccanti il suo sexy avvicinamento. "Sei meravigliosa, non oso immaginare cosa si nasconda là dietro..." "Oggi, qua dietro, c'è ben poco da nascondere, guarda..." Si voltò di spalle offrendomi un panorama strepitoso del suo lato B: anche un sedere normale, impreziosito e valorizzato da un succinto perizoma in spiaggia, può diventare stupendo ed arrapante, pur non essendo perfettamente scolpito o marmoreo .

Avevo ragione: quel bikini era ancora più striminzito degli altri, a giudicare dal sottile segno bianco che bordava vistosamente il triangolino del suo perizoma. Mi alzai e la raggiunsi, stringendola a me per una palpazione vigorosa e maniacale del suo sedere, millimetro per millimetro. La chilometrica distanza dai pochi presenti e l'assenza di soldati all'orizzonte mi stimolarono a proseguire: salii con le mani sulla sua schiena e slacciai il reggiseno, scoprendo le sue tettone abbronzate che traballarono nel sentirsi improvvisamente in libertà. Le tastai con irruenza, i capezzoli spuntarono sfacciatamente: li salutai leccandoli con libidine ed intensità, prima di dedicarmi ad un bacio gustoso e soffocante su entrambi i seni. La presi in braccio fino all'asciugamano, sul quale ci adagiammo ormai dominati da incontenibili istinti sessuali: "Mi stai facendo bagnare con il costume nuovo, non è meglio toglierlo del tutto?" "Ogni tuo desiderio è un ordine". In una frazione di secondo strappai quasi il perizoma dai suoi fianchi, gettandolo sul telo all'impazzata. Desideravo leccare anche la sua passerina, ma sarebbe stato inutile: la fica di Diana era già rovente, dilatata e fradicia, fu sufficiente donarle qualche minuto di dominio e di ritmica perfetta per raggiungere una reciproca estasi totale.

"E adesso cosa mi invento con i militari!? Meglio di così non potevamo iniziare..."

" Vorrei che ammirassero il tuo nudo integrale e ti toccassero le tette... e se vorrai spalancare le gambe anche in loro presenza, sappi che non sarò affatto geloso..."

"Addirittura!!! Guarda che sarei capace di farlo, cosa credi!? La divisa ha sempre il suo fascino e riesce a scatenare gli impulsi più reconditi in noi donne... potrebbe piacermi come situazione, perciò stai attento: sarebbe un'arma a doppio taglio per te..."

"Oggi ho voglia di rischiare... forse perché è l'ultimo giorno di mare per quest'anno: vorrei ricordarlo per tutto l'inverno, indelebile"

"Ok, se è questo che vuoi, proverò ad accontentarti molto volentieri, sperando che arrivi qualche giovane soldato... ma ci credo poco. Intanto vado un pochino in acqua e poi mangiamo qualcosa, hai svegliato anche la mia fame..."

Si alzò completamente nuda, priva di ogni pudore ed a piccoli passi raggiunse la riva: il suo sedere maestoso e svergognato rubava la scena ad ogni altra meraviglia della natura negli immediati dintorni. Mentre testava di spalle la temperatura dell'acqua con il suo culo totalmente in mostra, mi augurai fervidamente di sentir arrivare i militari, in quel preciso istante, sognando che impattassero in un'immagine mozzafiato nell'affacciarsi sulla spiaggia. Mi voltai in direzione della caserma, ma una calma piatta e desertica regnava indisturbata.

"Ci rinuncio: oggi niente bagno, l'acqua è fredda": fu facile crederle, considerando la durezza dei suoi capezzoli tutti da mordere che spiccavano sporgenti quando si girò spalle al mare, riavvicinandosi all'asciugamano in versione "nature".

Afferrò la borsa frigo, prima di sedersi con la fica e le tette in bella mostra. "Toglimi una curiosità: oggi la spalmatura sulle tette non è in programma, oppure hai intenzione di conservare la tua arma letale davanti ai militari?" Diana alzò gli occhi al cielo, sbattendo il palmo della mano sulla fronte: "E' vero, hai ragione, non ci ho minimamente pensato, ma provvedo subito..."Accantonando il nostro pranzo, rovistò con goffaggine nella borsa, fino a prelevare il tubetto di crema. Si inginocchiò, recuperando il suo sorriso provocante e puntò i suoi magnifici seni all'altezza del mio viso, impedendomi quasi di respirare.

"Visto che tintarella perfetta!? Questo solare è prodigioso, sembra fatto apposta per le mie tette: hai notato l'abbronzatura scura ed uniforme? Scommetto che fino a due mesi fa non avresti mai creduto di vedermi così, sii sincero!!" I movimenti sontuosi delle sue opere d'arte annullarono qualunque proposito di replica: preferii rimanere imbambolato, in religioso silenzio, a mezzo metro dal suo seno lucido e manovrato con rara maestria.

Diana abbassò lo sguardo verso il mio membro, tornato in gran forma a tempo di record; con voglioso compiacimento si chinò in avanti, sbattendomi i seni in faccia. Pressato da tanta imponenza, fui piacevolmente costretto a distendermi, per evitare il soffocamento. Salì sopra di me con impeto e smania, la penetrazione fu istantanea ed automatica. "Ti piacciono queste tettone addosso, vero?" Si abbassò maggiormente, sfiorando il mio petto con i suoi capezzoli. La fresca erezione precedente ci permise di durare ancora più a lungo, nonostante resistere a quel primo piano mozzafiato sarebbe stato proibitivo per chiunque. La sentii gemere dopo pochi minuti, ma nei miei sogni segreti pretendevo che urlasse di piacere. Rimasi concentrato sul mio obiettivo, senza rivelarlo. Aumentai d'intensità, leccai con ardore i suoi capezzoli dal chimico sapore di cocco, afferrando quasi con ferocia il suo sedere. Le sue prima urla sotto il sole inibirono la mia ragione. Accelerai ancora; per interminabili istanti Diana non riuscì più a gestire e misurare il tono dei suoi lamenti, ma nessuno poteva sentirci, purtroppo o per fortuna. Ad occhi chiusi mordeva il mio collo, le mie labbra, poi tornava a drizzarsi sulla schiena mentre le sue tettone molleggiavano incontrollate e senza ritegno. Le tastai con furore, ancora lubrificate di crema, stoppando la loro danza sfrenata, mentre il suo orgasmo focoso e dirompente innescò anche il mio, liberando le sue ultime grida passionali, quasi rabbiose. Capovolgemmo le nostre posizioni, senza rinunciare alla penetrazione, rimanendo avvinghiati ancora a lungo, in un'insolita seduta defaticante.

"Non vedo l'ora di ammirare le mani dei militari sulle tue tette e vorrei tanto che la loro lingua assaporasse le labbra della tua fica".
"Wow, hai le idee molto chiare direi... Ce la metterò tutta, piacerebbe anche a me..."

A fine pranzo Diana manifestò qualche segnale di stanchezza e di cedimento fisico: "Mi hai sfiancata, oggi, devo recuperare le energie, altrimenti cosa racconto ai miei soldati?". Si convinse a bagnarsi un po' a riva, rinunciando a nuotare, prima di sdraiarsi a pancia in su, con le gambe divaricate: "Sento di nuovo il vento che mi penetra, è una sensazione fantastica. Dimmi se arriva qualcuno, mi raccomando, controlla la situazione. Non mi va di rivestirmi, sto benissimo nuda, ma non voglio farmi arrestare!!"

"...E se arrivassero i militari? Devo avvisarti lo stesso?"

"Se sono carini, non mi rivestirò affatto, ma tu avvertimi comunque, magari fingerò di dormire mentre mi guardano... o mi toccano! Mi sembra un'ottima idea, non trovi?"

Annuii in piena fase di eccitazione, totalmente spiazzato dalla sua intraprendenza. "Ma organizza tu le modalità, inventa qualcosa... io mi riposerò profondamente mentre questa brezza si insinua con dolcezza"

Spostai l'asciugamano di fronte a lei, vicino alla battigia, per poter accorgermi in tempo reale di eventuali e graditissimi arrivi dei militari. Modificai di qualche centimetro l'angolazione del telo, per poter ammirare pienamente la sua fica spalancata dalla mia posizione seduta, spalle al mare. Osservare Diana baciata ovunque dai raggi solari incentivò una nuova evidente erezione, che non accennava a spegnersi nemmeno con il trascorrere del tempo. Sembrava essersi davvero addormentata, l'espressione del suo viso era quieta e gratificata.

Dopo circa mezz'ora avvistai finalmente in lontananza due giovanotti in mimetica, che provenivano a piedi, da uno dei sentieri sterrati. Il cuore cominciò irrefrenabilmente a palpitare. Mi alzai per istinto, preparandomi ad accoglierli con inaspettato nervosismo. Diana dormiva placidamente, avrei dovuto avvisarla ma scelsi di non farlo, senza ragionarci troppo. Desideravo che la guardassero tutta nuda, a gambe aperte. Lentamente mi arrampicai sugli scogli e salii sulla collinetta, pronto ad avvicinarmi a loro, a metà strada. Riconobbi il soldato non certo piacente, che qualche settimana prima aveva inscenato vicino al nostro ombrellone un risonante invito a lasciare la spiaggia, rivolgendosi ai presenti. Al contrario mi sembrò che l'altro commilitone fosse una faccia nuova e sconosciuta: moro, di media altezza, con carnagione olivastra e ben strutturato fisicamente. Esordirono con un saluto militare quasi in contemporanea, pronti a contestarmi le mie violazioni. "Con lei ci siamo già visti, mi sembra di ricordare". Confermai. "Bene, quindi conosce già le regole. Oggi non serve nemmeno che finga di andarsene, il nostro tenente non c'è, ma siamo tenuti comunque a vigilare". Li ringraziai, anticipando che la spiaggia era praticamente deserta, a parte noi e altre pochissime presenze vicino l'entrata. "Sono un pò imbarazzato, ma sento il dovere di dirvelo: visto che non c'è davvero nessuno prima di un chilometro, la mia fidanzata sta dormendo completamente nuda: devo svegliarla per farla rivestire o potete chiudere un occhio?" I due si guardarono piuttosto sbalorditi, poi cercarono di recuperare fermezza e impassibilità: "Beh, non è una spiaggia fruibile, tanto meno è una spiaggia nudista... ma se nessuno vi ha notato, NOI non ci siamo accorti di nulla..." Presi coraggio con una battuta: "Se vi ascoltasse la mia ragazza, non sarebbe contenta di sentire che non vi siete accorti di lei: il suo sogno è di essere guardata da giovani in mimetica, figuratevi!!..." Si guardarono ancora meravigliati, iniziando a giocare ed a sciogliersi un pochino:

"Davvero!? E lei non è geloso!?"

"No, assolutamente, anzi mi piace. Perché dovrei essere geloso? Si vive una sola volta, la vita va goduta! Quindi, se poteste realizzare il suo sogno, ve ne sarei grato in eterno"

"Lei non è il primo che quest'anno ci propone questo genere di esperienze, ma diciamo che stavolta saremmo molto più fortunati, se ben ricordo la sua ragazza. Il problema è che noi siamo in servizio, oltre ad essere entrambi fidanzati..."

"Certo, capisco... ma non vedo né i vostri superiori né le vostre fidanzate nei paraggi, nessuno saprebbe né vi vedrebbe: coraggio, ragazzi, non vi capiterà spesso una situazione del genere nella vita, ogni lasciata è persa..."

"Ma facci capire: lo dovremmo fare per lei, o per te...?"

"Per entrambi, ma fatelo, per favore... anche per voi!!"

Acconsentendo, si mossero per riprendere il cammino verso la spiaggia. Feci strada; li sentivo parlottare a bassa voce: il militare che già conoscevo descriveva minuziosamente le tette ed il culo di Diana al suo commilitone. Poi notarono la presenza di altre persone, pur lontanissime e mi chiamarono: "Però se c'è altra gente, niente sesso, rischiamo davvero di metterci nei guai, capisci? Non fraintenderci, sia chiaro: se la spiaggia fosse deserta, nessun problema, ma purtroppo qualcuno c'è... non si sa mai".

Risposi che avevano carta bianca e che avrebbero potuto decidere in totale libertà fin dove spingersi, con il consenso di Diana. Quando mi affacciai verso la nostra postazione la ammirai dormire ancora, a gambe spalancate. La osservarono ammaliati ed increduli, sgranando gli occhi: mimai di evitare rumori e di scendere lentamente dagli scogli. Mirarono ancora con attenzione al versante opposto, in cui erano assiepati i pochi bagnanti. Nessuno aveva notato il loro arrivo, complice la distanza siderale che ci divideva e che li rassicurò. La circondarono, fermandosi ciascuno su un lato del suo asciugamano. Non riuscivo a capire se dormisse veramente o stesse fingendo. Le sue gambe si chiudevano e riaprivano con leggere divaricazioni. Li invitai silenziosamente a toccare le sue tette o a leccare la sua fica. Il soldato più carino si avvicinò a me, regalandosi una vista della sua passerina dilatata da una perfetta traiettoria. L'altro si abbassò, cominciando a sfiorare una tetta di Diana con delicatezza e rispetto. Lei non sobbalzò né emise contraccolpi: rimase immobile, ad occhi chiusi, continuando a muovere le sue gambe. Il ragazzo intensificò la palpazione, impossessandosi di entrambi i seni con manovre più rigide e decise delle mani, l'altro mi guardò e dopo aver ottenuto un rapido cenno d'intesa e di approvazione, si chinò davanti alla sua fica e iniziò a leccarla con iniziale impaccio, quasi meccanicamente. Poi allungò le mani sulle sue cosce e sui fianchi, guadagnando in scioltezza ed intensità. Diana aveva aperto gli occhi, senza reagire. Guardava con stupore i due militari colonizzare il suo corpo con il passare dei secondi. I ragazzi si accorsero del suo risveglio e interruppero le operazioni. Lei li tranquillizzò, invitandoli a voce bassa a proseguire. Allargò le sue gambe al massimo e prese una mano del soldato inginocchiato alla sua sinistra, piazzandola nuovamente sul suo seno giunonico. Il giovane la tastò impetuosamente, poi si chinò in avanti per leccare i suoi capezzoli turgidi ed appuntiti.

Il suo amico alzò leggermente la testa, fissando le tettone con bramosia. Scacciò le mani dell'altro commilitone e prevalse a padroneggiare indisturbato sui seni, scuotendoli con foga per poi strizzarli veementemente. Stuzzicò con decisione i capezzoli, stringendoli tra pollice ed indice, poi afferrò le tette lateralmente avvicinandole l'una all'altra, prima di protrarsi in avanti con il viso per baciarle. Diana senza aprire gli occhi tentò di agguantare alla cieca il membro dell'altro soldato, che istintivamente scattò all'indietro, guardandosi intorno quasi intimorito; poi, esitando, abbassò la cerniera dei pantaloni mimetici e guidò la mano di Diana fino alle sue mutande. Le sollecitazioni d'esordio contribuirono ad una veloce ed evidente erezione, che tentò di frenare con tutte le sue forze ritraendosi ancora una volta: "Vorrei tanto, tu sei fantastica ma non posso, scusami: mi manca la mia ragazza e non riesco a farle questo". Lei lo fissò, ammirata ed impietosita, assolvendolo pienamente: "Si vede che sei un bravo ragazzo, la tua scelta ti fa onore". Il giovane, assediato dai rimorsi, si rialzò in piedi senza pensare a ricomporsi, munito di una malcelata protuberanza da sgonfiare al più presto: "Sarà meglio rientrare in caserma, ti aspetto sul sentiero, più avanti. Grazie di tutto, davvero, sei uno schianto, ma non ce la faccio". Diana gli regalò un sorriso di congedo, mentre lui iniziò a riavviarsi mestamente sugli scogli.

A dimostrarsi molto più sfacciato e privo di remore fu il suo intemperante amico, che dopo aver violato a lungo le tette di Diana con disinvoltura e pressione, acchiappò il suo polso. Avanzò a carponi di un paio di passi e si appoggiò quasi sedendosi sulla sua pancia, direzionando la mano di Diana sulla chiusura lampo dei suoi pantaloni. Lei la abbassò, infilò un dito alla volta sui suoi slip e cominciò a smanettare con vigore, tentando di tirare fuori il pene del ragazzo dalle sue mutande e dalla zip aperta. Il tessuto particolarmente rigido e poco elastico della mimetica rese alquanto difficoltosa l'operazione, fin quando il giovane con spontanea dimestichezza e faccia tosta da vendere, chiese di poter ammirare il suo culo. Lei gli sorrise, ammiccando un'espressione di stupore e si sollevò, sedendosi per qualche istante a gambe spalancate ed il seno spudoratamente prominente. Poi si alzò in piedi e si girò, esibendo le sua natiche a distanza ravvicinata, senza alcuna vergogna. Notai gli sguardi del giovane completamente sotto ipnosi. Diana si inginocchiò, prima di sdraiarsi per alcuni secondi a pancia sotto. Cambiò idea quasi subito, coricandosi su un lato in posizione fetale, ma con una gamba distesa e l'altra piegata: le sue chiappe assunsero una posizione irresistibile. Il giovane le afferrò con forza, poi assunse l'analoga posizione di Diana, affiancandosi lateralmente a lei quasi a sfiorare la sua schiena con il petto. Sormontò il suo fianco con un braccio, stringendo il seno sinistro con passione e vigore. La sua mano arrivò audacemente a perlustrare la fica sino a penetrare il suo interno con il dito medio. Diana si mosse inquieta e vogliosa, senza opporre resistenza.

Ed io? Avrei potuto partecipare, oppure allontanarmi per lasciarli soli, oppure toccarmi. No, in quel momento desideravo solo guardare, memorizzare, spiare, analizzare i loro movimenti, le loro smorfie, i loro contatti, le loro reazioni. Libidine allo stato puro era la mia. Nulla mi avrebbe reso più soddisfatto e arrapato in quei momenti.

"Continua, bravissimo, non fermarti, di più, di più.." Il militare incrementò ritmo e potenza, accarezzando con l'altra mano i capelli e le spalle di Diana che iniziò a contorcersi ed a gemere, insaziabile: "Dimmi che vorresti scoparmi, dimmelo!" "Certo che vorrei, non senti che sto impazzendo per te? Devi tornare presto, in mezzo alla settimana, quando la spiaggia è deserta: ti scoperò per tutto il giorno, promesso. Sei una fica da paura, hai due tettone fantastiche, un culo tutto da mordere e toccare ed una passera profonda, sei un capolavoro, ti voglio veramente. Mi eccita che ti piace mostrarti nuda, mi arrapi da morire". Diana cominciò ad urlare, muovendosi a scatti, strinse con violenza la mano del soldato, permettendogli di penetrare più in profondità e dettando i tempi finali che innescarono un orgasmo fragoroso e folle.

Si rilassò a pancia in su, spalancando nuovamente le gambe, senza ritegno, mentre il giovane continuava a fissare le sue tette da vicino, toccandole instancabilmente e poi leccandole con dolcezza. Diana fece segno di avvicinarmi: mi sedetti sulla sabbia, a fianco del suo asciugamano: "Baciami, ti prego e giura che mi ami ancora". La baciai a lungo, con una passione ed un trasporto mai provati, prima di rassicurarla con sincerità e convinzione: "Certo che ti amo, non ti ho mai amato così tanto, per me questa è una giornata meravigliosa, vorrei che non finisse mai."

"Neanch'io, credetemi", intervenne il militare "ma oggi ho rischiato grosso, anche se ne è valsa la pena: ora devo proprio scappare, a malincuore... molto a malincuore: ragazzi, voi due siete fantastici, dovete tornare assolutamente prima della fine di Settembre, promettetemelo, vi scongiuro".

Garantimmo un'altra, imminente visita, che purtroppo il maltempo ed i primi freddi non ci permisero di concretizzare... ma il mio autunno ed il mio inverno furono inebrianti ed il solo pensiero per quell'ultima giornata di mare, senza uguali, che non si ripeté mai più nei successivi 15 anni, paradossalmente fortificò la nostra vita di coppia, la nostra intesa ed il nostro futuro insieme.
92 MINUTI DI APPLAUSI...ti ho seguito fin dal primo racconto e devo dire che sono un più bello dell'altro. Spero che continuerai con altri racconti, non è facile trovare scrittori e storie di questa portata.
 
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selpot

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Ok allora proseguiamo! Grazie del vostro gradimento. Se avete domande o curiosità potete scrivermi anche in privato se preferite. Ho scelto di narrarvi interamente ed in maniera piuttosto dettagliata la prima Estate trasgressiva di Diana, per mettere in risalto il suo crescendo quasi perfetto ed il suo graduale cambiamento. Negli anni successivi, in molti casi, abbiamo vissuto situazioni uguali o simili a quelle già raccontate, quindi non penso sia il caso di ripetermi e soprattutto di annoiarvi narrando intere stagioni, in cui leggerete episodi che somiglierebbero molto a quelli che già conoscete. Vorrei invece soffermarmi su avventure "nuove", sempre al mare ma con persone a volte conosciute fuori dalla spiaggia o in circostanze non identiche a quelle che avete avuto occasione di leggere. Molte di queste esperienze che ho intenzione di raccontarvi mi eccitarono moltissimo e mi farebbe piacere condividerle con voi. Che ne dite, apriamo un thread nuovo o continuo su questo? Sono incerto...
 

Paulpop

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Complimenti davvero, ultimo racconto è stato un climax di emozioni nonché il raggiungimento dell’apice della trasgressione in Diana... un degno finale di una stagione!
 

slap

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Continua pure qui....mmmmm
 

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