Esperienza reale La prima vacanza trasgressiva - Introduzione

Poncharell

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...va bene. Scatta il sondaggione.


E' diviso in due post consecutivi.
4 situazioni per post.

Scegliete una delle 4 emoticon per giudicare la parte del racconto che vi è piaciuta di più.
Ad ogni emoticon è associata la situazione che avete scelto come emoticon.
L'emoticon deve essere messa a questo post. Quindi non rispondete. Mettete semplicemente lo smile o il pollice che preferite.

Post n. 1
Cominciamo: le prime 4 situazioni


- Diana che va verso i pescatori senza reggiseno per portare il telefono, e si ferma a parlare con loro in topless (y)
https://www.phica.eu/forums/threads/la-prima-vacanza-trasgressiva-introduzione.16555611/

- Diana sotto l’ombrellone si spalma la crema sulle tette davanti a uno dei giovani pescatori :love:
https://www.phica.eu/forums/threads/la-prima-vacanza-trasgressiva-introduzione.16555611/page-2

- Diana si fa spalmare la crema da uno dei ragazzi napoletani :ROFLMAO:
https://www.phica.eu/forums/threads/la-prima-vacanza-trasgressiva-introduzione.16555611/page-4

- Diana fa il bagno insieme ai due giovani pescatori e giocano in acqua 😲
https://www.phica.eu/forums/threads/la-prima-vacanza-trasgressiva-introduzione.16555611/page-7
 
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Poncharell

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Post n. 2:
le altre 4 situazioni:


Anche qui, scegliete una delle 4 emoticon per giudicare la parte del racconto che vi è piaciuta di più.
Ad ogni emoticon è associata la situazione che avete scelto come emoticon.
L'emoticon deve essere messa a questo post. Quindi non rispondete. Mettete semplicemente lo smile o il pollice che preferite.

Diana cambia l’intero bikini davanti al bagnino
(y)
https://www.phica.eu/forums/threads/la-prima-vacanza-trasgressiva-introduzione.16555611/page-11

I ragazzi si masturbano mentre fanno il bagno con Diana :love:
https://www.phica.eu/forums/threads/la-prima-vacanza-trasgressiva-introduzione.16555611/page-13

Un giovanotto lascia la canna da pesca e spalma sapientemente la crema a Diana, Selpot si masturba dolcemente. :ROFLMAO:
https://www.phica.eu/forums/threads/la-prima-vacanza-trasgressiva-introduzione.16555611/page-18

Diana e Selpot fanno l’amore sulla spiaggia 😲
https://www.phica.eu/forums/threads/la-prima-vacanza-trasgressiva-introduzione.16555611/page-20
 
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djthraex

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L'assedio annunciato prese forma verso lo scoccare del mezzogiorno, senza tradire attese o previsioni: schiere di chiassose combriccole e di famigliole attrezzate dei comfort più pittoreschi ci accerchiarono a ritmi serrati, con avanzate tumultuose ed incontrastabili, soffocando gli spazi che faticosamente ci eravamo ritagliati dopo un'ora di cammino, infarcita di inutili calcoli "demografici" ed inattendibili stime di sovraffollamento al ribasso.

Confidai a Diana di avvertire già in macchina il presentimento di aver optato per una spiaggia inadatta alle nostre aspirazioni. "Forse tu avrai sbagliato spiaggia, mentre io di sicuro ho sbagliato bikini, siamo pari: un perizoma del genere è adatto per una vacanza in bassa stagione, non certo per una Domenica d'Agosto. Se oggi mi vedessero le due dame immacolate della settimana scorsa, mi aizzerebbero la Buon Costume". Con una risata di sadismo frammisto ad amarezza si sdraiò schiacciandosi a pancia sotto e con il mento appoggiato all'asciugamano cercò di analizzare il vicinato. Il lato destro dell'arenile, rispetto alla nostra collocazione, non sembrava affatto di suo gradimento e tale constatazione la rendeva più inquieta del solito. Senza rialzarsi, protese le braccia in avanti ed afferrò prima lo zaino, poi la borsa frigo, tentando di erigere una rabberciata e precaria barriera sul lato destro dell'asciugamano, all'altezza del suo sedere, che ostruisse eventuali sguardi indiscreti. A dire il vero non distinsi occhiate moleste od offensive, ma con ogni probabilità la moltitudine di mamme con bambini e la presenza di alcune signore attempate fece sorgere in lei scrupoli e ritrosie, convincendola ad usare una qualche accortezza o precauzione, seppur arrangiata. Mi distesi alla sua sinistra. Diana si alzò leggermente con la testa, scavalcò con lo sguardo il mio corpo e scrutò meticolosamente ogni singola presenza anche dalla mia parte, ma basandomi sull'espressione del suo viso non valutò così insidioso il versante che occupavo, considerando anche la sua minore densità in termini di persone e qualche figura in apparenza interessante.

Un brioso e sregolato gruppo di amici aveva appena terminato di sistemarsi accanto ad una delle giovani coppie già insediate, coprendo per nostra fortuna la visuale a presenze più mature e dalla curiosità un po' troppo insistente, nonostante fossero poste ad una distanza piuttosto considerevole.

Vedemmo avvicinarsi anche una famigliola non propriamente entusiasta ed armoniosa: il papà, sulla quarantina, puntava dritto verso uno dei pochi spazi rimasti ancora liberi, cioè accanto a noi, mentre la moglie tentava invano di dissuaderlo, proponendogli nervosamente altri piazzamenti.

Ad ascoltare con apatia ed irritazione il palese conflitto in corso era il giovane figlio, uno sfasato e grazioso giovanotto ancora intontito di sonno e visibilmente contrariato all'idea di dover sopportare una disastrosa giornata di afa e noia accanto ai suoi bisticcianti genitori, anziché rimanere beatamente a casa a poltrire oppure a divertirsi altrove in compagnia dei suoi amici. Cercai di inquadrare il comportamento dell'uomo e di capire se a spingerlo vicino al nostro ombrellone fosse l'attrazione per il sedere di Diana oppure la stanchezza, la pigrizia o l'impossibilità di individuare collocazioni alternative. Notai in lui un atteggiamento talmente stressato ed esaurito da non accorgersi nemmeno della nostra presenza: il suo sguardo fisso a terra era assente, spento e dimesso, privo di qualunque emozione. Si arrestò esausto a pochi metri da noi, liberandosi meccanicamente dei bagagli ed iniziò a scavare per un adeguato fissaggio in sicurezza del suo ombrellone.

La robusta ed indomita moglie, raggiungendolo, continuò ad affermare che sarebbe stato preferibile sostare in un altro tratto che indicava in maniera inarrendevole con veementi gesti delle mani. Il ragazzo fu l'unico ad alzare gli occhi dalla sabbia ed a guardarsi intorno, cercando una logica distrazione alle pedanti e grossolane intemperanze di sua madre: si soffermò dapprima su alcune coetanee della vicina combriccola, poi nel girarsi lanciò un'apprezzabile occhiata al sedere di Diana, scavalcando senza indugio l'ostacolo del mio fisico. Riabbassò di colpo lo sguardo, calandosi nuovamente nella sua grigia indolenza.

La sguaiata foga polemica della donna era divenuta martellante: fissai il marito con aria compassionevole, quasi commuovendomi; in quel momento avrei voluto manifestargli tutta la mia solidarietà, ma stranamente trattenni la mia verace schiettezza: stavolta fu Diana, dal nulla, ad esprimersi sottovoce: "Evidentemente stava proprio malissimo da solo, se ha avuto il coraggio di scegliersi una moglie del genere!! Scommetto che tornerebbe indietro molto volentieri, poveraccio..." Il suo obiettivo di assopirsi prima del pranzo fallì miseramente, annientato dalle insopportabili rimostranze dell'ossessa che avevano infastidito l'intero vicinato. Direzionò il suo volto verso di loro per poterli inquadrare e notò anche la presenza del ragazzo, in rassegnato silenzio: "Hanno pure la prole al seguito: povero figlio, è anche carino ma sarà devastato da una madre così: spero tanto che si tratti solo di un momento di tensione sporadico, altrimenti ci sarebbe da preoccuparsi".

Conclusa l'iniziale prassi di sistemazione, l'uomo si dedicò con un primo barlume di tenacia e di piacere al gonfiaggio di un materassino con il quale si allontanò in acqua a debita distanza dalla moglie ancora riposseduta dal demonio. In assenza del marito, la signora, deo gratias, si zittì, sdraiandosi al sole ad occhi chiusi, mentre il ragazzo si sedette sotto l'ombrellone, prelevando dal suo zaino un lettore musicale munito di auricolari, con l'aiuto dei quali riuscì ad isolarsi adeguatamente da qualunque possibile ricaduta nevrotica della sua mamma.

Ritrovata una tranquillità quanto mai opportuna, gli sguardi del giovane cominciarono a riempirsi di interesse, luce e vivacità: privilegiò comprensibilmente mirare verso due bellissime ragazze alla sua sinistra, sulle quali la natura aveva compiuto davvero un ottimo lavoro: impossibile non plaudere a tanta meraviglia, in particolare per un coetaneo. Tuttavia le fanciulle, consce della loro perfezione ed un tantino superbe, lo ricambiarono a lungo con totale indifferenza fino a scoraggiarlo, inducendolo a cambiare obiettivo ed a girarsi dalla nostra parte.

Dopo il salvifico game over della signora, Diana riprovava ad appisolarsi, non accorgendosi che il suo fantastico sedere ormai abbronzatissimo era finito sotto osservazione, grazie all'acquisito ed insperato gradimento di un piacente giovanotto.

L'inconsapevolezza di Diana per la ravvicinata presenza di un nuovo impronosticabile ammiratore iniziò a stuzzicare la mia libidine: mi eccitavano gli sguardi sul suo culo mentre lei, con il viso voltato nella direzione opposta, tentava placidamente di prendere sonno, senza atteggiamenti provocatori e all'oscuro di tutto.

Desideravo concedere al ragazzo una visuale migliore, priva di ostacoli ed impedimenti ed anch'io bramavo di godere di un'inquadratura più ampia da una diversa angolazione: mi alzai con leggeri movimenti felpati e mi avviai lentamente verso la battigia, evitando che Diana avvertisse il mio intento; entrai in acqua, dapprima tuffandomi per poi fermarmi a riva, con lo sguardo rivolto alla spiaggia. Il succinto perizoma di Diana spiccava imperiosamente, circondato da una variegata sovrabbondanza di persone, mentre la valanga di nuovi arrivi non accennava ad interrompersi. Altre giovani coppie riuscirono ad incastrarsi al millimetro tra i pochi vuoti rimasti, chi dietro di noi, chi in posizione quasi rialzata ai piedi delle dune, mentre un'altra numerosa comitiva fu costretta a desistere, deviando verso l'interno dell'arenile in direzione dei chioschi.

Notai il giovanotto controllarmi con frequenza, prima di concentrarsi sul sedere di Diana: forse temeva di esagerare o forse era alla ricerca del mio beneplacito o sperava in qualche attimo di mia distrazione. Lo accontentai volentieri, gettandomi di nuovo in mare per cimentarmi in una serie di bracciate. Mi accorsi che Diana nel frattempo aveva cambiato l'orientamento del suo viso e si era voltata verso il mio asciugamano: finalmente poteva ben distinguere il suo ammiratore, ma parve continuare a sonnecchiare.

Proseguii il mio bagno strategico che si rivelò molto più lungo del previsto: Diana non si svegliava, a dispetto della confusione sempre più dilagante che ci avvolgeva; mi ero ripromesso di aspettare le sue mosse una volta ridestata, prima di tornare a sdraiarmi. Permisi al giovanotto, e probabilmente non solo a lui, interminabili momenti di arrapamento alla vista di un culo sfacciatamente scoperto da una posizione privilegiata ed esclusiva.

La mia attesa fu premiata da un moderato sollevamento sui gomiti da parte della mia dolce metà, che ad occhi semiaperti cercava a stento di rintracciare dove fossi finito. Dopo avermi individuato in acqua, si guardò intorno, notando finalmente gli sguardi interessati del giovanotto a breve distanza. Rimase per qualche istante in posizione rialzata, regalando un panorama laterale molto generoso. Di colpo la vidi sollevarsi maggiormente, quasi su un lato e infilare una mano sotto i suoi seni, massaggiandoli come per liberarsi di qualche granello di sabbia. Riuscii ad intravedere chiaramente anche la sua areola sinistra ed il suo improvviso spostamento sul mio asciugamano, servendosi ancora dei suoi gomiti ma senza abbandonare la sua posizione a pancia sotto. Si distese nuovamente, schiacciandosi, ma si risollevò quasi subito, per livellare uniformemente la sabbia con una mano mentre le sue tettone iniziarono a scuotersi, frenate solo dal leggero contatto dei capezzoli con l'asciugamano. Il ragazzo cominciò ad irrigidirsi, completamente catturato dai movimenti di Diana che, terminato l'appianamento del fondo, tornò ad adagiarsi.

Il giovane per qualche attimo si dedicò a maneggiare il suo lettore, ma ben presto i suoi occhi si ributtarono con prepotenza sul bellissimo sedere, ancora più vicino a lui. Pensai di tornare a sdraiarmi, ma volli aspettare ancora, confidando in qualche nuova iniziativa da parte di Diana. Avevo delle sensazioni positive, qualcosa si stava muovendo, anche se a fari spenti rispetto al solito... o forse no: la vidi coricarsi per intero sul lato sinistro, le sue tettone erano completamente in mostra in direzione del ragazzo, a disposizione delle sue occhiate vogliose ed ininterrotte, mentre il suo sedere rimaneva ben visibile a favore del versante opposto. Ops, a questo particolare non aveva pensato all'istante, ma appena ne fu consapevole, si sedette sulle ginocchia coprendo i seni con un avambraccio e recuperò rapidamente le due borse con l'altra mano, collocandole tra i due asciugamani per innalzare una nuova e forse inutile barriera. Fu impossibile nascondere del tutto l'esuberanza delle sue tette ribelli e indisciplinate, che a giudicare da qualche occhio ipnotizzato di troppo, fecero capolino a più riprese. Nel frattempo l'uomo passò al mio fianco, mentre rientrava dalla sua famiglia con il materassino sottobraccio. Lo seguii anch'io per riguadagnare il mio asciugamano, Diana nel frattempo frugava nella borsa, sempre coprendo i seni. Appena mi sedetti, estrasse il suo reggiseno, si privò della copertura dell'avambraccio rimanendo in topless per qualche secondo in posizione seduta, prima di rivestirsi. "Bisogna che mi sveglio un po', vado a farmi un bagno anch'io". Guardò intensamente il giovanotto e si diresse verso la riva, rasentando in perizoma teli ed ombrelloni in un autentico percorso a ostacoli; si tuffò immediatamente, dirigendosi pian piano verso il largo con la sua solita traiettoria verticale.

Ascoltai parlottare la famigliola di nuovo riunita: il papà consigliava al giovane di bagnarsi, prima di pranzare, porgendogli il materassino gocciolante. Non furono necessarie ulteriori espressioni di convincimento: il ragazzo si liberò delle cuffie e ripose il suo lettore musicale nello zaino, si alzò e raggiunse a fatica la riva, lanciando il materassino in acqua. Non si allontanò di molto in principio, scegliendo di dirigersi al largo soltanto dopo aver notato l'inizio della ritirata di Diana, che accorgendosi del suo arrivo deviò vistosamente direzione, cercando di avvicinarsi a lui più che potesse. Subito prima di incrociarlo, Diana smise di nuotare e tornò in posizione verticale, toccando appena il fondo con i piedi. Fece qualche passo in avanti, guadagnando maggiore stabilità. Non mi parve di scorgere i lacci del suo reggiseno intorno al collo, sperai ardentemente di non aver preso un abbaglio. Avanzò ancora verso la riva, fino a scoprire la parte alta del suo seno, in totale libertà ed in pieno movimento ondulatorio. La vidi sorridere e gesticolare, mentre le sue areole ed i suoi capezzoli turgidi giocavano sensualmente a nascondino con le increspature del mare. Vedo, non vedo, vedo, non vedo: mi sembrava di impazzire ed immaginavo lo stato di grazia in cui versava quell'eletto giovanotto in acqua, a pochi centimetri da giunoniche tettone nude a galla. Un ulteriore avanzamento permise al suo seno di emergere totalmente. Diana si voltò spalle alla spiaggia, prima di arretrare ancora di qualche passo, scoprendosi ulteriormente. Il ragazzo si posizionò di fronte a lei, guardando verso la riva. Continuarono a dialogare per diversi minuti: notavo le mani di Diana avvicinarsi sovente alle sue tette, forse le sfiorava, o le stringeva, o le massaggiava davanti ad occhi eccitati ed increduli.

Consumata la piacevole conversazione, Diana slegò il reggiseno dal suo polso e lo riallacciò, continuando a volgermi le spalle. Poi si girò, immergendosi nuovamente fino a raggiungere la battigia con lievi bracciate. Mi distesi, girandomi a pancia sotto in attesa del suo arrivo e finsi di chiudere gli occhi. Tornò al suo asciugamano, si sdraiò in fretta nella mia stessa posizione privandosi di nuovo del reggiseno. Lo strizzò, abbandonandolo sull'angolo alto del telo, ad asciugare. Gli occhi puntati su di lei erano ormai difficili da quantificare e divennero ancora di più dopo circa un quarto d'ora: il giovane uscì dall'acqua e approfittando di un sonnellino dei suoi genitori, spostò il suo asciugamano al sole, quasi attaccandosi a quello di Diana, che non sembrò scomporsi. Il caldo opprimente delle due permise una rapida asciugatura posteriore, al punto di convincerla a girarsi, in topless, per un brevissimo ma intenso lasso di tempo. Il ragazzo era sdraiato a pancia sotto , con il viso posto quasi all'altezza delle sue tettone abbronzate e prorompenti. Avrebbe potuto baciare i suoi capezzoli o allungare le mani senza il minimo sforzo, ma si accontentò di un primo piano da una prospettiva assolutamente imperdibile, ad una distanza davvero irrilevante. Notai degli strani movimenti del suo coccige e del suo sedere, si stava arrapando e probabilmente con il suo membro giocava a penetrare la sabbia, immaginando di possedere Diana.

La fame ormai ingestibile ed il caldo eccessivo interruppero quel momento magico: Diana si rialzò dopo pochi minuti, regalando un'ultima straripante prospettiva ravvicinatissima delle sue tette in posizione seduta: indossò il reggiseno ancora bagnato e si spostò all'ombra, invitandomi a raggiungerla per il pranzo. Rimanemmo sotto l'ombrellone per un paio d'ore, prima di andarcene.

A distanza di 15 anni, credo che in tanti debbano ancora dimenticare quella splendida mattinata...
Sarei impazzito con quei seni vicino al volto... E forse se Diana mi avesse lasciato intendere gradimento ne avrei approfittato fino in fondo al posto del ragazzino... Del resto a questo punto non è quello che vuole????
 

vine1982

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E' l'attesa degli aggiornamenti che ti uccide ahahahh...ormai sto sempre qui a vedere come continua la storia..davvero bravo l'autore, sia nel descrivere dettagliatamente le scene, sia nell'uso di parole, in perfetta sintassi, scelte accuratamente per emozionare il lettore. Chapeau
 

Suggestionato

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Possibile che nessuno sia curioso di sapere di più sull'aspetto di Diana?
Selpot ama descrivere all'ossesso certi contesti ma di lei in realtà ha detto pochissimo.
...la sua statura non proprio da modella. Beh, certo, non avevo davanti a me una strafica, ma una tipa graziosa...
...A distanza di qualche anno la mia opinione su di lei non è mai cambiata: non è una strafica, ma è graziosa...
sappiamo solo che è piccola di statura, ma senza una reale idea.
Ha uno splendido seno, senza saperne forma e dimensioni.
Probabilmente ha un bel sedere anche se prima sembrava solo normale.
Altezza, capelli, occhi, labbra... Non siete curiosi?
Anche se nella testa di ognuno di noi poi può essere differente, qualche dettaglio a riguardo non dispiacerebbe.
 

marte195

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Possibile che nessuno sia curioso di sapere di più sull'aspetto di Diana?
Selpot ama descrivere all'ossesso certi contesti ma di lei in realtà ha detto pochissimo.
sappiamo solo che è piccola di statura, ma senza una reale idea.
Ha uno splendido seno, senza saperne forma e dimensioni.
Probabilmente ha un bel sedere anche se prima sembrava solo normale.
Altezza, capelli, occhi, labbra... Non siete curiosi?
Anche se nella testa di ognuno di noi poi può essere differente, qualche dettaglio a riguardo non dispiacerebbe.
Forse ...... Selpot ha intenzionalmente scritto pochi dettagli, da lasciare ad ognuno di noi, Immaginare la propria Diana
 

vine1982

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Possibile che nessuno sia curioso di sapere di più sull'aspetto di Diana?
Selpot ama descrivere all'ossesso certi contesti ma di lei in realtà ha detto pochissimo.
sappiamo solo che è piccola di statura, ma senza una reale idea.
Ha uno splendido seno, senza saperne forma e dimensioni.
Probabilmente ha un bel sedere anche se prima sembrava solo normale.
Altezza, capelli, occhi, labbra... Non siete curiosi?
Anche se nella testa di ognuno di noi poi può essere differente, qualche dettaglio a riguardo non dispiacerebbe.
Infatti fin ora ha preso le sembianze nella mia fantasia di mie vecchie conoscenze..ma la curiosità c'è e tanta 🤩
 

Poncharell

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I racconti di selpot sono super, ma io direi che anche la partecipazione di @Poncharell é da lodare, lasci trasparire un coinvolgimento davvero encomiabile che dà un valore aggiunto al topic, sei un grande
Sei gentilissimo.
Diciamo che con le imprese di Diana e gli scritti di Selpot, viene tutto da se'.
Grazie ancora 🤗
 

ILNUDISTA

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Il mio cervello era un vulcano in piena eruzione: avrei voluto rivelare e domandare a Diana di tutto in quei due/tre minuti di percorso tra i pescatori ed il nostro ombrellone: " Sei stata stupenda, Come ti sentivi? Ti vergognavi? Ti piaceva almeno un pò?" Hai notato come ti guardavano?" "Ti reputi ancora così da buttare?" ma pensai che la cosa migliore fosse resistere e tenermi dentro tutte quelle curiosità che smaniavo di conoscere ad ogni costo, perché in quei due/tre minuti mi aspettavo anche una pioggia di insulti, di scatti di ira, di tragiche sceneggiate da parte sua...e invece non credevo alle mie orecchie nel sentirla parlare normalmente, senza alcuna rabbia, anzi in maniera mai così pacata: "Oggi scotta questa sabbia, mi sto bruciando i piedi, accidenti: quanto scommetti che la borsa frigo è al sole? L'acqua minerale sarà rovente ormai, speriamo che i nostri panini non si siano essiccati", diceva ridendo serenamente. In quei due/tre minuti mi aspettavo anche di vedere entrambe sue le braccia a copertura delle tettone che continuavamo a ballare senza tregua e invece... libertà assoluta. Avevo assorbito le sembianze e l'atteggiamento del pescatore più giovane: non riuscivo a staccare gli occhi da quei due capolavori in continuo movimento, di profilo, che mi camminavano a fianco con un misto di sfacciataggine e naturalezza. Cercavo talvolta di distanziarmi allargandomi a destra di qualche centimetro per godere di una visione più "panoramica" ma senza esagerare, temendo che Diana se ne accorgesse e mi rimproverasse: non volevo spezzare quel filo di armonia, di complicità e di non belligeranza che immaginavo sottilissimo. Arrivammo a destinazione "Cosa ti dicevo!? La borsa è al sole", alzò per un secondo gli occhi al cielo "avrei dovuto fare l'astronoma, io: guarda, il sole si è spostato... e avrei dovuto anche inclinare l'ombrellone prima di raggiungerti, da brava astronoma mancata". Sugli asciugamani non vedevo il suo reggiseno, forse l'aveva sistemato nella sua borsa che stava spostando: ero certo che il momento magico stesse terminando: appena appoggiata nuovamente la borsa a terra, l'avrebbe aperta per riprendersi il suo amato triangolo... e invece no, la mise all'ombra accanto alla borsa frigo. "Io avrei fame, ma vorrei prima farmi un bagno, sto rischiando un'insolazione, devo abbassare la temperatura corporea, sono molto accaldata, vieni con me?" Impossibile rifiutare stavolta, per tante, troppe ragioni.

In pieno stato confusionale mi stavo avviando in acqua con ancora carta, penna e cellulare tra le mani: me ne accorsi solo quando Diana, da dietro, me li rapinò ridacchiando e prendendomi in giro per la mia sbadataggine. Li andò velocemente a riporre e mi raggiunse sul bagnasciuga in un baleno, con una breve corsa in punta di piedi per evitare il più possibile il contatto con la sabbia rovente... e così facendo mi regalò un altro balletto ammaliante delle sue grazie. L'acqua era gelida, l'impatto fu tremendo, soprattutto per me che non avevo bagnato nemmeno i piedi dall'inizio della vacanza. Dopo qualche secondo Diana mi abbracciò "Brrrr, che fredda, riscaldami un pò" Sentivo le sue tettone schiacciarsi su di me: "Vuoi ancora tornartene a casa o pensi di rimanere?" chiese ironicamente. Sorrisi ma non ebbi il tempo di rispondere: "Che ne pensi? Sono stata brava? Sei soddisfatto adesso?" Risposi che ero felicissimo, inebriato e che era stata perfetta, ma chiesi di conoscere esattamente le sue sensazioni in quel momento: mi disse di essere più preciso e allora le porsi tutte le piccole domande che mi balenavano in testa durante il nostro percorso di ritorno: "Beh, certo: all'inizio mi vergognavo, anche tanto, ma pensavo che dovevo farlo per te e resistevo. Poi ho capito che loro gradivano,non me lo aspettavo, ma un pò mi faceva piacere... mi era venuto il sospetto che ti fossi messo d'accordo con loro affinché mi guardassero, stavo al gioco, ma poi ho visto che anche il più grande, Andrea, era molto spontaneo, non stava recitando e guardava proprio perché gli piacevo, ma è stato carino, però troppo maturo, mi sa che a 50 anni ci arrivava, non se se lo rifarei davanti a gente così grande, boh, già con un giovane è diverso: poi bisbigliò ridacchiando nel mio orecchio "il ragazzino invece mi piaceva, mi stava facendo bagnare, era proprio imbambolato dalle tette: poverino, forse non le aveva mai viste così da vicino e io a un certo punto glielo facevo apposta: hai notato quando drizzavo la schiena e gliele sbattevo in faccia? Stava svenendo, che bella sensazione... ma saranno tutti così questi giovanotti? Pensavo che nemmeno di guardasse, avrà avuto 15/16 anni... io alla sua età nemmeno ci pensavo a queste cose".

Mentre metteva a nudo le sue sensazioni, era impossibile non toccarla ovunque, in quel momento ero letteralmente tentacolato: quando ci separammo dall'abbraccio, Diana fece un paio di bracciate: poi disse "adesso tonifico un pò le tette" è iniziò a farle ondeggiare a pelo d'acqua con le increspature del mare: pensavo che non avevavo nessun bisogno di essere tonificate, a 24 anni, ma fu comunque uno spettacolo meraviglioso ammirare quel "vedo, non vedo" scandito dal ritmo del mare.

Sentivo nel frattempo alcune voci, mi girai e vidi che l'intero gruppo di pescatori camminava sul bagnasciuga quasi davanti a noi, con le loro attrezzature in mano o a tracolla, stavano andando via dalla spiaggia: sentimmo la voce di Andrea esclamare "questo è il mi figliolo", rallentando il passo e salutando con la mano, mentre con l'altra abbracciava alla spalla un altro ragazzo. Invece di immergersi completamente in acqua per coprirsi e ricambiare il saluto con la mano, come avrebbe fatto qualunque brutto anatroccolo, Diana mi guardò con un sorrisino malizioso e mi avvertì "scusa, vado a presentarmi agli altri, non mi sembra educato restare qui. Rimani tu, se vuoi, goditi la scena: oggi è la tua giornata".

Si alzò in piedi scoprendo completamente le tette e si avviò verso il bagnasciuga accelerando il passo: un altro ballo straripante in piena regola, ma stavolta mi voltava le spalle: ne potevano beneficiare solo quei 7 fortunati. Avanzai di parecchio per vedere meglio, l'acqua ormai era bassa e fui costretto ad inginocchiarmi per coprire la mia evidente erezione. Non scorderò mai il loro perfetto allineamento in fila e il loro sguardo estasiato rivolto verso Diana che li raggiungeva. Lei si fermò proprio davanti ad Andrea, uscendo dall'acqua. Era del tutto a suo agio, nonostante avesse addosso 14 occhi contemporaneamente, non accennava a coprirsi. Vedevo stringere la sua mano a quella del vero figlio di Andrea, poi scambiarono quattro chiacchiere e qualche risata, prima delle presentazioni anche con il resto del gruppo. Non avrei mai creduto in vita mia di poterla vedere da sola, in topless, parlare con sette uomini, praticamente sconosciuti, dopo la tribolazione patita per un anno a furia di sentirla commiserarsi. Desideravo ardentemente avvicinarmi ancor di più o addirittura raggiungerli per gustarmi i dettagli alla minima distanza ma non riuscivo a soffocare la mia adrenalina. Fu Andrea a chiamarmi: "Vieni qua che devo dirti una cosa" Fortunatamente il suo invito rappresentò un segnale di spegnimento per il mio pene che iniziò a collaborare, sgonfiandosi da bravo e riuscii a uscire in condizioni civilmente idonee: Andrea mi presentò Davide, "il mi figliolo", bel ragazzo anche lui, sicuramente maggiorenne ed anche gli altri presenti, compreso un altro giovanotto sempre sui 18 anni che dopo avermi degnato di uno sguardo per una frazione di secondo, tornò ad occuparsi di una accuratissima analisi visiva delle tette di Diana insieme al più giovane del gruppo che già le conosceva bene. "La spiaggia che ti dicevo si chiama Cacciarella, me lo son fatto dire da loro", Andrea indicava due uomini della sua età che annuirono sorridendo. Il più maturo mi spiegò brevemente come ci si arrivava, mentre l'altro aggiustava la posizione del suo zaino a tracolla, mentre mirava con lo sguardo verso le tettone che nel frattempo si erano asciugate, placando anche l'esplosione dei capezzoli. Salutarono nuovamente soprattutto lei, quasi circondandola, prima di riavviarsi.

Diana si rivolse subito a me con uno sguardo tentatore ed una voce bassa e provocante: "Era doveroso salutare ed essere gentile con tutti, me lo hanno insegnato da bambina". Sorrisi compiaciuto evidenziando di avere l'impressione che fosse la sua giornata, oltre alla mia. "E' anche la mia giornata, diciamo di si, posso essere d'accordo, ma non illuderti, non sarà così ogni giorno, da domani tornerò ad essere quella di sempre".

Faceva davvero un gran caldo: per non ustionarci ogni volta i piedi, Diana mi propose di spostare in avanti la nostra postazione, che era quasi a ridosso delle dune e di avvicinarci il più possibile al bagnasciuga, dove la sabbia era meno bollente e si poteva sentire qualche flebile alito di vento. Obbedii sull'attenti, correndo verso gli asciugamani che portai per primi, ad un paio di metri dall'acqua: poi feci lo stesso con le borse e infine piantai l'ombrellone: nel frattempo lei era rimasta in piedi a terminare il suo sgocciolamento. Si sdraiò un attimo al sole ma si rialzò quasi subito rimanendo seduta: voleva pranzare. Divorammo i nostri panini ancora commestibili: con i bicchieri di acqua tra le mani, ammiravamo la spiaggia ormai deserta ma vedevamo in lontananza qualcuno correre verso di noi. Man mano che si avvicinava notavamo una fisionomia conosciuta: si, era proprio lui, il più giovane del gruppo dei pescatori con cui aveva già avuto modo di esibirsi a distanza ravvicinata: correva in modo molto determinato di chi deve fare in fretta, quindi non pensammo ad un desiderio di rivedere lei, che tuttavia si posizionò meglio, appoggiando le mani sull'asciugamano, con le braccia tese, leggermente dietro i fianchi, per mettere le tettone in primo piano. Il ragazzo incominciò a fissarla ancor prima di arrivare, ci salutò guardandoci un secondo anche negli occhi e rivelandoci ansimando che aveva dimenticato una felpa che indossava appena arrivato all'alba: memorizzò di nuovo le tette e si allontanò verso la postazione di pesca. Diana esclamò un dispiaciutissimo e sensuale "che peccato che vada così di fretta". Le ricordai di aver appena sentito pronunciarle la frase "tornerò ad essere quella di sempre" e lei ribattè maliziosamente: "ho detto da domani: tornerò ad essere quella di sempre, da domani: oggi va così": si voltò verso la sua borsa, la aprì e estrasse la crema solare "quando ripassa lo faccio svenire, stavolta: vedrai che non mi dimentica più, crescerà benissimo con il mio ricordo". Di sicuro a crescere in tempi record era nuovamente il mio pene, cercai di nasconderlo ma Diana se ne accorse e mi invitò a tornare in acqua "...anche perché se ci sei tu, lui guarda meno, quindi fatti un bagnetto qua davanti e apprezza: obbedii ancora una volta con molto piacere, mi tuffai e mi voltai subito verso di lei. Mi fissò provocandomi con tre o quattro pose sexy che rendevano le sue tette ancora più generose ed esplosive. Era strepitoso vederla in topless a così poca distanza dal bagnasciuga. Girò lo sguardo verso la postazione di pesca, si intravedeva la sagoma del ragazzo nei pressi della posizione originaria, la più distante. Diana si voltò verso di me e iniziò a spalmarsi con precisione un pò di crema sui polpacci e sulle gambe, poi salì alle cosce: fu la volta della fronte, del naso e delle guance, con altrettanta calma; nel frattempo si girò nuovamente, il ragazzo aveva appena ripreso il cammino: Diana passo più velocemente alle braccia ed alle spalle controllando con più frequenza a quanta distanza si trovasse ancora il giovanotto, i cui movimenti erano sempre più nitidi: non correva più, camminava veloce, evidentemente era esausto, o magari aveva voglia di dare un'ultima occhiata con più tranquillità... un altro minuto e sarebbe arrivato. Diana fece cenno di alzarsi, poi attese ancora. Si spalmò meglio qualche grumo di crema sul braccio destro, guardò ancora verso di lui, ormai era vicino: da seduta si inginocchiò, drizzò la schiena e tirò le tettone in fuori, prese un pò di crema e iniziò a spalmarla sotto il collo e mentre il ragazzo sopraggiungeva rallentando il passo, si riempì la mano destra di una maggiore quantità di crema e la distribuì equamente sui due seni, senza ancora allargarla: lo aspettava: "hai trovato la felpa?" gli chiese iniziando a spalmarsi. Le tette erano schermate di bianco dalla grande quantità di crema" " Si si" rispose a fatica mostrando la felpa blu che teneva in mano. Diana lo invitò a fermarsi un secondo per riprendersi dalla fatica, era molto sudato e visibilmente provato. Lui non se lo fece ripetere e si arrestò, rimanendo in piedi davanti a lei: la fissava senza mai staccare lo sguardo mentre lei si spalmava stringendo le sue tettone per poi lasciarle cadere e ballare. "Sei stato fortunato che la spiaggia oggi è deserta, altrimenti non so se l'avresti ritrovata, di questi tempi" "Non ti ho nemmeno chiesto il nome, l'età, che maleducata... vedo che a te del mio nome non ti importa, sei preso da altro... ma io sono curiosa": le disse di chiamarsi Valerio e di avere sedici anni e mezzo. "Accidenti: a sedici anni già ti piacciono le tette delle ragazze più grandi di te, stai bruciando le tappe". Valerio si scusò, prendendolo come un rimprovero e istintivamente si girò verso di me, temendo qualche mia reazione ma io gli sorrisi salutandolo con la mano, mentre Diana lo tranquillizzava "No no, guarda pure, tranquillo, a me fa piacere, l'importante è che ti piacciano". "Mi piacciono troppo, non ce la fo a non guardarle, sono troppo belle" Allora Diana cambiò il movimento della spalmatura: inizio ad avvicinare le tettone tra loro, accompagnandole dai rispettivi lati esterni "Anche così non sono male, vero?" "No, sono ancora meglio, così è il massimo, hai vinto" Anch'io volli rassicurarlo e ad alta voce gli confermai che poteva guardare senza farsi problemi, non lo avrei picchiato. Il cellulare di Valerio suonò, lo credevano disperso ormai... rispose che stava arrivando" e si congedò a mani giunte con un "torna presto, ti prego". Entrambi scoppiammo a ridere dalla sua schiettezza e lo salutammo.

Vi ho raccontato il primo topless della mia Diana: sono passati 15 anni da quella giornata ormai, ma la sua "genuinità" è immutata, anzi migliora invecchiando come il buon vino. Ringrazio anche tutti coloro che hanno gradito e che gradiranno. Devo ammettere che finora ho avuto contatti con persone quasi tutte educate e civili, spero che continui così perché da raccontare avrei ancora "qualcosa", fino ai nostri giorni. Mi scuso invece con chi si aspettava un finale diverso, più animalesco, a base di orge, sesso o autoerotismo e anche con coloro che si chiederanno cosa c'è di trasgressivo in un racconto senza sesso: io credo che la trasgressione non sia sesso, ma sia molto meglio. Il racconto è autenticamente ciò che è avvenuto quel giorno e non ritenevo giusto completarlo con un finale falsato, forzato e non veritiero. Non ci sarà mai sesso nei miei racconti perché non è mai avvenuto in spiaggia: inoltre non ho la capacità di scrivere esperienze che non mi appartengono. Se vorrete, continuerò a raccontare altro, sempre riguardo a giornate di mare interessanti. Ora potete liberare educatamente le vostre sensazioni, i vostri pareri, le vostre curiosità e le vostre considerazioni su Diana. Ciao!!
Ho scoperto oggi il tuo thread, posso dirti che apprezzo la dovizia di particolari e il tuo modo di raccontare le cose, sembra quasi di viverle, tanto che ad ogni parola, provavo ad immaginare la mia lei al posto della tua Diana. Complimenti
 

doc1981

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Ho scoperto oggi il tuo thread, posso dirti che apprezzo la dovizia di particolari e il tuo modo di raccontare le cose, sembra quasi di viverle, tanto che ad ogni parola, provavo ad immaginare la mia lei al posto della tua Diana. Complimenti

Ma infatti la bellezza di un racconto è proprio quello.
Ognuno di noi può immaginare, tramite i dettagli inseriti da chi racconta, la propria Diana.
Per quello mi fanno incazzare quelli che, dopo neanche il primo capitolo di un racconto, incominciano con "eh ma una foto....cosi ci aiuti a immaginarla". Ma Dio santo, devono essere dei minus habens se non hanno neanche la fantasia di immaginare una donna.
Se poi io la immagino in un certo modo, potrei anche rimanere deluso qualora non fosse totalmente diversa dall'immagine che mi ero creato.
Per cui preferisco lasciarmi trasportare dalle parole di Selpot e vivere ogni volta una nuova avventura immaginando la "mia" Diana.
 

ILNUDISTA

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Ma infatti la bellezza di un racconto è proprio quello.
Ognuno di noi può immaginare, tramite i dettagli inseriti da chi racconta, la propria Diana.
Per quello mi fanno incazzare quelli che, dopo neanche il primo capitolo di un racconto, incominciano con "eh ma una foto....cosi ci aiuti a immaginarla". Ma Dio santo, devono essere dei minus habens se non hanno neanche la fantasia di immaginare una donna.
Se poi io la immagino in un certo modo, potrei anche rimanere deluso qualora non fosse totalmente diversa dall'immagine che mi ero creato.
Per cui preferisco lasciarmi trasportare dalle parole di Selpot e vivere ogni volta una nuova avventura immaginando la "mia" Diana.
Assolutamente d'accordo, la Sua Diana diventa magicamente la nostra compagna e diventa ancor più eccitante. Io ad ogni capitolo vedo la mia lei e immagino come si comporterebbe lei e come reagirei io...
 

SonuStrunz

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Possibile che nessuno sia curioso di sapere di più sull'aspetto di Diana?
Selpot ama descrivere all'ossesso certi contesti ma di lei in realtà ha detto pochissimo.
sappiamo solo che è piccola di statura, ma senza una reale idea.
Ha uno splendido seno, senza saperne forma e dimensioni.
Probabilmente ha un bel sedere anche se prima sembrava solo normale.
Altezza, capelli, occhi, labbra... Non siete curiosi?
Anche se nella testa di ognuno di noi poi può essere differente, qualche dettaglio a riguardo non dispiacerebbe.
Quando leggo le loro avventure immagino la mia lei e credo che molti di noi facciano lo stesso. Diana è la nostra compagna di vita :cool:
 
OP
S

selpot

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Un solenne, rigoroso ed irrinunciabile week-end di Ferragosto in famiglia, oltre a cause di forza maggiore ed alle prime avvisaglie di un precoce maltempo di fine Estate, ci tennero lontani da litorali e trasgressioni per tre lunghissime, eterne settimane.

Ne approfittai rassegnatamente per decifrare i motivi per i quali mi sentivo arrapato in modo irrefrenabile nel ripensare all'ultima esperienza al mare. Eppure l'andamento ed il bilancio di quella giornata non si erano rivelati così ricchi di episodi piccanti o di sussulti particolari, rispetto ad altre occasioni che, pur decisamente più movimentate e vibranti, non avevano provocato in me un'eccitazione così ostinata.

Forse il minuscolo perizoma bianco di Diana rappresentava un influente valore aggiunto? Oppure era colpa della sua attenuata e graduale impudicizia, che aveva lentamente sovvertito l'atmosfera castigata e ordinaria su una spiaggia popolana e popolare nella prima Domenica di Agosto? E se invece a stimolare incessantemente il mio cervello fosse stato il crescente apprezzamento della "preda" di turno, dapprima abulica e indifferente, poi distratta dalle sue coetanee per poi terminare inesorabilmente catturata nella rete della mia provocante compagna? Un cocktail micidiale tra i tre possibili fattori determinava di sicuro una bomba di inaudita potenza erotica, almeno nella mia mente.

Il malinconico Settembre era giunto di corsa, come un lampo, portandosi dietro una prematura ed inattesa fine dell'Estate. Un vento pressoché costante e fastidioso, oltre alla timida incertezza dei raggi solari, iniziavano ad abbattere le temperature e la vitalità del solleone, ma non la mia voglia di chiudere in bellezza una stagione estiva davvero sorprendente. Consultai le previsioni meteo quasi ossessivamente per tutta la settimana, nella speranza di poter dedicare almeno qualche ora del Sabato o della Domenica ad un ritorno presso la spiaggia nella zona militare, che continuava a scatenare in me fantasie irrealizzate o lasciate a metà.

La freddolosa e letargica Diana aveva deciso con fermezza di anticipare il suo cambio di stagione, riprendendo velocemente confidenza con le sue calde, comode tute affezionate, con i giubbini autunnali, con i suoi pigiami antiuomo e con la preziosa coperta per la notte. Quando timorosamente tentai di proporle al telefono una giornata di mare per la Domenica, che si preannunciava un pochino più stabile e calda, lei ribaltò a sorpresa le mie pessimistiche congetture, accettando con convinzione ed un impronosticabile entusiasmo: "Ma si, dai, proviamo! Questa Estate è volata via in un baleno e tirando le somme, al mare siamo andati pochissimo: un "saluto" finale non mi dispiacerebbe affatto... e se proprio non sarà possibile fermarci a lungo in spiaggia, faremo una passeggiata nei dintorni".

Per non rischiare di trovarci impreparati di fronte ad una possibile eccessiva frescura in prossimità delle spiagge, optammo per un abbigliamento più di sostanza. La maglia primaverile di Diana permetteva di scorgere appena i laccetti di colore turchese del suo reggiseno, che presagivano la scelta di un altro pezzo forte del suo nuovo sexy assortimento.

I parcheggi su strada stavolta erano semideserti, nonostante la giornata rispettasse le previsioni di sole e di un moderato tepore. Agosto, evidentemente, aveva spazzato via tutta l'euforia e la voglia di mare dalle persone. Varcammo l'evidente foro del reticolato, palesemente manomesso ai fini di un passaggio eversivo: il vento iniziava a farsi sentire, man mano che la nostra camminata sul sentiero sterrato ci conduceva alla spiaggia.

Pochissime anime, tutte fedelmente stanziate nei pressi dell'entrata: un paio di singoli di mezza età, una giovane coppia con un cagnolino al seguito e un gruppetto composto da due giovanotti ed una ragazza apparentemente più grande rispetto a loro.

Diana analizzò brevemente i presenti: "Io direi di andare in fondo alla spiaggia: se ci mettiamo nello stesso posto della volta scorsa, saremo riparati maggiormente dal vento con quella collinetta alle spalle e la scogliera intorno e poi, magari... insomma...capito, no...?"

Un pizzico di delusione mi pervase sul momento: speravo ardentemente di vederla alle prese con i due ragazzi... e a dire il vero anche con i due uomini singoli, all'apparenza educati e rispettosi, sui 45/50 anni, ma piuttosto fascinosi e curati, in entrambi i casi. Confidavo in un ampliamento delle categorie o delle fasce di età discriminatamente predilette da Diana, pur inquadrando ormai a colpo sicuro le sue chiare preferenze: ragazzi, possibilmente soli o in gruppi composti unicamente da maschietti, il che comportava uno scarto automatico per maturi e comitive miste, peccato! Il suo timbro di voce particolarmente ammaliante annientò in breve tempo il mio rammarico, a favore di una progressiva e speranzosa consolazione nell'immaginare il suo verosimile obiettivo: i militari.

Chissà se a Settembre quei demotivati giovanotti in divisa avrebbero ancora ricevuto ordini di ispezionare una spiaggia occupata innocuamente da quattro gatti ormai. In un quarto d'ora abbondante raggiungemmo senza fatica la fine dell'arenile, sempre sospinti ed accompagnati da una leggera brezza non proprio estiva. Diana ancora una volta aveva azzeccato in pieno: scegliere l'identica collocazione occupata giorni addietro ci permetteva una notevole protezione dal vento, grazie alla scogliera che ci avvolgeva a sinistra ed alla collinetta alle nostre spalle, da cui ramificavano numerosi sentieri che conducevano alla caserma o ad altri accessi su strada rigorosamente interdetti ai bagnanti.

Diana mi persuase dal piantare l'ombrellone, il sole era assolutamente sopportabile ed anche benaccetto: posizionò rapidamente gli asciugamani e con i vestiti ancora addosso si diresse sulla battigia, allontanandosi all'indietro di qualche metro, prima di fermarsi: guardandomi fissa negli occhi si sfilò sensualmente maglia e pantaloni, tenendoli in mano e cominciò ad esibirsi in una lenta e provocante sfilata sul bagnasciuga per presentarmi il bikini dal quale ero rimasto follemente attratto nel negozio di intimo.

"Come mi sta?" Esaltò con movenze da passerella ogni particolare anteriore, desistendo dal girarsi. Le sue tette straripavano imperiosamente, racchiuse a stento nel minuscolo reggiseno che non appariva funzionale al contenimento di un'esuberante quarta misura. Morivo dalla voglia di vedere il suo culo: il perizoma di giornata sembrava ancora più ridotto di quello bianco; Diana parve leggermi nel pensiero ma dispettosamente non volle accondiscendermi, proseguendo con abilità ed a suon di sguardi ammiccanti il suo sexy avvicinamento. "Sei meravigliosa, non oso immaginare cosa si nasconda là dietro..." "Oggi, qua dietro, c'è ben poco da nascondere, guarda..." Si voltò di spalle offrendomi un panorama strepitoso del suo lato B: anche un sedere normale, impreziosito e valorizzato da un succinto perizoma in spiaggia, può diventare stupendo ed arrapante, pur non essendo perfettamente scolpito o marmoreo .

Avevo ragione: quel bikini era ancora più striminzito degli altri, a giudicare dal sottile segno bianco che bordava vistosamente il triangolino del suo perizoma. Mi alzai e la raggiunsi, stringendola a me per una palpazione vigorosa e maniacale del suo sedere, millimetro per millimetro. La chilometrica distanza dai pochi presenti e l'assenza di soldati all'orizzonte mi stimolarono a proseguire: salii con le mani sulla sua schiena e slacciai il reggiseno, scoprendo le sue tettone abbronzate che traballarono nel sentirsi improvvisamente in libertà. Le tastai con irruenza, i capezzoli spuntarono sfacciatamente: li salutai leccandoli con libidine ed intensità, prima di dedicarmi ad un bacio gustoso e soffocante su entrambi i seni. La presi in braccio fino all'asciugamano, sul quale ci adagiammo ormai dominati da incontenibili istinti sessuali: "Mi stai facendo bagnare con il costume nuovo, non è meglio toglierlo del tutto?" "Ogni tuo desiderio è un ordine". In una frazione di secondo strappai quasi il perizoma dai suoi fianchi, gettandolo sul telo all'impazzata. Desideravo leccare anche la sua passerina, ma sarebbe stato inutile: la fica di Diana era già rovente, dilatata e fradicia, fu sufficiente donarle qualche minuto di dominio e di ritmica perfetta per raggiungere una reciproca estasi totale.

"E adesso cosa mi invento con i militari!? Meglio di così non potevamo iniziare..."

" Vorrei che ammirassero il tuo nudo integrale e ti toccassero le tette... e se vorrai spalancare le gambe anche in loro presenza, sappi che non sarò affatto geloso..."

"Addirittura!!! Guarda che sarei capace di farlo, cosa credi!? La divisa ha sempre il suo fascino e riesce a scatenare gli impulsi più reconditi in noi donne... potrebbe piacermi come situazione, perciò stai attento: sarebbe un'arma a doppio taglio per te..."

"Oggi ho voglia di rischiare... forse perché è l'ultimo giorno di mare per quest'anno: vorrei ricordarlo per tutto l'inverno, indelebile"

"Ok, se è questo che vuoi, proverò ad accontentarti molto volentieri, sperando che arrivi qualche giovane soldato... ma ci credo poco. Intanto vado un pochino in acqua e poi mangiamo qualcosa, hai svegliato anche la mia fame..."

Si alzò completamente nuda, priva di ogni pudore ed a piccoli passi raggiunse la riva: il suo sedere maestoso e svergognato rubava la scena ad ogni altra meraviglia della natura negli immediati dintorni. Mentre testava di spalle la temperatura dell'acqua con il suo culo totalmente in mostra, mi augurai fervidamente di sentir arrivare i militari, in quel preciso istante, sognando che impattassero in un'immagine mozzafiato nell'affacciarsi sulla spiaggia. Mi voltai in direzione della caserma, ma una calma piatta e desertica regnava indisturbata.

"Ci rinuncio: oggi niente bagno, l'acqua è fredda": fu facile crederle, considerando la durezza dei suoi capezzoli tutti da mordere che spiccavano sporgenti quando si girò spalle al mare, riavvicinandosi all'asciugamano in versione "nature".

Afferrò la borsa frigo, prima di sedersi con la fica e le tette in bella mostra. "Toglimi una curiosità: oggi la spalmatura sulle tette non è in programma, oppure hai intenzione di conservare la tua arma letale davanti ai militari?" Diana alzò gli occhi al cielo, sbattendo il palmo della mano sulla fronte: "E' vero, hai ragione, non ci ho minimamente pensato, ma provvedo subito..."Accantonando il nostro pranzo, rovistò con goffaggine nella borsa, fino a prelevare il tubetto di crema. Si inginocchiò, recuperando il suo sorriso provocante e puntò i suoi magnifici seni all'altezza del mio viso, impedendomi quasi di respirare.

"Visto che tintarella perfetta!? Questo solare è prodigioso, sembra fatto apposta per le mie tette: hai notato l'abbronzatura scura ed uniforme? Scommetto che fino a due mesi fa non avresti mai creduto di vedermi così, sii sincero!!" I movimenti sontuosi delle sue opere d'arte annullarono qualunque proposito di replica: preferii rimanere imbambolato, in religioso silenzio, a mezzo metro dal suo seno lucido e manovrato con rara maestria.

Diana abbassò lo sguardo verso il mio membro, tornato in gran forma a tempo di record; con voglioso compiacimento si chinò in avanti, sbattendomi i seni in faccia. Pressato da tanta imponenza, fui piacevolmente costretto a distendermi, per evitare il soffocamento. Salì sopra di me con impeto e smania, la penetrazione fu istantanea ed automatica. "Ti piacciono queste tettone addosso, vero?" Si abbassò maggiormente, sfiorando il mio petto con i suoi capezzoli. La fresca erezione precedente ci permise di durare ancora più a lungo, nonostante resistere a quel primo piano mozzafiato sarebbe stato proibitivo per chiunque. La sentii gemere dopo pochi minuti, ma nei miei sogni segreti pretendevo che urlasse di piacere. Rimasi concentrato sul mio obiettivo, senza rivelarlo. Aumentai d'intensità, leccai con ardore i suoi capezzoli dal chimico sapore di cocco, afferrando quasi con ferocia il suo sedere. Le sue prima urla sotto il sole inibirono la mia ragione. Accelerai ancora; per interminabili istanti Diana non riuscì più a gestire e misurare il tono dei suoi lamenti, ma nessuno poteva sentirci, purtroppo o per fortuna. Ad occhi chiusi mordeva il mio collo, le mie labbra, poi tornava a drizzarsi sulla schiena mentre le sue tettone molleggiavano incontrollate e senza ritegno. Le tastai con furore, ancora lubrificate di crema, stoppando la loro danza sfrenata, mentre il suo orgasmo focoso e dirompente innescò anche il mio, liberando le sue ultime grida passionali, quasi rabbiose. Capovolgemmo le nostre posizioni, senza rinunciare alla penetrazione, rimanendo avvinghiati ancora a lungo, in un'insolita seduta defaticante.

"Non vedo l'ora di ammirare le mani dei militari sulle tue tette e vorrei tanto che la loro lingua assaporasse le labbra della tua fica".
"Wow, hai le idee molto chiare direi... Ce la metterò tutta, piacerebbe anche a me..."

A fine pranzo Diana manifestò qualche segnale di stanchezza e di cedimento fisico: "Mi hai sfiancata, oggi, devo recuperare le energie, altrimenti cosa racconto ai miei soldati?". Si convinse a bagnarsi un po' a riva, rinunciando a nuotare, prima di sdraiarsi a pancia in su, con le gambe divaricate: "Sento di nuovo il vento che mi penetra, è una sensazione fantastica. Dimmi se arriva qualcuno, mi raccomando, controlla la situazione. Non mi va di rivestirmi, sto benissimo nuda, ma non voglio farmi arrestare!!"

"...E se arrivassero i militari? Devo avvisarti lo stesso?"

"Se sono carini, non mi rivestirò affatto, ma tu avvertimi comunque, magari fingerò di dormire mentre mi guardano... o mi toccano! Mi sembra un'ottima idea, non trovi?"

Annuii in piena fase di eccitazione, totalmente spiazzato dalla sua intraprendenza. "Ma organizza tu le modalità, inventa qualcosa... io mi riposerò profondamente mentre questa brezza si insinua con dolcezza"

Spostai l'asciugamano di fronte a lei, vicino alla battigia, per poter accorgermi in tempo reale di eventuali e graditissimi arrivi dei militari. Modificai di qualche centimetro l'angolazione del telo, per poter ammirare pienamente la sua fica spalancata dalla mia posizione seduta, spalle al mare. Osservare Diana baciata ovunque dai raggi solari incentivò una nuova evidente erezione, che non accennava a spegnersi nemmeno con il trascorrere del tempo. Sembrava essersi davvero addormentata, l'espressione del suo viso era quieta e gratificata.

Dopo circa mezz'ora avvistai finalmente in lontananza due giovanotti in mimetica, che provenivano a piedi, da uno dei sentieri sterrati. Il cuore cominciò irrefrenabilmente a palpitare. Mi alzai per istinto, preparandomi ad accoglierli con inaspettato nervosismo. Diana dormiva placidamente, avrei dovuto avvisarla ma scelsi di non farlo, senza ragionarci troppo. Desideravo che la guardassero tutta nuda, a gambe aperte. Lentamente mi arrampicai sugli scogli e salii sulla collinetta, pronto ad avvicinarmi a loro, a metà strada. Riconobbi il soldato non certo piacente, che qualche settimana prima aveva inscenato vicino al nostro ombrellone un risonante invito a lasciare la spiaggia, rivolgendosi ai presenti. Al contrario mi sembrò che l'altro commilitone fosse una faccia nuova e sconosciuta: moro, di media altezza, con carnagione olivastra e ben strutturato fisicamente. Esordirono con un saluto militare quasi in contemporanea, pronti a contestarmi le mie violazioni. "Con lei ci siamo già visti, mi sembra di ricordare". Confermai. "Bene, quindi conosce già le regole. Oggi non serve nemmeno che finga di andarsene, il nostro tenente non c'è, ma siamo tenuti comunque a vigilare". Li ringraziai, anticipando che la spiaggia era praticamente deserta, a parte noi e altre pochissime presenze vicino l'entrata. "Sono un pò imbarazzato, ma sento il dovere di dirvelo: visto che non c'è davvero nessuno prima di un chilometro, la mia fidanzata sta dormendo completamente nuda: devo svegliarla per farla rivestire o potete chiudere un occhio?" I due si guardarono piuttosto sbalorditi, poi cercarono di recuperare fermezza e impassibilità: "Beh, non è una spiaggia fruibile, tanto meno è una spiaggia nudista... ma se nessuno vi ha notato, NOI non ci siamo accorti di nulla..." Presi coraggio con una battuta: "Se vi ascoltasse la mia ragazza, non sarebbe contenta di sentire che non vi siete accorti di lei: il suo sogno è di essere guardata da giovani in mimetica, figuratevi!!..." Si guardarono ancora meravigliati, iniziando a giocare ed a sciogliersi un pochino:

"Davvero!? E lei non è geloso!?"

"No, assolutamente, anzi mi piace. Perché dovrei essere geloso? Si vive una sola volta, la vita va goduta! Quindi, se poteste realizzare il suo sogno, ve ne sarei grato in eterno"

"Lei non è il primo che quest'anno ci propone questo genere di esperienze, ma diciamo che stavolta saremmo molto più fortunati, se ben ricordo la sua ragazza. Il problema è che noi siamo in servizio, oltre ad essere entrambi fidanzati..."

"Certo, capisco... ma non vedo né i vostri superiori né le vostre fidanzate nei paraggi, nessuno saprebbe né vi vedrebbe: coraggio, ragazzi, non vi capiterà spesso una situazione del genere nella vita, ogni lasciata è persa..."

"Ma facci capire: lo dovremmo fare per lei, o per te...?"

"Per entrambi, ma fatelo, per favore... anche per voi!!"

Acconsentendo, si mossero per riprendere il cammino verso la spiaggia. Feci strada; li sentivo parlottare a bassa voce: il militare che già conoscevo descriveva minuziosamente le tette ed il culo di Diana al suo commilitone. Poi notarono la presenza di altre persone, pur lontanissime e mi chiamarono: "Però se c'è altra gente, niente sesso, rischiamo davvero di metterci nei guai, capisci? Non fraintenderci, sia chiaro: se la spiaggia fosse deserta, nessun problema, ma purtroppo qualcuno c'è... non si sa mai".

Risposi che avevano carta bianca e che avrebbero potuto decidere in totale libertà fin dove spingersi, con il consenso di Diana. Quando mi affacciai verso la nostra postazione la ammirai dormire ancora, a gambe spalancate. La osservarono ammaliati ed increduli, sgranando gli occhi: mimai di evitare rumori e di scendere lentamente dagli scogli. Mirarono ancora con attenzione al versante opposto, in cui erano assiepati i pochi bagnanti. Nessuno aveva notato il loro arrivo, complice la distanza siderale che ci divideva e che li rassicurò. La circondarono, fermandosi ciascuno su un lato del suo asciugamano. Non riuscivo a capire se dormisse veramente o stesse fingendo. Le sue gambe si chiudevano e riaprivano con leggere divaricazioni. Li invitai silenziosamente a toccare le sue tette o a leccare la sua fica. Il soldato più carino si avvicinò a me, regalandosi una vista della sua passerina dilatata da una perfetta traiettoria. L'altro si abbassò, cominciando a sfiorare una tetta di Diana con delicatezza e rispetto. Lei non sobbalzò né emise contraccolpi: rimase immobile, ad occhi chiusi, continuando a muovere le sue gambe. Il ragazzo intensificò la palpazione, impossessandosi di entrambi i seni con manovre più rigide e decise delle mani, l'altro mi guardò e dopo aver ottenuto un rapido cenno d'intesa e di approvazione, si chinò davanti alla sua fica e iniziò a leccarla con iniziale impaccio, quasi meccanicamente. Poi allungò le mani sulle sue cosce e sui fianchi, guadagnando in scioltezza ed intensità. Diana aveva aperto gli occhi, senza reagire. Guardava con stupore i due militari colonizzare il suo corpo con il passare dei secondi. I ragazzi si accorsero del suo risveglio e interruppero le operazioni. Lei li tranquillizzò, invitandoli a voce bassa a proseguire. Allargò le sue gambe al massimo e prese una mano del soldato inginocchiato alla sua sinistra, piazzandola nuovamente sul suo seno giunonico. Il giovane la tastò impetuosamente, poi si chinò in avanti per leccare i suoi capezzoli turgidi ed appuntiti.

Il suo amico alzò leggermente la testa, fissando le tettone con bramosia. Scacciò le mani dell'altro commilitone e prevalse a padroneggiare indisturbato sui seni, scuotendoli con foga per poi strizzarli veementemente. Stuzzicò con decisione i capezzoli, stringendoli tra pollice ed indice, poi afferrò le tette lateralmente avvicinandole l'una all'altra, prima di protrarsi in avanti con il viso per baciarle. Diana senza aprire gli occhi tentò di agguantare alla cieca il membro dell'altro soldato, che istintivamente scattò all'indietro, guardandosi intorno quasi intimorito; poi, esitando, abbassò la cerniera dei pantaloni mimetici e guidò la mano di Diana fino alle sue mutande. Le sollecitazioni d'esordio contribuirono ad una veloce ed evidente erezione, che tentò di frenare con tutte le sue forze ritraendosi ancora una volta: "Vorrei tanto, tu sei fantastica ma non posso, scusami: mi manca la mia ragazza e non riesco a farle questo". Lei lo fissò, ammirata ed impietosita, assolvendolo pienamente: "Si vede che sei un bravo ragazzo, la tua scelta ti fa onore". Il giovane, assediato dai rimorsi, si rialzò in piedi senza pensare a ricomporsi, munito di una malcelata protuberanza da sgonfiare al più presto: "Sarà meglio rientrare in caserma, ti aspetto sul sentiero, più avanti. Grazie di tutto, davvero, sei uno schianto, ma non ce la faccio". Diana gli regalò un sorriso di congedo, mentre lui iniziò a riavviarsi mestamente sugli scogli.

A dimostrarsi molto più sfacciato e privo di remore fu il suo intemperante amico, che dopo aver violato a lungo le tette di Diana con disinvoltura e pressione, acchiappò il suo polso. Avanzò a carponi di un paio di passi e si appoggiò quasi sedendosi sulla sua pancia, direzionando la mano di Diana sulla chiusura lampo dei suoi pantaloni. Lei la abbassò, infilò un dito alla volta sui suoi slip e cominciò a smanettare con vigore, tentando di tirare fuori il pene del ragazzo dalle sue mutande e dalla zip aperta. Il tessuto particolarmente rigido e poco elastico della mimetica rese alquanto difficoltosa l'operazione, fin quando il giovane con spontanea dimestichezza e faccia tosta da vendere, chiese di poter ammirare il suo culo. Lei gli sorrise, ammiccando un'espressione di stupore e si sollevò, sedendosi per qualche istante a gambe spalancate ed il seno spudoratamente prominente. Poi si alzò in piedi e si girò, esibendo le sua natiche a distanza ravvicinata, senza alcuna vergogna. Notai gli sguardi del giovane completamente sotto ipnosi. Diana si inginocchiò, prima di sdraiarsi per alcuni secondi a pancia sotto. Cambiò idea quasi subito, coricandosi su un lato in posizione fetale, ma con una gamba distesa e l'altra piegata: le sue chiappe assunsero una posizione irresistibile. Il giovane le afferrò con forza, poi assunse l'analoga posizione di Diana, affiancandosi lateralmente a lei quasi a sfiorare la sua schiena con il petto. Sormontò il suo fianco con un braccio, stringendo il seno sinistro con passione e vigore. La sua mano arrivò audacemente a perlustrare la fica sino a penetrare il suo interno con il dito medio. Diana si mosse inquieta e vogliosa, senza opporre resistenza.

Ed io? Avrei potuto partecipare, oppure allontanarmi per lasciarli soli, oppure toccarmi. No, in quel momento desideravo solo guardare, memorizzare, spiare, analizzare i loro movimenti, le loro smorfie, i loro contatti, le loro reazioni. Libidine allo stato puro era la mia. Nulla mi avrebbe reso più soddisfatto e arrapato in quei momenti.

"Continua, bravissimo, non fermarti, di più, di più.." Il militare incrementò ritmo e potenza, accarezzando con l'altra mano i capelli e le spalle di Diana che iniziò a contorcersi ed a gemere, insaziabile: "Dimmi che vorresti scoparmi, dimmelo!" "Certo che vorrei, non senti che sto impazzendo per te? Devi tornare presto, in mezzo alla settimana, quando la spiaggia è deserta: ti scoperò per tutto il giorno, promesso. Sei una fica da paura, hai due tettone fantastiche, un culo tutto da mordere e toccare ed una passera profonda, sei un capolavoro, ti voglio veramente. Mi eccita che ti piace mostrarti nuda, mi arrapi da morire". Diana cominciò ad urlare, muovendosi a scatti, strinse con violenza la mano del soldato, permettendogli di penetrare più in profondità e dettando i tempi finali che innescarono un orgasmo fragoroso e folle.

Si rilassò a pancia in su, spalancando nuovamente le gambe, senza ritegno, mentre il giovane continuava a fissare le sue tette da vicino, toccandole instancabilmente e poi leccandole con dolcezza. Diana fece segno di avvicinarmi: mi sedetti sulla sabbia, a fianco del suo asciugamano: "Baciami, ti prego e giura che mi ami ancora". La baciai a lungo, con una passione ed un trasporto mai provati, prima di rassicurarla con sincerità e convinzione: "Certo che ti amo, non ti ho mai amato così tanto, per me questa è una giornata meravigliosa, vorrei che non finisse mai."

"Neanch'io, credetemi", intervenne il militare "ma oggi ho rischiato grosso, anche se ne è valsa la pena: ora devo proprio scappare, a malincuore... molto a malincuore: ragazzi, voi due siete fantastici, dovete tornare assolutamente prima della fine di Settembre, promettetemelo, vi scongiuro".

Garantimmo un'altra, imminente visita, che purtroppo il maltempo ed i primi freddi non ci permisero di concretizzare... ma il mio autunno ed il mio inverno furono inebrianti ed il solo pensiero per quell'ultima giornata di mare, senza uguali, che non si ripeté mai più nei successivi 15 anni, paradossalmente fortificò la nostra vita di coppia, la nostra intesa ed il nostro futuro insieme.
 
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djthraex

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Complimenti selpot.

Un racconto meraviglioso che ha eccitato come poche volte, tanto che sembra di essere li a guardare insieme a te questa splendida donna ormai totalmente sottomessa al piacere.

Fantastico
 

revolflim

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Il militare come Banfi: a un passo dal concludere, ma non conclude mai 🤣...
Complimenti a te, non avevo dato molti segnali, ma da quando avevi cominciato a scrivere avevo seguito passo dopo passo il tuo racconto appassionante, ben scritto e sempre scorrevole.
 

Ecsemius

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Spettacolare! E grazie per averci regalato un finale così lungo e così ben descritto! Ora sorge spontanea la domanda:

ci saranno nuovi racconti? Ormai sei come una serie tv e qua tutti aspettano la nuova stagione!! 🤣🤣🤣🤣
 
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dingo00

Guest
Un solenne, rigoroso ed irrinunciabile week-end di Ferragosto in famiglia, oltre a cause di forza maggiore ed alle prime avvisaglie di un precoce maltempo di fine Estate, ci tennero lontani da litorali e trasgressioni per tre lunghissime, eterne settimane.

Ne approfittai rassegnatamente per decifrare i motivi per i quali mi sentivo arrapato in modo irrefrenabile nel ripensare all'ultima esperienza al mare. Eppure l'andamento ed il bilancio di quella giornata non si erano rivelati così ricchi di episodi piccanti o di sussulti particolari, rispetto ad altre occasioni che, pur decisamente più movimentate e vibranti, non avevano provocato in me un'eccitazione così ostinata.

Forse il minuscolo perizoma bianco di Diana rappresentava un influente valore aggiunto? Oppure era colpa della sua attenuata e graduale impudicizia, che aveva lentamente sovvertito l'atmosfera castigata e ordinaria su una spiaggia popolana e popolare nella prima Domenica di Agosto? E se invece a stimolare incessantemente il mio cervello fosse stato il crescente apprezzamento della "preda" di turno, dapprima abulica e indifferente, poi distratta dalle sue coetanee per poi terminare inesorabilmente catturata nella rete della mia provocante compagna? Un cocktail micidiale tra i tre possibili fattori determinava di sicuro una bomba di inaudita potenza erotica, almeno nella mia mente.

Il malinconico Settembre era giunto di corsa, come un lampo, portandosi dietro una prematura ed inattesa fine dell'Estate. Un vento pressoché costante e fastidioso, oltre alla timida incertezza dei raggi solari, iniziavano ad abbattere le temperature e la vitalità del solleone, ma non la mia voglia di chiudere in bellezza una stagione estiva davvero sorprendente. Consultai le previsioni meteo quasi ossessivamente per tutta la settimana, nella speranza di poter dedicare almeno qualche ora del Sabato o della Domenica ad un ritorno presso la spiaggia nella zona militare, che continuava a scatenare in me fantasie irrealizzate o lasciate a metà.

La freddolosa e letargica Diana aveva deciso con fermezza di anticipare il suo cambio di stagione, riprendendo velocemente confidenza con le sue calde, comode tute affezionate, con i giubbini autunnali, con i suoi pigiami antiuomo e con la preziosa coperta per la notte. Quando timorosamente tentai di proporle al telefono una giornata di mare per la Domenica, che si preannunciava un pochino più stabile e calda, lei ribaltò a sorpresa le mie pessimistiche congetture, accettando con convinzione ed un impronosticabile entusiasmo: "Ma si, dai, proviamo! Questa Estate è volata via in un baleno e tirando le somme, al mare siamo andati pochissimo: un "saluto" finale non mi dispiacerebbe affatto... e se proprio non sarà possibile fermarci a lungo in spiaggia, faremo una passeggiata nei dintorni".

Per non rischiare di trovarci impreparati di fronte ad una possibile eccessiva frescura in prossimità delle spiagge, optammo per un abbigliamento più di sostanza. La maglia primaverile di Diana permetteva di scorgere appena i laccetti di colore turchese del suo reggiseno, che presagivano la scelta di un altro pezzo forte del suo nuovo sexy assortimento.

I parcheggi su strada stavolta erano semideserti, nonostante la giornata rispettasse le previsioni di sole e di un moderato tepore. Agosto, evidentemente, aveva spazzato via tutta l'euforia e la voglia di mare dalle persone. Varcammo l'evidente foro del reticolato, palesemente manomesso ai fini di un passaggio eversivo: il vento iniziava a farsi sentire, man mano che la nostra camminata sul sentiero sterrato ci conduceva alla spiaggia.

Pochissime anime, tutte fedelmente stanziate nei pressi dell'entrata: un paio di singoli di mezza età, una giovane coppia con un cagnolino al seguito e un gruppetto composto da due giovanotti ed una ragazza apparentemente più grande rispetto a loro.

Diana analizzò brevemente i presenti: "Io direi di andare in fondo alla spiaggia: se ci mettiamo nello stesso posto della volta scorsa, saremo riparati maggiormente dal vento con quella collinetta alle spalle e la scogliera intorno e poi, magari... insomma...capito, no...?"

Un pizzico di delusione mi pervase sul momento: speravo ardentemente di vederla alle prese con i due ragazzi... e a dire il vero anche con i due uomini singoli, all'apparenza educati e rispettosi, sui 45/50 anni, ma piuttosto fascinosi e curati, in entrambi i casi. Confidavo in un ampliamento delle categorie o delle fasce di età discriminatamente predilette da Diana, pur inquadrando ormai a colpo sicuro le sue chiare preferenze: ragazzi, possibilmente soli o in gruppi composti unicamente da maschietti, il che comportava uno scarto automatico per maturi e comitive miste, peccato! Il suo timbro di voce particolarmente ammaliante annientò in breve tempo il mio rammarico, a favore di una progressiva e speranzosa consolazione nell'immaginare il suo verosimile obiettivo: i militari.

Chissà se a Settembre quei demotivati giovanotti in divisa avrebbero ancora ricevuto ordini di ispezionare una spiaggia occupata innocuamente da quattro gatti ormai. In un quarto d'ora abbondante raggiungemmo senza fatica la fine dell'arenile, sempre sospinti ed accompagnati da una leggera brezza non proprio estiva. Diana ancora una volta aveva azzeccato in pieno: scegliere l'identica collocazione occupata giorni addietro ci permetteva una notevole protezione dal vento, grazie alla scogliera che ci avvolgeva a sinistra ed alla collinetta alle nostre spalle, da cui ramificavano numerosi sentieri che conducevano alla caserma o ad altri accessi su strada rigorosamente interdetti ai bagnanti.

Diana mi persuase dal piantare l'ombrellone, il sole era assolutamente sopportabile ed anche benaccetto: posizionò rapidamente gli asciugamani e con i vestiti ancora addosso si diresse sulla battigia, allontanandosi all'indietro di qualche metro, prima di fermarsi: guardandomi fissa negli occhi si sfilò sensualmente maglia e pantaloni, tenendoli in mano e cominciò ad esibirsi in una lenta e provocante sfilata sul bagnasciuga per presentarmi il bikini dal quale ero rimasto follemente attratto nel negozio di intimo.

"Come mi sta?" Esaltò con movenze da passerella ogni particolare anteriore, desistendo dal girarsi. Le sue tette straripavano imperiosamente, racchiuse a stento nel minuscolo reggiseno che non appariva funzionale al contenimento di un'esuberante quarta misura. Morivo dalla voglia di vedere il suo culo: il perizoma di giornata sembrava ancora più ridotto di quello bianco; Diana parve leggermi nel pensiero ma dispettosamente non volle accondiscendermi, proseguendo con abilità ed a suon di sguardi ammiccanti il suo sexy avvicinamento. "Sei meravigliosa, non oso immaginare cosa si nasconda là dietro..." "Oggi, qua dietro, c'è ben poco da nascondere, guarda..." Si voltò di spalle offrendomi un panorama strepitoso del suo lato B: anche un sedere normale, impreziosito e valorizzato da un succinto perizoma in spiaggia, può diventare stupendo ed arrapante, pur non essendo perfettamente scolpito o marmoreo .

Avevo ragione: quel bikini era ancora più striminzito degli altri, a giudicare dal sottile segno bianco che bordava vistosamente il triangolino del suo perizoma. Mi alzai e la raggiunsi, stringendola a me per una palpazione vigorosa e maniacale del suo sedere, millimetro per millimetro. La chilometrica distanza dai pochi presenti e l'assenza di soldati all'orizzonte mi stimolarono a proseguire: salii con le mani sulla sua schiena e slacciai il reggiseno, scoprendo le sue tettone abbronzate che traballarono nel sentirsi improvvisamente in libertà. Le tastai con irruenza, i capezzoli spuntarono sfacciatamente: li salutai leccandoli con libidine ed intensità, prima di dedicarmi ad un bacio gustoso e soffocante su entrambi i seni. La presi in braccio fino all'asciugamano, sul quale ci adagiammo ormai dominati da incontenibili istinti sessuali: "Mi stai facendo bagnare con il costume nuovo, non è meglio toglierlo del tutto?" "Ogni tuo desiderio è un ordine". In una frazione di secondo strappai quasi il perizoma dai suoi fianchi, gettandolo sul telo all'impazzata. Desideravo leccare anche la sua passerina, ma sarebbe stato inutile: la fica di Diana era già rovente, dilatata e fradicia, fu sufficiente donarle qualche minuto di dominio e di ritmica perfetta per raggiungere una reciproca estasi totale.

"E adesso cosa mi invento con i militari!? Meglio di così non potevamo iniziare..."

" Vorrei che ammirassero il tuo nudo integrale e ti toccassero le tette... e se vorrai spalancare le gambe anche in loro presenza, sappi che non sarò affatto geloso..."

"Addirittura!!! Guarda che sarei capace di farlo, cosa credi!? La divisa ha sempre il suo fascino e riesce a scatenare gli impulsi più reconditi in noi donne... potrebbe piacermi come situazione, perciò stai attento: sarebbe un'arma a doppio taglio per te..."

"Oggi ho voglia di rischiare... forse perché è l'ultimo giorno di mare per quest'anno: vorrei ricordarlo per tutto l'inverno, indelebile"

"Ok, se è questo che vuoi, proverò ad accontentarti molto volentieri, sperando che arrivi qualche giovane soldato... ma ci credo poco. Intanto vado un pochino in acqua e poi mangiamo qualcosa, hai svegliato anche la mia fame..."

Si alzò completamente nuda, priva di ogni pudore ed a piccoli passi raggiunse la riva: il suo sedere maestoso e svergognato rubava la scena ad ogni altra meraviglia della natura negli immediati dintorni. Mentre testava di spalle la temperatura dell'acqua con il suo culo totalmente in mostra, mi augurai fervidamente di sentir arrivare i militari, in quel preciso istante, sognando che impattassero in un'immagine mozzafiato nell'affacciarsi sulla spiaggia. Mi voltai in direzione della caserma, ma una calma piatta e desertica regnava indisturbata.

"Ci rinuncio: oggi niente bagno, l'acqua è fredda": fu facile crederle, considerando la durezza dei suoi capezzoli tutti da mordere che spiccavano sporgenti quando si girò spalle al mare, riavvicinandosi all'asciugamano in versione "nature".

Afferrò la borsa frigo, prima di sedersi con la fica e le tette in bella mostra. "Toglimi una curiosità: oggi la spalmatura sulle tette non è in programma, oppure hai intenzione di conservare la tua arma letale davanti ai militari?" Diana alzò gli occhi al cielo, sbattendo il palmo della mano sulla fronte: "E' vero, hai ragione, non ci ho minimamente pensato, ma provvedo subito..."Accantonando il nostro pranzo, rovistò con goffaggine nella borsa, fino a prelevare il tubetto di crema. Si inginocchiò, recuperando il suo sorriso provocante e puntò i suoi magnifici seni all'altezza del mio viso, impedendomi quasi di respirare.

"Visto che tintarella perfetta!? Questo solare è prodigioso, sembra fatto apposta per le mie tette: hai notato l'abbronzatura scura ed uniforme? Scommetto che fino a due mesi fa non avresti mai creduto di vedermi così, sii sincero!!" I movimenti sontuosi delle sue opere d'arte annullarono qualunque proposito di replica: preferii rimanere imbambolato, in religioso silenzio, a mezzo metro dal suo seno lucido e manovrato con rara maestria.

Diana abbassò lo sguardo verso il mio membro, tornato in gran forma a tempo di record; con voglioso compiacimento si chinò in avanti, sbattendomi i seni in faccia. Pressato da tanta imponenza, fui piacevolmente costretto a distendermi, per evitare il soffocamento. Salì sopra di me con impeto e smania, la penetrazione fu istantanea ed automatica. "Ti piacciono queste tettone addosso, vero?" Si abbassò maggiormente, sfiorando il mio petto con i suoi capezzoli. La fresca erezione precedente ci permise di durare ancora più a lungo, nonostante resistere a quel primo piano mozzafiato sarebbe stato proibitivo per chiunque. La sentii gemere dopo pochi minuti, ma nei miei sogni segreti pretendevo che urlasse di piacere. Rimasi concentrato sul mio obiettivo, senza rivelarlo. Aumentai d'intensità, leccai con ardore i suoi capezzoli dal chimico sapore di cocco, afferrando quasi con ferocia il suo sedere. Le sue prima urla sotto il sole inibirono la mia ragione. Accelerai ancora; per interminabili istanti Diana non riuscì più a gestire e misurare il tono dei suoi lamenti, ma nessuno poteva sentirci, purtroppo o per fortuna. Ad occhi chiusi mordeva il mio collo, le mie labbra, poi tornava a drizzarsi sulla schiena mentre le sue tettone molleggiavano incontrollate e senza ritegno. Le tastai con furore, ancora lubrificate di crema, stoppando la loro danza sfrenata, mentre il suo orgasmo focoso e dirompente innescò anche il mio, liberando le sue ultime grida passionali, quasi rabbiose. Capovolgemmo le nostre posizioni, senza rinunciare alla penetrazione, rimanendo avvinghiati ancora a lungo, in un'insolita seduta defaticante.

"Non vedo l'ora di ammirare le mani dei militari sulle tue tette e vorrei tanto che la loro lingua assaporasse le labbra della tua fica".
"Wow, hai le idee molto chiare direi... Ce la metterò tutta, piacerebbe anche a me..."

A fine pranzo Diana manifestò qualche segnale di stanchezza e di cedimento fisico: "Mi hai sfiancata, oggi, devo recuperare le energie, altrimenti cosa racconto ai miei soldati?". Si convinse a bagnarsi un po' a riva, rinunciando a nuotare, prima di sdraiarsi a pancia in su, con le gambe divaricate: "Sento di nuovo il vento che mi penetra, è una sensazione fantastica. Dimmi se arriva qualcuno, mi raccomando, controlla la situazione. Non mi va di rivestirmi, sto benissimo nuda, ma non voglio farmi arrestare!!"

"...E se arrivassero i militari? Devo avvisarti lo stesso?"

"Se sono carini, non mi rivestirò affatto, ma tu avvertimi comunque, magari fingerò di dormire mentre mi guardano... o mi toccano! Mi sembra un'ottima idea, non trovi?"

Annuii in piena fase di eccitazione, totalmente spiazzato dalla sua intraprendenza. "Ma organizza tu le modalità, inventa qualcosa... io mi riposerò profondamente mentre questa brezza si insinua con dolcezza"

Spostai l'asciugamano di fronte a lei, vicino alla battigia, per poter accorgermi in tempo reale di eventuali e graditissimi arrivi dei militari. Modificai di qualche centimetro l'angolazione del telo, per poter ammirare pienamente la sua fica spalancata dalla mia posizione seduta, spalle al mare. Osservare Diana baciata ovunque dai raggi solari incentivò una nuova evidente erezione, che non accennava a spegnersi nemmeno con il trascorrere del tempo. Sembrava essersi davvero addormentata, l'espressione del suo viso era quieta e gratificata.

Dopo circa mezz'ora avvistai finalmente in lontananza due giovanotti in mimetica, che provenivano a piedi, da uno dei sentieri sterrati. Il cuore cominciò irrefrenabilmente a palpitare. Mi alzai per istinto, preparandomi ad accoglierli con inaspettato nervosismo. Diana dormiva placidamente, avrei dovuto avvisarla ma scelsi di non farlo, senza ragionarci troppo. Desideravo che la guardassero tutta nuda, a gambe aperte. Lentamente mi arrampicai sugli scogli e salii sulla collinetta, pronto ad avvicinarmi a loro, a metà strada. Riconobbi il soldato non certo piacente, che qualche settimana prima aveva inscenato vicino al nostro ombrellone un risonante invito a lasciare la spiaggia, rivolgendosi ai presenti. Al contrario mi sembrò che l'altro commilitone fosse una faccia nuova e sconosciuta: moro, di media altezza, con carnagione olivastra e ben strutturato fisicamente. Esordirono con un saluto militare quasi in contemporanea, pronti a contestarmi le mie violazioni. "Con lei ci siamo già visti, mi sembra di ricordare". Confermai. "Bene, quindi conosce già le regole. Oggi non serve nemmeno che finga di andarsene, il nostro tenente non c'è, ma siamo tenuti comunque a vigilare". Li ringraziai, anticipando che la spiaggia era praticamente deserta, a parte noi e altre pochissime presenze vicino l'entrata. "Sono un pò imbarazzato, ma sento il dovere di dirvelo: visto che non c'è davvero nessuno prima di un chilometro, la mia fidanzata sta dormendo completamente nuda: devo svegliarla per farla rivestire o potete chiudere un occhio?" I due si guardarono piuttosto sbalorditi, poi cercarono di recuperare fermezza e impassibilità: "Beh, non è una spiaggia fruibile, tanto meno è una spiaggia nudista... ma se nessuno vi ha notato, NOI non ci siamo accorti di nulla..." Presi coraggio con una battuta: "Se vi ascoltasse la mia ragazza, non sarebbe contenta di sentire che non vi siete accorti di lei: il suo sogno è di essere guardata da giovani in mimetica, figuratevi!!..." Si guardarono ancora meravigliati, iniziando a giocare ed a sciogliersi un pochino:

"Davvero!? E lei non è geloso!?"

"No, assolutamente, anzi mi piace. Perché dovrei essere geloso? Si vive una sola volta, la vita va goduta! Quindi, se poteste realizzare il suo sogno, ve ne sarei grato in eterno"

"Lei non è il primo che quest'anno ci propone questo genere di esperienze, ma diciamo che stavolta saremmo molto più fortunati, se ben ricordo la sua ragazza. Il problema è che noi siamo in servizio, oltre ad essere entrambi fidanzati..."

"Certo, capisco... ma non vedo né i vostri superiori né le vostre fidanzate nei paraggi, nessuno saprebbe né vi vedrebbe: coraggio, ragazzi, non vi capiterà spesso una situazione del genere nella vita, ogni lasciata è persa..."

"Ma facci capire: lo dovremmo fare per lei, o per te...?"

"Per entrambi, ma fatelo, per favore... anche per voi!!"

Acconsentendo, si mossero per riprendere il cammino verso la spiaggia. Feci strada; li sentivo parlottare a bassa voce: il militare che già conoscevo descriveva minuziosamente le tette ed il culo di Diana al suo commilitone. Poi notarono la presenza di altre persone, pur lontanissime e mi chiamarono: "Però se c'è altra gente, niente sesso, rischiamo davvero di metterci nei guai, capisci? Non fraintenderci, sia chiaro: se la spiaggia fosse deserta, nessun problema, ma purtroppo qualcuno c'è... non si sa mai".

Risposi che avevano carta bianca e che avrebbero potuto decidere in totale libertà fin dove spingersi, con il consenso di Diana. Quando mi affacciai verso la nostra postazione la ammirai dormire ancora, a gambe spalancate. La osservarono ammaliati ed increduli, sgranando gli occhi: mimai di evitare rumori e di scendere lentamente dagli scogli. Mirarono ancora con attenzione al versante opposto, in cui erano assiepati i pochi bagnanti. Nessuno aveva notato il loro arrivo, complice la distanza siderale che ci divideva e che li rassicurò. La circondarono, fermandosi ciascuno su un lato del suo asciugamano. Non riuscivo a capire se dormisse veramente o stesse fingendo. Le sue gambe si chiudevano e riaprivano con leggere divaricazioni. Li invitai silenziosamente a toccare le sue tette o a leccare la sua fica. Il soldato più carino si avvicinò a me, regalandosi una vista della sua passerina dilatata da una perfetta traiettoria. L'altro si abbassò, cominciando a sfiorare una tetta di Diana con delicatezza e rispetto. Lei non sobbalzò né emise contraccolpi: rimase immobile, ad occhi chiusi, continuando a muovere le sue gambe. Il ragazzo intensificò la palpazione, impossessandosi di entrambi i seni con manovre più rigide e decise delle mani, l'altro mi guardò e dopo aver ottenuto un rapido cenno d'intesa e di approvazione, si chinò davanti alla sua fica e iniziò a leccarla con iniziale impaccio, quasi meccanicamente. Poi allungò le mani sulle sue cosce e sui fianchi, guadagnando in scioltezza ed intensità. Diana aveva aperto gli occhi, senza reagire. Guardava con stupore i due militari colonizzare il suo corpo con il passare dei secondi. I ragazzi si accorsero del suo risveglio e interruppero le operazioni. Lei li tranquillizzò, invitandoli a voce bassa a proseguire. Allargò le sue gambe al massimo e prese una mano del soldato inginocchiato alla sua sinistra, piazzandola nuovamente sul suo seno giunonico. Il giovane la tastò impetuosamente, poi si chinò in avanti per leccare i suoi capezzoli turgidi ed appuntiti.

Il suo amico alzò leggermente la testa, fissando le tettone con bramosia. Scacciò le mani dell'altro commilitone e prevalse a padroneggiare indisturbato sui seni, scuotendoli con foga per poi strizzarli veementemente. Stuzzicò con decisione i capezzoli, stringendoli tra pollice ed indice, poi afferrò le tette lateralmente avvicinandole l'una all'altra, prima di protrarsi in avanti con il viso per baciarle. Diana senza aprire gli occhi tentò di agguantare alla cieca il membro dell'altro soldato, che istintivamente scattò all'indietro, guardandosi intorno quasi intimorito; poi, esitando, abbassò la cerniera dei pantaloni mimetici e guidò la mano di Diana fino alle sue mutande. Le sollecitazioni d'esordio contribuirono ad una veloce ed evidente erezione, che tentò di frenare con tutte le sue forze ritraendosi ancora una volta: "Vorrei tanto, tu sei fantastica ma non posso, scusami: mi manca la mia ragazza e non riesco a farle questo". Lei lo fissò, ammirata ed impietosita, assolvendolo pienamente: "Si vede che sei un bravo ragazzo, la tua scelta ti fa onore". Il giovane, assediato dai rimorsi, si rialzò in piedi senza pensare a ricomporsi, munito di una malcelata protuberanza da sgonfiare al più presto: "Sarà meglio rientrare in caserma, ti aspetto sul sentiero, più avanti. Grazie di tutto, davvero, sei uno schianto, ma non ce la faccio". Diana gli regalò un sorriso di congedo, mentre lui iniziò a riavviarsi mestamente sugli scogli.

A dimostrarsi molto più sfacciato e privo di remore fu il suo intemperante amico, che dopo aver violato a lungo le tette di Diana con disinvoltura e pressione, acchiappò il suo polso. Avanzò a carponi di un paio di passi e si appoggiò quasi sedendosi sulla sua pancia, direzionando la mano di Diana sulla chiusura lampo dei suoi pantaloni. Lei la abbassò, infilò un dito alla volta sui suoi slip e cominciò a smanettare con vigore, tentando di tirare fuori il pene del ragazzo dalle sue mutande e dalla zip aperta. Il tessuto particolarmente rigido e poco elastico della mimetica rese alquanto difficoltosa l'operazione, fin quando il giovane con spontanea dimestichezza e faccia tosta da vendere, chiese di poter ammirare il suo culo. Lei gli sorrise, ammiccando un'espressione di stupore e si sollevò, sedendosi per qualche istante a gambe spalancate ed il seno spudoratamente prominente. Poi si alzò in piedi e si girò, esibendo le sua natiche a distanza ravvicinata, senza alcuna vergogna. Notai gli sguardi del giovane completamente sotto ipnosi. Diana si inginocchiò, prima di sdraiarsi per alcuni secondi a pancia sotto. Cambiò idea quasi subito, coricandosi su un lato in posizione fetale, ma con una gamba distesa e l'altra piegata: le sue chiappe assunsero una posizione irresistibile. Il giovane le afferrò con forza, poi assunse l'analoga posizione di Diana, affiancandosi lateralmente a lei quasi a sfiorare la sua schiena con il petto. Sormontò il suo fianco con un braccio, stringendo il seno sinistro con passione e vigore. La sua mano arrivò audacemente a perlustrare la fica sino a penetrare il suo interno con il dito medio. Diana si mosse inquieta e vogliosa, senza opporre resistenza.

Ed io? Avrei potuto partecipare, oppure allontanarmi per lasciarli soli, oppure toccarmi. No, in quel momento desideravo solo guardare, memorizzare, spiare, analizzare i loro movimenti, le loro smorfie, i loro contatti, le loro reazioni. Libidine allo stato puro era la mia. Nulla mi avrebbe reso più soddisfatto e arrapato in quei momenti.

"Continua, bravissimo, non fermarti, di più, di più.." Il militare incrementò ritmo e potenza, accarezzando con l'altra mano i capelli e le spalle di Diana che iniziò a contorcersi ed a gemere, insaziabile: "Dimmi che vorresti scoparmi, dimmelo!" "Certo che vorrei, non senti che sto impazzendo per te? Devi tornare presto, in mezzo alla settimana, quando la spiaggia è deserta: ti scoperò per tutto il giorno, promesso. Sei una fica da paura, hai due tettone fantastiche, un culo tutto da mordere e toccare ed una passera profonda, sei un capolavoro, ti voglio veramente. Mi eccita che ti piace mostrarti nuda, mi arrapi da morire". Diana cominciò ad urlare, muovendosi a scatti, strinse con violenza la mano del soldato, permettendogli di penetrare più in profondità e dettando i tempi finali che innescarono un orgasmo fragoroso e folle.

Si rilassò a pancia in su, spalancando nuovamente le gambe, senza ritegno, mentre il giovane continuava a fissare le sue tette da vicino, toccandole instancabilmente e poi leccandole con dolcezza. Diana fece segno di avvicinarmi: mi sedetti sulla sabbia, a fianco del suo asciugamano: "Baciami, ti prego e giura che mi ami ancora". La baciai a lungo, con una passione ed un trasporto mai provati, prima di rassicurarla con sincerità e convinzione: "Certo che ti amo, non ti ho mai amato così tanto, per me questa è una giornata meravigliosa, vorrei che non finisse mai."

"Neanch'io, credetemi", intervenne il militare "ma oggi ho rischiato grosso, anche se ne è valsa la pena: ora devo proprio scappare, a malincuore... molto a malincuore: ragazzi, voi due siete fantastici, dovete tornare assolutamente prima della fine di Settembre, promettetemelo, vi scongiuro".

Garantimmo un'altra, imminente visita, che purtroppo il maltempo ed i primi freddi non ci permisero di concretizzare... ma il mio autunno ed il mio inverno furono inebrianti ed il solo pensiero per quell'ultima giornata di mare, senza uguali, che non si ripeté mai più nei successivi 15 anni, paradossalmente fortificò la nostra vita di coppia, la nostra intesa ed il nostro futuro insieme.
scusa ma io non ho capito bene, diana è riuscita a prendere il cazzo del militare alla fine? lui l'ha penetrata quando le si è steso dietro o no?
 
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selpot

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scusa ma io non ho capito bene, diana è riuscita a prendere il cazzo del militare alla fine? lui l'ha penetrata quando le si è steso dietro o no?
Nessuna penetrazione, a parte quella con il dito che ha permesso a Diana di venire. L'arnese del militare è rimasto sempre al coperto (purtroppo...): non si è lasciato completamente andare, la presenza di poche altre persone non lo rendeva del tutto sicuro, anche se erano lontanissime ed era impossibile che ci vedessero.
 

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