P
Pieropiero
Guest
Per prima cosa vorrei descrivere la mia compagna. Alta 1.65, capelli biondi (se li tinge altrimenti li avrebbe nero corvino), occhi celesti, un bel viso. Come seno ha una terza abbondante, nei periodi in cui tende mettere qualche chilo in più, arriva a una quarta. Gli amici, quelli stronzi, quando ci uscivo le prime volte, dicevano che era una bella ragazza ma che “sbordava” di fianchi. Infatti ha i fianchi un po’ larghi ma a me questa cosa non dispiace. Ha un carattere molto solare e diciamo che ha vissuto abbastanza intensamente la sua vita sessuale, questo me lo ha raccontato già dopo un po’ che uscivamo assieme. L’intesa fisica fra noi due è stata altissima già da subito e lei ha sempre detto che quella componente lì era importante, al pari dell’intesa emotiva. Abitava in una città a un centinaio di km da me, dove andavo a ballare, e lì l’ho conosciuta. Alcuni conoscenti del posto, stronzi come gli amici, mi avevano riferito che era “chiacchierata”. Lei stessa però non si è fatta problemi a dirmi che aveva avuto molte storie anche di una notte soltanto, una volta con due uomini, e che aveva tradito il suo precedente fidanzato ma perché la trascurava.
Conviviamo oramai da anni e abbiamo superato i trenta, lei ha due anni meno di me. Il nostro rapporto fisico si è evoluto con fantasie varie durante i rapporti. Lei è una donna che attira molti sguardi soprattutto a livello scollatura e ama vestirsi comunque per valorizzare il suo seno.
Veniamo alla vicenda reale. Eravamo in un B&B a Milano per la fiera del mobile di cui lei va matta mentre io mi annoio, però anche lei sopporta la mia settimana a sciare quando non scia. Troviamo questo B&B in periferia a un costo decente, un appartamento al secondo piano di un palazzo. Una grande sala, una cucina, un corridoio che porta alla camera del proprietario, poi quattro scalini dal lato opposto della sala che portano a una piccola cucina e da lì nella camera da letto degli ospiti.
Sarò breve ma se avete domande per approfondire sarò ben lieto di darvele. Considerate però che non mi collegherò molto al forum. Oggi e domani mattina però sicuro.
Avevamo deciso di stare due notti, anche una in più per visitare Milano. Il proprietario, un uomo sulla cinquantina, un dieci centimetri abbondanti più basso di me (sono 1,88), un cespuglio di capelli in testa, un naso bello abbondante, occhi piccoli e scuri, però fisicamente in forma. Ovviamente ha passato subito ai raggi x la mia compagna che aveva un cappotto lungo primaverile e sotto una maglietta aderente, non ricordo il colore ma le mette tutte abbastanza scollate. Quando la guardavano così i primi anni diventavo nero di gelosia, poi diciamo che la cosa in parte ha cominciato a non dispiacermi, anzi nascevano nella mia testa fantasie.
Primo giorno fiera del mobile (due palle…) poi cena fuori. Quando siamo rincasati il proprietario stava guardando la tv. Ci siamo fermati a parlare con lui. Aveva l’alito che puzzava di alcol. Siamo poi andati a letto, abbiamo dato due mandate di chiave alla camera e l’abbiamo fatto pensando che il proprietario poteva spiarci, magari entrare e tutte queste fantasie.
La mattina dopo abbiamo fatto colazione. È rincasato il proprietario con le buste della spesa. Abbiamo chiacchierato un po’. Lui la solita passata sulla scolatura della mai compagna. Gli abbiamo detto che la sera avremmo cenato in appartamento e lui ha detto che andava bene.
Giro a Milano, piccola spesa per la cena e rincasiamo. Lui non c’è. Ci mettiamo a mangiare e facciamo fuori una bottiglia di vino (né io né lei reggiamo tanto). Rincasa il proprietario e si mette a parlare del vino che abbiamo bevuto. La mia lei ride a battute che nemmeno ricordo. Dice che ci fa sentire un vino che fa suo cugino. Lo scoliamo in tre. Poi è il momento degli amari. Lui scherza e ride con la mia compagna, parlano di viaggi e io sono di poche parole come quando bevo troppo. Ci spostiamo nella sala. Altro amaro. La testa gira. Ricordo solo che l’ultimo fotogramma, prima del risveglio, sono loro due che mi indicano e ridono con il bicchiere in mano e lei una mano davanti alla bocca. Poi mi addormento. Mi risveglio e non capisco dove sono, credo di essere a casa, poi mi guardo intorno e ricordo che sono a Milano. In sala ci sono solo io. Nausea alle stelle. Mi alzo per avvicinarmi al bagno che si trovava vicino al corridoio che portava in camera del proprietario. Appena arrivo alla porta sento dei lamenti. Vedo la porta in fondo al corridoio. Esce un cono di luce. Mi arriva il cuore in gola. Nonostante la nausea mi avvicino senza far rumore e inizio a sentire anche dei grugniti. Realizzo subito e cerco di trattenere il vomito e un tremore che inizia a scuotermi. Arrivo alla porta tenendo le spalle la muro. I lamenti sono forti e continui, i grugniti ogni tanto. La porta è aperta per una spanna. Mi accovaccio e prendo coraggio. Con la testa rasente il pavimento mi affaccio. Premetto che la scena che vedo è per metà perché la porta socchiusa copriva una metà buona del letto, la parte in fondo. Vedo la cascata bionda della mia compagna strusciare sul cuscino. La sua faccia rivolta verso il basso ma, in parte, coperta dai capelli, che va avanti e indietro a scatti. Le mani poggiate sul materasso. Le tette che ciondolano libere (nuda fin dove la vedo). Due mani da uomo che le tengono i fianchi. Non riesco a vedere oltre l’ombelico per colpa della porta ma è chiaro che lei, lì a pecora, lo sta prendendo dentro dal proprietario. Mi sento di svenire. Ritiro la testa e mi sposto verso il bagno. Poi sento forte il desiderio di guardare di nuovo e torno lì. Ora le mani le stanno palpando le tette, le strizzano. Lei ansima, l’altro grugnisce ma non parlano. Resto lì fino a che lui non le chiede se può venire e lei risponde solo che prende la pillola. Non so quanto tempo passa prima che i suoi grugniti diventino grida e dice “sborro! Sborro! Ah quanto sto sborrando! Tieni! Tieni”. La mia compagna intanto ha appoggiato la fronte sul cuscino poi si lascia andare al suo grugnito di quando viene. Ritiro la testa. Silenzio. Poi lei dice che deve andare in bagno ma prima si deve rivestire. Io mia allontano gattoni fino all’ingresso della sala, sicuro di sentire, prima o poi, la voce della mia compagna dietro. Mi volto e non c’è. Calcolo che forse ho il tempo di tornare al divano e riesco. Mi metto sul divano, appoggio la testa sul bracciolo e faccio finta di dormire mentre la nausea e una sensazione strana mi scuotono. Sento dei passi sul corridoio. Qualcuno si avvicina al divano. La voce di lei che dice bassa “ancora dorme” e l’altro che risponde “meglio così, no?”. Resto così per non so quanto tempo trattenendo la nausea. Poi qualcuno si siede e mi scuote una spalla. La voce della mia compagna che mi dice “ehi!”. Faccio finta di socchiudere gli occhi come mi fossi appena svegliato e lei è lì seduta con addosso Jeans e una maglietta. Mi alzo e sento il suo profumo (sicuro aveva fatto la doccia come ogni mattina). Mi sorride e dice che non voleva svegliarmi. Le dico che mi sento di vomitare e lei risponde che abbiamo esagerato la sera prima nel bere. Gli chiedo cosa è accaduto e lei mi dice che mi sono addormentato e chiede “non ti sei svegliato da questa notte?” le dico di no e lei dice che mi ha lasciato dormire mentre lei è andata a dormire in camera. Parliamo di cavolate poi vado in bagno e riesco a vomitare. Torno e lei sta preparando del pane con marmellata. Le chiedo dov’è il proprietario e lei dice che forse è uscito. Provo una sensazione strana nei suoi confronti. Facciamo le valige e torniamo al nostro paese. Al tipo non do nemmeno la mano prima di uscire né lo guardo in faccia. Durante il viaggio lei scherza su come fossi ubriaco la sera prima e io le dico che non ricordo nulla. Decido di non dirle niente, ma una parte di me è incazzata e vorrebbe lasciarla.
La sera mi si mette sulle ginocchia mentre cerchiamo un film da guardare. Mi dice che ha voglia. Andiamo in camera e, mentre mi lecca, penso a lei con lui. Iniziamo a darci dentro. Lei gode a pecora e io, bastardo, le dico di far finta che sono il proprietario dell’appartamento di Milano. Lei si ferma e dice “va bene”. Io godo come un matto e, a un certo punto, decido. Le dico di non fermarsi, che eravamo ubriachi tutti e tre e che quindi la perdono ma che ho visto tutto. Lei si ferma. Parliamo. Non ve la faccio lunga. Si mette a piangere e dice di non lasciarla. Le ripeto che eravamo ubriachi e che la perdono. La sera dopo, mentre lo facciamo, le chiedo di raccontarmi tutto così che diventi il nostro gioco. Lei dice che non sa se riesce, ma, mentre gode (dato che so che lì non ha freni), inizio a chiederle dettagli. Lei dice di ricordarsi poco. Insomma la storia viene fuori a pezzi una scopata dietro l’altra nei giorni seguenti. In poche parole, quando mi sono addormentato, lui ha cominciato a palparle le tette, lei gli ha messo una mano dentro i pantaloni, poi si sono spostati in camera. Pensavano di aver chiuso la porta. Io dormivo peso e lei sa che non mi sveglia neanche un petardo quando bevo. Cosa hanno fatto: si è fatta leccare le tette (ha raccontato che non voleva smettere, forse anche mezz’ora) mentre lui diceva che non aveva mai visto delle tette così da porca. Lei l’ha spompinato (dietro mi domanda ha detto che ce lo aveva grosso ma meno del mio: certo…). Poi lui l’ha stesa sul letto e glielo ha infilato dentro. Ha detto che pompava tanto e sudava e che lei ha goduto ma non tanto quanto con me (ancora certo…). La prima volta che ho chiesto se era venuto dentro lei mi ha detto di no. La seconda gli ho detto che lo avevo sentito dire “sborro” allora ha ammesso di sì. Quindi non so quante e quali cose abbiano fatto realmente. Secondo me molte di più. Devo dire che c’è stato un periodo in cui mi faceva arrabbiare il ricordo di questa cosa e pensavo che tanto l’avrei tradita per pareggiare. Poi, per ora, non è avvenuto.
Ecco la storia. Ditemi cosa ne pensate e non fatevi problemi a esprimervi liberamente. Non so se questa cosa abbia fatto bene al nostro rapporto, ancora forse devo capire. Ho pensato di proporle di riprovare, ma solo pensato perché sinceramente anche no. Non l’ho lasciata perché in realtà la amo ma ci sono stati momenti difficili in cui ho avuto grossi dubbi in seguito a questa cosa. Ora è passato tempo e ogni tanto tiriamo fuori questa cosa mente lo facciamo.
Conviviamo oramai da anni e abbiamo superato i trenta, lei ha due anni meno di me. Il nostro rapporto fisico si è evoluto con fantasie varie durante i rapporti. Lei è una donna che attira molti sguardi soprattutto a livello scollatura e ama vestirsi comunque per valorizzare il suo seno.
Veniamo alla vicenda reale. Eravamo in un B&B a Milano per la fiera del mobile di cui lei va matta mentre io mi annoio, però anche lei sopporta la mia settimana a sciare quando non scia. Troviamo questo B&B in periferia a un costo decente, un appartamento al secondo piano di un palazzo. Una grande sala, una cucina, un corridoio che porta alla camera del proprietario, poi quattro scalini dal lato opposto della sala che portano a una piccola cucina e da lì nella camera da letto degli ospiti.
Sarò breve ma se avete domande per approfondire sarò ben lieto di darvele. Considerate però che non mi collegherò molto al forum. Oggi e domani mattina però sicuro.
Avevamo deciso di stare due notti, anche una in più per visitare Milano. Il proprietario, un uomo sulla cinquantina, un dieci centimetri abbondanti più basso di me (sono 1,88), un cespuglio di capelli in testa, un naso bello abbondante, occhi piccoli e scuri, però fisicamente in forma. Ovviamente ha passato subito ai raggi x la mia compagna che aveva un cappotto lungo primaverile e sotto una maglietta aderente, non ricordo il colore ma le mette tutte abbastanza scollate. Quando la guardavano così i primi anni diventavo nero di gelosia, poi diciamo che la cosa in parte ha cominciato a non dispiacermi, anzi nascevano nella mia testa fantasie.
Primo giorno fiera del mobile (due palle…) poi cena fuori. Quando siamo rincasati il proprietario stava guardando la tv. Ci siamo fermati a parlare con lui. Aveva l’alito che puzzava di alcol. Siamo poi andati a letto, abbiamo dato due mandate di chiave alla camera e l’abbiamo fatto pensando che il proprietario poteva spiarci, magari entrare e tutte queste fantasie.
La mattina dopo abbiamo fatto colazione. È rincasato il proprietario con le buste della spesa. Abbiamo chiacchierato un po’. Lui la solita passata sulla scolatura della mai compagna. Gli abbiamo detto che la sera avremmo cenato in appartamento e lui ha detto che andava bene.
Giro a Milano, piccola spesa per la cena e rincasiamo. Lui non c’è. Ci mettiamo a mangiare e facciamo fuori una bottiglia di vino (né io né lei reggiamo tanto). Rincasa il proprietario e si mette a parlare del vino che abbiamo bevuto. La mia lei ride a battute che nemmeno ricordo. Dice che ci fa sentire un vino che fa suo cugino. Lo scoliamo in tre. Poi è il momento degli amari. Lui scherza e ride con la mia compagna, parlano di viaggi e io sono di poche parole come quando bevo troppo. Ci spostiamo nella sala. Altro amaro. La testa gira. Ricordo solo che l’ultimo fotogramma, prima del risveglio, sono loro due che mi indicano e ridono con il bicchiere in mano e lei una mano davanti alla bocca. Poi mi addormento. Mi risveglio e non capisco dove sono, credo di essere a casa, poi mi guardo intorno e ricordo che sono a Milano. In sala ci sono solo io. Nausea alle stelle. Mi alzo per avvicinarmi al bagno che si trovava vicino al corridoio che portava in camera del proprietario. Appena arrivo alla porta sento dei lamenti. Vedo la porta in fondo al corridoio. Esce un cono di luce. Mi arriva il cuore in gola. Nonostante la nausea mi avvicino senza far rumore e inizio a sentire anche dei grugniti. Realizzo subito e cerco di trattenere il vomito e un tremore che inizia a scuotermi. Arrivo alla porta tenendo le spalle la muro. I lamenti sono forti e continui, i grugniti ogni tanto. La porta è aperta per una spanna. Mi accovaccio e prendo coraggio. Con la testa rasente il pavimento mi affaccio. Premetto che la scena che vedo è per metà perché la porta socchiusa copriva una metà buona del letto, la parte in fondo. Vedo la cascata bionda della mia compagna strusciare sul cuscino. La sua faccia rivolta verso il basso ma, in parte, coperta dai capelli, che va avanti e indietro a scatti. Le mani poggiate sul materasso. Le tette che ciondolano libere (nuda fin dove la vedo). Due mani da uomo che le tengono i fianchi. Non riesco a vedere oltre l’ombelico per colpa della porta ma è chiaro che lei, lì a pecora, lo sta prendendo dentro dal proprietario. Mi sento di svenire. Ritiro la testa e mi sposto verso il bagno. Poi sento forte il desiderio di guardare di nuovo e torno lì. Ora le mani le stanno palpando le tette, le strizzano. Lei ansima, l’altro grugnisce ma non parlano. Resto lì fino a che lui non le chiede se può venire e lei risponde solo che prende la pillola. Non so quanto tempo passa prima che i suoi grugniti diventino grida e dice “sborro! Sborro! Ah quanto sto sborrando! Tieni! Tieni”. La mia compagna intanto ha appoggiato la fronte sul cuscino poi si lascia andare al suo grugnito di quando viene. Ritiro la testa. Silenzio. Poi lei dice che deve andare in bagno ma prima si deve rivestire. Io mia allontano gattoni fino all’ingresso della sala, sicuro di sentire, prima o poi, la voce della mia compagna dietro. Mi volto e non c’è. Calcolo che forse ho il tempo di tornare al divano e riesco. Mi metto sul divano, appoggio la testa sul bracciolo e faccio finta di dormire mentre la nausea e una sensazione strana mi scuotono. Sento dei passi sul corridoio. Qualcuno si avvicina al divano. La voce di lei che dice bassa “ancora dorme” e l’altro che risponde “meglio così, no?”. Resto così per non so quanto tempo trattenendo la nausea. Poi qualcuno si siede e mi scuote una spalla. La voce della mia compagna che mi dice “ehi!”. Faccio finta di socchiudere gli occhi come mi fossi appena svegliato e lei è lì seduta con addosso Jeans e una maglietta. Mi alzo e sento il suo profumo (sicuro aveva fatto la doccia come ogni mattina). Mi sorride e dice che non voleva svegliarmi. Le dico che mi sento di vomitare e lei risponde che abbiamo esagerato la sera prima nel bere. Gli chiedo cosa è accaduto e lei mi dice che mi sono addormentato e chiede “non ti sei svegliato da questa notte?” le dico di no e lei dice che mi ha lasciato dormire mentre lei è andata a dormire in camera. Parliamo di cavolate poi vado in bagno e riesco a vomitare. Torno e lei sta preparando del pane con marmellata. Le chiedo dov’è il proprietario e lei dice che forse è uscito. Provo una sensazione strana nei suoi confronti. Facciamo le valige e torniamo al nostro paese. Al tipo non do nemmeno la mano prima di uscire né lo guardo in faccia. Durante il viaggio lei scherza su come fossi ubriaco la sera prima e io le dico che non ricordo nulla. Decido di non dirle niente, ma una parte di me è incazzata e vorrebbe lasciarla.
La sera mi si mette sulle ginocchia mentre cerchiamo un film da guardare. Mi dice che ha voglia. Andiamo in camera e, mentre mi lecca, penso a lei con lui. Iniziamo a darci dentro. Lei gode a pecora e io, bastardo, le dico di far finta che sono il proprietario dell’appartamento di Milano. Lei si ferma e dice “va bene”. Io godo come un matto e, a un certo punto, decido. Le dico di non fermarsi, che eravamo ubriachi tutti e tre e che quindi la perdono ma che ho visto tutto. Lei si ferma. Parliamo. Non ve la faccio lunga. Si mette a piangere e dice di non lasciarla. Le ripeto che eravamo ubriachi e che la perdono. La sera dopo, mentre lo facciamo, le chiedo di raccontarmi tutto così che diventi il nostro gioco. Lei dice che non sa se riesce, ma, mentre gode (dato che so che lì non ha freni), inizio a chiederle dettagli. Lei dice di ricordarsi poco. Insomma la storia viene fuori a pezzi una scopata dietro l’altra nei giorni seguenti. In poche parole, quando mi sono addormentato, lui ha cominciato a palparle le tette, lei gli ha messo una mano dentro i pantaloni, poi si sono spostati in camera. Pensavano di aver chiuso la porta. Io dormivo peso e lei sa che non mi sveglia neanche un petardo quando bevo. Cosa hanno fatto: si è fatta leccare le tette (ha raccontato che non voleva smettere, forse anche mezz’ora) mentre lui diceva che non aveva mai visto delle tette così da porca. Lei l’ha spompinato (dietro mi domanda ha detto che ce lo aveva grosso ma meno del mio: certo…). Poi lui l’ha stesa sul letto e glielo ha infilato dentro. Ha detto che pompava tanto e sudava e che lei ha goduto ma non tanto quanto con me (ancora certo…). La prima volta che ho chiesto se era venuto dentro lei mi ha detto di no. La seconda gli ho detto che lo avevo sentito dire “sborro” allora ha ammesso di sì. Quindi non so quante e quali cose abbiano fatto realmente. Secondo me molte di più. Devo dire che c’è stato un periodo in cui mi faceva arrabbiare il ricordo di questa cosa e pensavo che tanto l’avrei tradita per pareggiare. Poi, per ora, non è avvenuto.
Ecco la storia. Ditemi cosa ne pensate e non fatevi problemi a esprimervi liberamente. Non so se questa cosa abbia fatto bene al nostro rapporto, ancora forse devo capire. Ho pensato di proporle di riprovare, ma solo pensato perché sinceramente anche no. Non l’ho lasciata perché in realtà la amo ma ci sono stati momenti difficili in cui ho avuto grossi dubbi in seguito a questa cosa. Ora è passato tempo e ogni tanto tiriamo fuori questa cosa mente lo facciamo.