Il posizionamento della mappa fu inizialmente difficoltoso: lo spazio tra la fronte di Diana ed il fianco di Antonio era minimo. Inoltre il vento piegava con facilità la cartina e Diana, pur imprecando, non accennava a muoversi per bloccarla: fu Antonio a spostarsi ancora di qualche centimetro e a fermare la cartina con alcuni ciottoli sui lati. Diana rialzò leggermente la testa per inquadrare meglio la mappa, puntai per un attimo il suo seno che tuttavia continuava ad essere schiacciato al massimo. Anche Ciro si sdraiò con la schiena al sole, mentre Raffaele era rimasto seduto con lo sguardo rivolto alla mappa.
Cominciai a notare dei piccoli sobbalzi sulla schiena di Diana, alternati a leggeri movimenti "di assestamento" ed a sollevamenti improvvisi quasi impercettibili ma sempre più frequenti: si stava stancando della posizione assunta, era un segnale che avevo imparato bene! Nel pieno della sua reale ed effettiva concentrazione sulla mappa, si alzò con la testa e le spalle, appoggiando i gomiti all'asciugamano. Il suo seno finalmente venne in parte liberato dall'oppressione patita e la visuale laterale iniziava a farsi interessante: se ne accorse subito Raffaele, che cambiò immediatamente posizione sdraiandosi sul lato sinistro con il volto e il corpo rivolti verso Diana: se ne accorse anche il più timido Antonio seduto a pochi passi da lei... e me ne accorsi anch'io, che sedevo a destra di Diana sul mio asciugamano, ma desideroso di godermi meglio la scena senza essere notato: iniziai a guardarmi intorno alla ricerca di una posizione "strategica", che individuai in acqua, seduto su uno scoglio piatto appena affiorante, quasi a riva: mi alzai con la scusa di voler testare la temperatura dell'acqua prima di un eventuale bagno. Diana tolse per un attimo lo sguardo dalla mappa, sospettando qualcosa: diede una rapida occhiata al suo seno, realizzando solo allora che sollevandosi si iniziava a vedere... poi si girò verso di me, con un'espressione molto eloquente di consapevolezza che il mio obiettivo fosse un altro, non certo un bagno in una giornata come quella... ma non si riabbassò, si girò nuovamente e continuò l'analisi della mappa. Quel benedetto scoglio sembrava fosse piazzato in quel punto preciso, proprio come una sedia da regista: potevo vedere alla perfezione i movimenti del seno di Diana ed anche la direzione degli sguardi di tutti e tre i ragazzi, senza essere praticamente notato: forse solo Antonio poteva capire le mie intenzioni, ma non era così attento alla mia analisi panoramica, i suoi occhi ormai erano stati catturati da ben altro, seppure in maniera misurata.
L'interesse di Diana nei confronti della mappa sembrava nel frattempo mutato: continuava a guardare la cartina, affermando che molti dei nomi delle spiagge ci erano stati già segnalati da alcuni pescatori qualche giorno prima... Ma la sua concentrazione sembrava essersi spostata ai movimenti del suo stesso corpo, che ora apparivano voluti e premeditati: si sollevò sempre di più sui gomiti, il suo seno ora era quasi completamente penzolante, solo i capezzoli sfioravano leggermente il reggiseno slacciato e giacente a terra sull'asciugamano. Rimase per qualche minuto in quella posizione, Antonio continuò a guardarla con moderazione, Raffaele con molta più intensità ed irruenza: Ciro probabilmente non si era accorto della gentile concessione, sdraiato con la schiena al sole e coperto da Raffaele che tuttavia gli rifilò una leggera gomitata ed un cenno con la testa per informarlo della piacevole visuale: si tirò leggermente in avanti, per consentire anche al suo amico di vedere. Ciro allora sobbalzò e si sedette, poi si girò verso di me per verificare il mio livello di attenzione, ma ebbi la prontezza di abbassare la testa e di guardare in acqua. La scena si stava facendo sempre più intrigante: Diana staccò il gomito sinistro da terra, arretrò il braccio e appoggiò la mano sulla schiena per tentare di massaggiarsi, coricandosi sul lato destro: ora anche il suo capezzolo sinistro era perfettamente libero e visibile, a pochi centimetri da Raffaele che puntava il suo seno con gradimento ed insistenza: il massaggio durò parecchi secondi, poi Diana lamentandosi per il poco comfort offerto dai ciottoli, riappoggiò il gomito nella posizione precedente, continuando a consultare la mappa, ma non per molto...
Si coricò nuovamente sullo stesso lato in maniera più stabile e decisa, per voltarsi verso di me, mostrando completamente la tetta sinistra e buona parte di quella destra: "Fallo tu il bagno se vuoi, io oggi rinuncio: non mi piace questo vento" mentre mi parlava un cenno della sua mano mi imponeva di entrare più in acqua. Ciro e Raffaele incrociarono il loro sguardo con un sorriso compiaciuto alla vista di quello spettacolo maestoso.
La mia ubbidienza fu ancora una volta totale, nonostante il rischio concreto di beccarmi un bel febbrone o una polmonite dopo un bagno in una giornata del genere, ma il sole che poco prima aveva ben illuminato le tette di Diana era più caldo e costante in quel momento: presi coraggio e mi tuffai poco più avanti per riemergere quasi subito. Mi voltai di nuovo ma non sentivo perfettamente il tema della loro chiacchierata: Diana parlava di scottature, di crema, di volontari, delle mie mani bagnate ma non riuscivo a seguire il discorso per intero: vidi Antonio allungarsi verso la nostra borsa, aprire la tasca in fondo e prendere la nostra crema solare per poi passarla a Raffaele. Mi riavvicinai al mio scoglio, sedendomi nuovamente: il più sveglio dei ragazzi aveva iniziato a cospargere la schiena di Diana che si era riadagiata sull'asciugamano, senza schiacciarsi troppo: era arrapante vedere le mani di un altro che la toccavano, seppure solo sulla schiena. Raffaele, a dispetto della sua intraprendenza tutta partenopea, svolse bravo bravo il suo compitino con cura ed applicazione, salendo anche sulle spalle e sul collo e senza sconfinare altrove; anche lui si girò verso di me, forse per capire se mi stavo arrabbiando, ma lo ringraziai dicendo che le mie mani erano bagnate e non potevo certo pensare io alla spalmatura: mi fece un OK con il pollice, poi alzò le mani: "basta che non sei geloso" "Non lo sono mai stato, figurati, nessun problema, decide lei..." Diana entrò nel discorso "E poi è una schiena, dai. Non sarà mica la prima volta che metti la crema sulla schiena di qualcuno... se aspettavo ancora, rischiavo di bruciarmi : questa è la classica giornata in cui il sole ti frega: sembra timido, ma zitto zitto ti ustiona".
Raffaele sembrava aver preso coraggio dalla situazione oltre che dalle mie rassicurazioni e cominciò ad esprimersi con maggior spontaneità: "Attenta a come ti giri, pero, eh... prima stavamo svenendo" e rise di gusto, seguito dagli altri due". Poi mi guardò cercando la mia approvazione "Lei è molto sbadata, non fateci caso... oppure fateci caso, se preferite!!" affermai incoraggiandoli. Diana mi domandò cosa fosse successo quando si era girata, poi voltò di scatto la testa verso di me: "ma perchè: si è visto qualcosa?" "Qualcosa si, anzi, più di qualcosa", risposi smaliziato"ma non ti preoccupare, siamo al mare, è normale, mica puoi stare sempre a coprirti, altrimenti venivamo con i maglioni. Siamo nel 2005, è ora che anche voi donne vi abbronziate come vi pare" Ciro e Raffaele scherzando sposarono la mia opinione "Si si, infatti, c'hai ragione: girati più spesso e non coprirti"... Diana si nascose gli occhi con una mano: "Mamma mia, che sarà mai! Non ci pensavo che c'era qualcuno intorno a me, però, cavolo, l'avete vista pure l'altra sera mentre giocavamo a carte: non è cambiata, è sempre la stessa tetta, ve l'ho detto subito che sono libertine e ribelli" Ridemmo tutti, poi continuò rivolgendosi a Raffaele: "Piuttosto, mettimi la crema dappertutto, pure sui fianchi intendo, invece di fare tanto lo spiritoso: mi brucio facilmente anche lì, soprattutto quando mi giro come dite voi " e si sollevò nuovamente sui gomiti. Raffaele si alzò occupando il mio asciugamano per ricominciare le operazioni sul lato destro, Diana continuava: "e poi state a guardare me, nemmeno fossi questa fica da paura... non mi dite che in questi giorni allo stabilimento non c'era di meglio da ammirare perché non ci credo, le ho viste con i miei occhi quelle quattro/cinque in passerella". Antonio ruppe il silenzio e rispose con ironia che le avevano viste eccome... e non solo: le avevano puntate, ma se la tiravano troppo quando avevano provato a conoscerle" Ciro intervenne: "Quelle andavano bene per i milanesi, non per noi napoletani: troppo perfettine, schizzignose: a noi ci piace la genuinità, la simpatia, con quelle non ti diverti, stavano sempre a sistemarsi i capelli, a specchiarsi, ogni due secondi sgrullavano l'asciugamano con la punta delle dita...", Raffaele annuì con una smorfia quasi teatrale, continuando a puntare lo sguardo attentamente verso il seno di Diana: dalla posizione della sua mano capii che era arrivato a spalmare proprio la parte laterale della tetta, schiacciata al minimo.
Poi tornò al suo posto con l'intento di ripetersi anche sul lato sinistro, Diana si sollevò maggiormente, vedevo la sua tetta che penzolava verso l'asciugamano, morbida, senza compressioni: solo il capezzolo sfiorava leggermente il reggiseno ormai stropicciato: lei se ne accorse, si sollevò ancora un pochino per disincastrarlo definitivamente dal suo corpo, per poi piegarlo e poggiarlo sul bordo laterale dell'asciugamano. Il capezzolo comparì con nitidezza in quei secondi, prima che lei tornasse a riabbassarsi seppur di poco. Fu davvero eccitante vedere la mano di Raffaele sfiorare lateralmente il seno di Diana, che scherzando si complimentava per la sua meticolosità nel non lasciare nessun centimetro di pelle senza protezione. Gli altri due si gustavano la scena, inebetiti. Avevo appena assistito a quella che ritenevo un'importante conferma. Il mio cervello iniziò a fremere all'idea che prima o poi Diana si sarebbe girata, non poteva certo restare tutto il giorno nella stessa posizione, con il mal di schiena che aveva... si sarebbe ricomposta oppure ci avrebbe fatto impazzire? Raffaele si complimentò a sua volta con Diana per la sua pelle liscia e per la sua abbronzatura uniforme e già evidente, nonostante molti giorni di maltempo. Lei rispose che non amava i segni del costume e che cercava di evitarli il più possibile, slacciando sempre il reggiseno con la schiena al sole, poi rivelò: "certe volte ammiro i nudisti, quelli veri: non si fanno problemi, belli o brutti, giovani o vecchi, si abbronzano in maniera perfetta e vivono il mare e la spiaggia nel miglior modo possibile: con il loro corpo completamente a contatto con la natura". Ciro le rivelò che una buona parte della spiaggia della Feniglia era riservata ai nudisti e le suggerì di tentare questa esperienza, se era attratta o incuriosita dall'idea. Diana gli rispose di sapere dell'esistenza della zona nudista, ma di essere riuscita solo a mettersi in topless, a molta distanza da loro: "non è così semplice passare dal bikini al nudo o al topless come se niente fosse: dipende molto dall'età media che ti circonda, secondo me: un conto è avere vicino tre ragazzi di 20 anni come voi, un conto è essere circondati da vecchietti o padri di famiglia, le sensazioni cambiano completamente". Antonio le chiese di spiegarsi meglio e lei fece capire di sentirsi molto imbarazzata al pensiero di essere guardata da uomini maturi e di non aver invece problemi a mostrare il seno a un giovane. "Anzi, ragazzi, ve lo dimostro subito: io ora mi devo girare perché ho la schiena a pezzi, non ce la faccio più e non mi ricopro altrimenti mi tornano i segni dell'abbronzatura: se volete guardare, fate pure, tanto lui non è geloso" indicandomi con tono sarcastico: "se invece vi faccio schifo, fatevi due risate o voltatevi dall'altra parte, nessun problema". Si girò lentamente, quasi a fatica, cauta e attenta a non sollecitare troppo il dorso. Non fu certo un movimento sensuale o provocatorio: dal suo tono di voce la sofferenza per il mal di schiena stravinceva su un erotismo appena accennato.
Ma si riscattò subito: scelse dapprima una posizione seduta, drizzò la schiena permettendo alle sue tettone di esplodere in avanti: lo stupore, l'imbarazzo e l'incanto si tagliavano con un coltello in quel momento: Diana avvertì quel repentino cambio di atmosfera e continuò, quasi incoraggiandoli a reagire: "penso che sulle vostre spiagge ne abbiate visti tanti di topless, quindi sarete abituati a due tette di fuori, anche meglio di queste, no? Cos'è questo silenzio!?". Raffaele, il più sfacciato dei tre, riprese coraggio, rispondendo che a Napoli sulle spiagge erano in voga costumi brasiliani, qualche bel perizoma, ma di topless se ne vedevano pochi, quasi tutti praticati dalle turiste straniere "magari si vedessero cose del genere a Napoli", indicando il seno di Diana, che nel frattempo aveva appoggiato le mani sull'asciugamano, leggermente dietro i fianchi, tenendo la schiena in tensione e le tettone sempre più esplosive: "quindi non posso nemmeno chiedervi se c'è ancora un volontario anche per la crema sulle tette: lasciamo perdere, meglio che faccia da sola: voi siete in tre, le tette solo due, non vorrei vedervi litigare per così poco" disse stavolta in maniera molto accattivante: versò copiosamente la crema sulla mano sinistra, poi la distribuì anche sull'altra mano con una leggera strofinazione e diede inizio allo spettacolo, cospargendo lentamente la crema sui seni davanti ai loro sguardi fissi, inebriati e stupefatti. Si divertiva anche stavolta a stringere le tette dal basso verso l'alto ed a massaggiarle per poi lasciarle cadere e rimbalzare di colpo: poi le accompagnò dai lati esterni, avvicinandole l'una all'altra fino a farle entrare in contatto per alcuni secondi.
Terminato lo show, Diana si sdraiò con la faccia al sole, chiudendo gli occhi. "Adesso si che mi sento comoda, vediamo quanto resisto". Ma subito si corresse: "Quasi comoda", cercando di appiattire i ciottoli con leggeri movimenti della schiena che permettevano alle sue tettone di ballare anche da sdraiate.
I tre si guardarono tra loro, meravigliati e compiaciuti, con i loro sorrisi malandrini stampati in volto. Ora si voltavano a turno verso di me: erano fin troppo scaltri e forse avevano capito che la mia posizione non era casuale e che la mia eccessiva indulgenza non era dovuta a nessuna stupidità, ma a un disegno preciso. Mi alzai e me tornai allora a sedermi sull'asciugamano. "Fino a quando dureranno le vostre vacanze?", domandai. Risposero che sarebbero dovuti ripartire la Domenica, cioè dopo due giorni, ma che il bungalow in cui erano stati appoggiati doveva essere liberato entro l'indomani mattina, Sabato: dovevano ancora decidere, quindi, se anticipare la partenza di un giorno o se riallestire la tenda solo per una nottata, dipendeva dalle condizioni del tempo e soprattutto della piazzola. Antonio ci informò che le previsioni meteo per il giorno successivo erano molto buone: nuovamente caldo e sole pieno. Ascoltata la bella notizia, Diana intervenne proponendomi di cambiare anche noi programma e cioè di non partire più di mattina come avevamo programmato, ma di sera. Potevamo, a suo parere, liberare il bungalow, caricare tutti i bagagli in macchina e trascorrere un'altra giornata di mare, magari in una delle spiagge che i pescatori ci avevano suggerito qualche giorno prima. Ottima idea, riflettei. Ma Ciro giustamente obiettò che sarebbe stato meglio lasciare l'auto carica di bagagli nel parcheggio del camping, per non rischiare furti e di spostarsi magari a piedi o con una navetta. Anche Raffaele disse la sua: secondo lui non valeva la pena, nell'ultimo giorno di vacanza, stancarsi con i bus o a piedi per raggiungere una spiaggia sconosciuta: tanto valeva fermarsi alla Feniglia e riposarsi in vista del viaggio di ritorno. Intelligenti questi ragazzi... o forse molto calcolatori... Antonio ci ricordò che se avessimo voluto caricare in auto anche l'ombrellone, lo stabilimento avrebbe offerto gratuitamente il servizio spiaggia a chi occupava i bungalow, quindi poteva essere una buona soluzione per un ultimo giorno. Diana concordò anche con lui, affermando che con il suo mal di schiena non era male poter sdraiarsi su un comodo lettino... ma poi , oltre ai pro, pensò anche ai contro: "...anche se allo stabilimento non potrei stare certo così, con le tette di fuori e io non voglio farmi venire i segni proprio l'ultimo giorno". Raffaele rispose che non c'era nessun cartello che vietasse il topless allo stabilimento, ma ironicamente si offrì volontario per chiedere in prestito un lettino ai gestori e portarlo a lei in qualunque altra zona della spiaggia che fosse di suo gradimento. "Senti senti che galanteria!!" Faresti questo per me?" "Per la tua tintarella questo e altro", rispose con astuzia il ragazzo. Diana continuò a stuzzicarlo: "Ma poi cosa faresti dopo avermi portato il lettino: te ne andresti o rimarresti con me?" "Che domande mi fai... conosci già la risposta," replicò Raffaele con sempre maggiore intraprendenza "Di sicuro ti dovrei rimettere la crema, se sono stato così bravo, giusto?" "Assolutamente si, ma poi non è che per tutti questi favori mi chiedi un premio!?" ribatté Diana. "Beh, ecco il premio: se vengo da solo, te la potrei spalmare anche su questi due capolavori, no? Non litigherei con nessuno, sempre che il tuo ragazzo me lo permetterebbe, sia chiaro"... e mi guardò con un'espressione goliardica ma rispettosa. Mi piaceva stare al gioco e risposi che per me andava bene: "Si vive una volta sola"... risero anche gli altri due, che seguivano il discorso in gradevole silenzio, buttando l'occhio con frequenza sulle tettone ben esposte al sole. Anche Diana, pur non riaprendo gli occhi, acquisiva coraggio e sfrontatezza e domandò: "Ma ti piacciono davvero o stai solo adulando da bravo napoletano?" "Ma quale adulando, scherzi, mi piacciono davvero, non si vede!?" "Ho gli occhi chiusi, come faccio a saperlo!?!?... Da uno a dieci quanto ti piacciono, fammi capire, ma devi essere sincero, però. Preferisco un cinque onesto, piuttosto che un nove campato in aria, ok?" "Da uno a dieci... dico venti, 10 una e 10 l'altra" sentenziò Raffaele con una spontaneità disarmante. Diana scoppiò a ridere insieme a tutti noi, sollevando leggermente la testa, prima di chiedere un giudizio anche agli altri, che non confermarono certo il venti, ma assegnarono un dieci e "tanta tanta lode" (Ciro) ed un 10, Antonio, dal quale arrivò il complimento più gratificante: guardò prima me, chiedendomi il permesso di motivare il suo voto: permesso ovviamente concesso. "Tu non hai solo due zizzone fantastiche, tu sei una bomba sexy, eppure non sei una modella o una diva come quelle dello stabilimento. Sei una persona semplice, normalissima, simpatica, non te la tiri, "nun si la solita 'ntrocchia ", si vede e questo ti rende ancora più sensuale". Poi mi guardò temendo di aver esagerato: "Se ho detto qualcosa di troppo, scusami" Risposi che non doveva scusarsi e che anzi apprezzavo il suo commento e che piaceva moltissimo anche a me l'atteggiamento di Diana: "Menomale che non sono geloso, allora: altrimenti mi sarei perso questo panorama oggi e ve lo sareste perso anche voi, mi dovreste ringraziare". "Allora un bel 10 e lode anche a te, che ci hai fatto trascorrere una bella giornata finalmente" ribattè Ciro. Ridemmo tutti fragorosamente. Poi puntualizzai , indicando Diana "No no, il merito è solo suo, è lei che decide..."
Durante la conversazione ero stato catturato da un'immagine che conservo ancora indelebile: quella di Diana in topless ad occhi chiusi, consapevolmente disposta in mezzo ad un perfetto cerchio di quattro ragazzi in totale ammirazione: in quel momento mi eccitava guardare anche il suo viso, sorridente, disteso, privo di qualsiasi espressione di timore o di imbarazzo: mai come in quei minuti avrei voluto sapere quali pensieri affollassero la sua mente, nascosti dietro quegli occhi serrati, quali sensazioni provasse, quale fosse il motivo di tanta naturalezza e fiducia nel concedersi agli sguardi di tre intraprendenti sconosciuti senza nemmeno più seguire e controllare le loro reazioni e i loro movimenti... Percepivo (o forse sognavo soltanto) un desiderio sessuale in lei, non so di quale grado o entità, ma di qualunque livello fosse era un sentore tremendamente arrapante. La tentazione di "autorizzare" i ragazzi a toccarla dolcemente era fortissima, sarebbe stato indimenticabile vedere sei giovani mani contemporaneamente su di lei... ma purtroppo, o per fortuna, i ragazzi non avevano portato il pranzo ed a malincuore iniziarono a prepararsi per rientrare in campeggio, senza rinunciare alle ultime occhiate malandrine alle nuove posizioni di Diana che nel frattempo si era rialzata e seduta. Ciro confidò che nel primo pomeriggio era impegnato in un appuntamento con una ragazza conosciuta a Porto Ercole nei primi giorni di vacanza e Diana improvvisò una provocatoria scenetta di gelosia toccandosi i suoi meloni al vento: "bravo, complimenti, io sto così per te e tu te ne vai da un'altra: le sue sono più belle delle mie, allora, altro che 10 e lode". Ciro le rispose: "Domani quando ci rivediamo ti faccio sapere, ma sarà difficile che siano meglio delle tue, credimi" Raffaele lo sfotté aggiungendo: "Sarà difficile pure che te le faccia vedere quella lì".
Sfortunatamente il ritorno di qualche nube di troppo e un aumento del vento non permisero nemmeno a noi di rimanere in spiaggia ancora a lungo: avrei voluto "ricompensare" Diana all'aperto per l'eccitante mattinata, ma mi accontentai di aver vissuto qualche ora davvero emozionante ed inattesa; speravo ardentemente che anche lei avesse provato le mie stesse emozioni, chissà...