patrulla
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PREMESSA BIS. A chi mi scrive in privato vorrei ricordare un concetto che sta alla base di questo racconto: come detto, le storie raccontate sono vere ma romanzate e mixate, per intenderci quello che succede a Flavio è accaduto realmente ma - magari - lui non ha mai conosciuto Mario che magari ha vissuto quelle esperienze a 200 km di distanza.
Detto questo, a chi mi scrive raccontando loro fatti realmente accaduti chiedendomi di inserirli nel racconto se possibile - quindi nel caso fossero inerenti - ci posso provare ma già la mole di cose da dire è gigantesca così come è. Infine sempre per chi me lo sta chiedendo, in questo racconto cercherò di concludere i racconti precedenti interrotti per i ben noti motivi, ma starà a voi ricollegare fatti e personaggi.
Undicesima parte - Le mani sulla città
Per prima cosa voglio farvi una domanda, però dovete essere sinceri: voi preferireste scopare allo stesso prezzo una escort cinque stelle della scala Flavio, oppure una quattro o tre stelle però non professionista ma della porta accanto?
Questo capitolo vi potrebbe risultare un po’ noioso ma a me è fondamentale per spiegarvi bene il contesto delle tresche che poi vi andrò a raccontare. Per forza di cose a volte andrò anche un po’ avanti dal punto di vista temporale, senza però oltrepassare la linea fondamentale dell’inizio della pandemia.
Nel precedente recap mi sono scordati di scrivervi di Marta, la madre di Simone. Dopo la scopata con Ivan e l’offerta del ragazzo, la donna l’ha richiamato per parlare con più calma del possibile futuro lavoro. Così i due si incontrarono anche alla presenza di Mario e gli uomini le dissero che per lei ci poteva essere un posto come responsabile del’’accoglienza del centro commerciale, con tanto di contratto indeterminato e stipendio più che dignitoso.
“L’offerta senza dubbio è buona, ma io non sarò la vostra puttana” disse lei, allora Mario “di certo non è che ogni giorno verremo lì a chiederti di abbassarti le mutande, ma ogni tanto dovresti concederti per il bene della società, naturalmente poi ti verrà corrisposto un bonus in busta paga. In più quando richiesto dovrai facilitarti alcuni rapporti con il personale, ma si tratterebbe solo di fare qualche chiacchierata. Insomma Marta, potrai trovare stabilità economica e prospettive di carriera, ma senza esagerare quando ti chiederemo una cosa tu la dovrai fare”.
Lei disse che ci avrebbe pensato e poi rimasti soli Mario fece al ragazzo “cazzo lei sarebbe perfetta, è tanto bona quanto di classe, ma veramente fa tutto?”, “si tutto tutto, è meravigliosa”. Dopo qualche giorno Marta comunicò che avrebbe accettato l’offerta.
Per capire meglio cosa avesse veramente in mente la cricca devo spoilerarvi alcune cose: dietro di loro c’erano interessi molto grandi e persone molto potenti e, oltre al centro commerciale, in mezzo c’era anche la realizzazione di un impianto per lo smaltimento dei rifiuti, altre aree edificabili e l’organizzazione di alcuni eventi sportivi alcuni anche a carattere internazionale.
Il nostro comune infatti è molto vasto e comprende anche ampie aree totalmente disabitate e inutilizzate. Per avere campo libero però serviva una amministrazione amica e - quella attuale - non lo era per nulla per i nostro amici. Prima di intraprendere questa avventura però lo zio di Leo - Ivo - aveva trovato il candidato perfetto.
Gianni è un notaio di 60 anni figlio di notaio, con la moglie che è la figlia di un importante industriale della zona. Grazie ai soldi del suocero, a lungo è stato presidente della squadra di calcio della città, portandola tra i professionisti. Un tipo vulcanico alla Gaucci - anche nell’aspetto fisico anche se è un po’ più magro - ma che poi lasciò in rotta con l’attuale sindaco: la nuova proprietà caldeggiata dal sindaco ha deluso con la squadra tornata nei dilettanti, e ora Gianni che è molto amato dai tifosi e stimato dai concittadini era pronto a diventare sindaco sostenuto da una serie di liste civiche di centrosinistra.
L’operazione appariva essere molto ben impostata tanto da trovare sponsor molto importanti ma, anche se il sindaco uscente che si ricandidava non era amatissimo anche per altri sbagli, non è mai facile sconfiggere un sistema di potere per radicato da decenni in città.
Mario così lavorava notte e giorno su più fronti, aiutato da Emilio un ex dirigente comunale che non aveva gradito molto l’essere stato messo da parte dopo anni di fedeltà alla destra. Gli aveva sviscerato così tutti i retroscena, i segreti, i magheggi e i punti deboli dell’attuale amministrazione.
Mario dal canto suo aveva deciso di restare in hotel e di destinare l’appartamento preso al direttore di un giornale di cui vi parlerò poi. Quando il proprietario - Gaetano - firmò la cessione alla società immobiliare, decisero di non iniziare subito i lavori per gli appartamenti per non complicare troppo le cose. Decisero invece di tenerlo come una sorta di loro quartier generale e abitarlo, mantenendo due donne delle pulizie e due in cucina tutti rumeno: gli stranieri comunitari votano alle comunali!
L’hotel è storico nella nostra città e, in passato, quando era in funzione un centro termale faceva palate di soldi. Adesso invece era abbastanza in decadenza anche se restava sempre molto carino e curato. L’ingresso dava su una via centrale della città, con poi una verandina molto carina e un piccolo giardino. Come entravi c’era un piccola hall con la reception, poi sulla destra la sala da pranzo con cucina attaccata e sulla sinistra la sala tv con il bar.
Dal piano terra si aprivano due porte chiuse: una che portava all’appartamento dei proprietari - una struttura sicuramente condonata che dava sul retro, con annessa stradina che si collegava a una strada poco percorsa - l’altra al magazzino che poi si ricollegava alla cucina. Al primo piano c’erano le camere doppie più piccole, al secondo le triple più grandi mentre infine c’era una mansarda con due piccoli appartamenti.
Ivo prese uno dei due appartamenti per quando si fermava, mentre Mario optò per una tripla lasciando l’altro appartamento a Rob, un ex sportivo di colore abbastanza famoso che avevano scelto come immagine del nuovo centro commerciale con tanto di posto nel consiglio di amministrazione: i rapporti tra di loro da tempo erano consolidati.
Più tardi prese un posto fisso in tripla anche Paolo, un nipote più che quarantenne di Mario che da alcuni anni era l’addetto alla contabilità: piccolino, magro e abbastanza bruttarello come lo zio nonostante un look molto curato, il suo cazzo può essere definito solo con la parola mostruoso, venoso e largo di una lunghezza credo di oltre 25 cm e una cappella veramente grande. Quando per la prima volta lo zio lo invitò a un festino, guardandolo gli disse “cazzo Paolo ma è un fotomontaggio??”. Giusto per farvi capire, da anni è singol con la ex che lo lasciò perché aveva male a scopare con lui, con diverse puttane che si sono rifiutate di scoparci.
Mio padre arrivò in hotel poco prima del passaggio di proprietà. Si sistemò in doppia e per un po’ lo fecero stare a gratis finché non trovò una sistemazione. Quando Emilio disse a Mario che era uno dentro al giro politico dell’amministrazione, lo avvicinò e fecero amicizia.
Una sera si fermarono a parlare e, dopo qualche bicchiere di troppo, gli parlò del suo matrimonio. Gli disse che aveva fatto una cazzata, che dopo tanti anni aveva voglia di qualcosa di nuovo. Di certo però mia madre non era una santarellina: si conobbero perché lei era una delle ragazze che all’epoca venivano scopate dai giocatori della Roma.
Mio padre l’ha conosciuta in un club e, prima di appartarsi in una stanza privata con lui, era già stata con un altro compagno di squadra “mi pomiciava e sapeva di sborra…”. Era diverse volte che faceva così, poi quando già stavano insieme e naturalmente smise di frequentare il club, e gli raccontò che una sera andò nella stanza con uno, poi come finì entrò un altro, poi un altro ancora… tra calciatori e amici, alla fine ne contò 16 (!!!) di fila.
Quando si fidanzarono e poi sposarono mia madre è sempre stata fedelissima tranne che in un’occasione dove fu proprio mio padre a dirle che, nel caso si fosse concessa a un assessore dell’epoca, lui avrebbe fatto finta di niente. Ancora io e mio fratello eravamo solo nei loro pensieri, ma grazie a quella scopata mia madre fu assunta in provincia: per un’ora però l’uomo le martellò il culo, già in precedenza sverginato da qualche giocatore.
In quel periodo però Mario si occupava anche delle assunzioni. Per la società di Leo e Ivan le cose erano più semplici. Presero come segretaria Elisa, una ragazza trentenne laureata del luogo molto brava ma anche bella: alta 1,70 con la carnagione chiara e i capelli castani, ha un fisico magro ma allenato con una terza di seno rifatta nonostante sia una ragazza assolutamente non esibizionista ma, semplicemente, odiava il suo petto completamente piatto. Fidanzata con un ragazzo che fa l’operaio, il viso è molto bello con una bocca molto piccola e degli occhi marroni molto intensi. Portava sempre degli occhialoni molto grandi che però le stavano bene.
Presto si accorsero che Elisa era sprecata per quel ruolo, così iniziò a fare il lavoro anche di Elena che si occupava delle pubbliche relazioni, della comunicazione e dei social. Lei era una amica di Ivan, abbondantemente già scopata da lui, da Leo e da Mario in passato. La fecero venire da Roma proprio perché era a loro totale disposizione.
Abbastanza stupida, però fisicamente non era male: 1,65 bionda/castana, poco seno ma un bel sedere sporgente, ma di viso non era bellissima anche se con l’abbondante trucco mascherava un po’ le imperfezioni. Altre persone non servivano perché il grosso era tutto in mano alla società xy.
Qui entra in gioco Bruno. Oltre al suo lavoro era quello deputato a vedere quando qualche lavoratrice era disposta anche a fare incontri per migliorare la propria posizione oppure per farsi rinnovare il contratto. Con il fatto che è gay e quindi dava più sicurezza, spiegava che il dottor xxx mai le avrebbe detto “dammela e ti rinnovo il contratto” perché sennò si prendeva una denuncia. Ma in caso di disponibilità, lui avrebbe organizzato un incontro dove dovevano solo scopare e mai parlare di lavoro.
Per il supermercato e la farmacia i vecchi lavoratori erano confermati anche se non mancavano le incognite e decidere chi dovesse essere promosso. Molti altri però dovevano essere assunti, oltre a riempire tante altre caselle.
Come detto Rob - alto, piazzato ma con un po’ di pancia, occhialini da intellettuale e rasta molto curati alla Bob Marley, con un bel cazzo sulla ventina di cm - entrò nel cda e a loro spettò anche nominare il vicepresidente cosa che fecero solo in ultimo. Leo fece assumere Miki - un energumeno di colore che giocava con noi, un armadio a muro pelato con un cazzo lunghissimo e dritto - nella security e poi ebbe anche una richiesta da Flavio.
“Ti devo chiedere una cosa un po’ particolare - gli disse lui un giorno all’intervallo - la madre di Maria è in difficoltà con la sua lavanderia, il padre è disoccupato e da tempo beve, ha fatto il bando per aprire una lavanderia nel vostro centro commerciale ma ancora non ha avuto risposta, per lei sarebbe molto importante tu puoi darmi una mano?”.
Come mi confessò qualche tempo dopo, Flavio stava molto sul cazzo a Leo anche se non lo dava a dimostrare. In effetti se non lo conosci bene il mio amico può risultare molto fastidioso e irritante, così gli disse “io su queste cose posso aiutarti poco, ma la madre è la tettona che è passata alla festa di Simone?”, “si è lei perché?”, “guarda ma che rimanga tra di noi, se lei diciamo decidesse di essere un po’ gentile con una persona, questo la potrebbe aiutare veramente”.
Flavio rimase di sasso e Leo gli fece “guarda capisco che è una cosa molto viscida ma purtroppo il mondo va così, se può essere d’accordo ti dico chi deve chiamare”. Flavio in verità era molto eccitato della cosa e lo disse a Maria “se veramente può sbloccare la cosa, scusa amore ma me lo scopo io al posto di mamma, perdonami ma voglio solo che questa merda finisca”.
“Si ma dobbiamo trovare un modo per farmi partecipare” disse Flavio che espose la cosa a Leo. “Ma veramente dici?? Faresti scopare la tua ragazza e tu guardi??”. “È una brutta situazione, un giorno ti spiegherò “ rispose Flavio “se vuoi puoi darmi il numero”, “tieni però fai chiamare solo stasera che prima ci devo parlare”.
Leo parlò della cosa a Mario “ora vedetevela voi, a me non frega nulla e non voglio entrarci in questa cosa”, il faccendiere così chiese info a mio padre “la signora la conosco perché la figlia è amica del mio secondo figlio; lei è una gran tettona che ancora regge, anche la sorella uguale la lavenderia per un periodo l’hanno gestita insieme”. Mario poi fece un giro sui social e vide le foto anche di Maria e della figlia maggiore.
Poi istruì Bruno sulla chiamata che avrebbe ricevuto. A chiamarla fu Maria senza che la madre sapesse nulla, ma Bruno le disse che dovevano vedersi di persona. Lei si presentò tutta scollata all’incontro “io non ce la faccio più, questa persona mi può scopare come vuole basta che mia madre poi ha il posto al centro commerciale”. Bruno allora le spiegò che sul fine eventualmente non c’erano problemi, ma che poi nell’atto non doveva mai parlare di questa cosa.
Poi le aggiunse “se tu ti senti più tranquilla con il tuo ragazzo va bene, però la lavanderia è di tua madre e tua zia e anche loro si devono diciamo impegnare”. “Ma tutte insieme??” disse la ragazza, “sì perché ci sarà più di un uomo presente”.
Maria così ne parlò a Flavio “scordati che sei presente, neanche glielo dico a mamma di te” e il mio amico a quel punto non potette ribattere. Poi ne parlò con la mamma in maniera molto diretta “scordati che mia figlia possa fare una cosa del genere, dammi il numero ci parlo io”. Pina - la madre - così vide Bruno e si accordò solo lei e la sorella con cui aveva parlato, però non nella stessa stanza.
Pina ha passato i 50, piccola e non magra ma neanche in carne, diciamo come la figlia, anche lei ha un culo piatto e due tettone oltre la sesta misura abbastanza calanti, con capelli rossi a caschetti e il viso rotondo. Linda la sorella invece è più giovane, sposata senza figli fisicamente è simile ma con le gambe più magre e il seno più sodo. Castana, capelli corti e bocca piccola, da sempre ha subito la personalità più forte della sorella.
Loro dettero la loro disponibilità a Bruno e lui gli disse che a breve le avrebbe fatto sapere del dove e quando, con Mario che poi informò della cosa Leo e il cugino. Mentre parlavano però furono interrotti da Bruno: alla porta si era presentato Igor, un mezzo zingaro di 40anni piccolo, tarchiato, iperpalestrato e con i capelli raccolti in una coda, che voleva parlare con chi “comandava”.
Bruno era pallido perché lo conosceva di nomea: era una sorta di boss della città, rampollo della famiglia criminale molto nota nella capitale che si occupava della nostra zona. Un suo parente, Adrian, faceva l’ultimo anno della nostra scuola in quanto, molto intelligente, lo stavano facendo studiare per cercare di elevarsi anche socialmente. Di lui però parlerò meglio il prossimo racconto.
Igor senza troppi giri di parole gli disse che sarebbe stato molto “gentile” e gradito da parte nostra assumere alcune persone che diceva lui. Leo e Ivan erano ammutoliti mentre Mario lo ascoltava in silenzio poi gli fece “capisco bene cosa intende e quale sia il suo messaggio, non vogliamo problemi a breve mi faccio vivo io”. Igor andandosene lo minacciò di non prenderlo per il culo.
Mario partì subito per Roma e tornò il giorno dopo. Quel giorno stesso Igor ricevette la visita del mega capo-famiglia che se lo inculò, dicendogli che non doveva permettersi perché “secondo te quessi smuovono mari e monti e alle spalle non hanno qualche gruppo criminale a cui non dobbiamo rompere il cazzo??? Ora vai da lui e gli chiedi scusa, mi hanno detto che gli piacciono le donne quindi vedi tu quello che deve fare”.
Igor così si presentò all’ufficio di Mario con due smandrappate a seguito, quando entrarono in stanza lui gli chiese subito scusa mentre le due donne iniziarono a spompinarlo. “Io veramente non volevo essere coglione, spero che tu possa dimenticare la cosa” disse Igor, e Mario allora cominciò a dirli che non c’erano problemi e che potevano comunque andare d’accordo, di fornirgli un elenco di persone e lui vedeva cosa poteva fare. Quando sborrò, prima che se ne andassero gli disse all’orecchio “la prossima volta però portami due belle fiche, non delle marchettare”, Igor rise e se ne andò.
Adrian nella nostra scuola prima dell’arrivo di Leo era di sicuro il ragazzo più chiacchierato della scuola. Nonostante i 18 anni aveva la nomea del grande scopatore: più alto rispetto a Igor ma ugualmente tarchiato, di bello aveva gli occhi chiari e dei modi più gentili anche se pure lui era un mezzo delinquente. Poco tempo prima si era scopato Ilaria, la nostra amica, e lei ha raccontato a Miriam che le ha spaccato la fica, anche se ha un cazzo normale e larghetto ma molto duro, che l’aveva fatta godere molto anche se era stato troppo rude nel ficcarle tutto il cazzo in gola poi spingendo velocemente.
Dopo che Igor si scusò con Mario, lo stesso fece Adrian a scuola con Leo: era la prima volta che i due si parlavano, ma anche il mio amico fu molto tranquillo e i due passarono tutto l’intervallo a parlare. “Andremo in gita insieme” gli disse Adrian “lascia che mi sdebiti anche in un altro modo”. Leo sorrise e quella nuova amicizia per me divenne una sorta di incubo. CONTINUA…
Detto questo, a chi mi scrive raccontando loro fatti realmente accaduti chiedendomi di inserirli nel racconto se possibile - quindi nel caso fossero inerenti - ci posso provare ma già la mole di cose da dire è gigantesca così come è. Infine sempre per chi me lo sta chiedendo, in questo racconto cercherò di concludere i racconti precedenti interrotti per i ben noti motivi, ma starà a voi ricollegare fatti e personaggi.
Undicesima parte - Le mani sulla città
Per prima cosa voglio farvi una domanda, però dovete essere sinceri: voi preferireste scopare allo stesso prezzo una escort cinque stelle della scala Flavio, oppure una quattro o tre stelle però non professionista ma della porta accanto?
Questo capitolo vi potrebbe risultare un po’ noioso ma a me è fondamentale per spiegarvi bene il contesto delle tresche che poi vi andrò a raccontare. Per forza di cose a volte andrò anche un po’ avanti dal punto di vista temporale, senza però oltrepassare la linea fondamentale dell’inizio della pandemia.
Nel precedente recap mi sono scordati di scrivervi di Marta, la madre di Simone. Dopo la scopata con Ivan e l’offerta del ragazzo, la donna l’ha richiamato per parlare con più calma del possibile futuro lavoro. Così i due si incontrarono anche alla presenza di Mario e gli uomini le dissero che per lei ci poteva essere un posto come responsabile del’’accoglienza del centro commerciale, con tanto di contratto indeterminato e stipendio più che dignitoso.
“L’offerta senza dubbio è buona, ma io non sarò la vostra puttana” disse lei, allora Mario “di certo non è che ogni giorno verremo lì a chiederti di abbassarti le mutande, ma ogni tanto dovresti concederti per il bene della società, naturalmente poi ti verrà corrisposto un bonus in busta paga. In più quando richiesto dovrai facilitarti alcuni rapporti con il personale, ma si tratterebbe solo di fare qualche chiacchierata. Insomma Marta, potrai trovare stabilità economica e prospettive di carriera, ma senza esagerare quando ti chiederemo una cosa tu la dovrai fare”.
Lei disse che ci avrebbe pensato e poi rimasti soli Mario fece al ragazzo “cazzo lei sarebbe perfetta, è tanto bona quanto di classe, ma veramente fa tutto?”, “si tutto tutto, è meravigliosa”. Dopo qualche giorno Marta comunicò che avrebbe accettato l’offerta.
Per capire meglio cosa avesse veramente in mente la cricca devo spoilerarvi alcune cose: dietro di loro c’erano interessi molto grandi e persone molto potenti e, oltre al centro commerciale, in mezzo c’era anche la realizzazione di un impianto per lo smaltimento dei rifiuti, altre aree edificabili e l’organizzazione di alcuni eventi sportivi alcuni anche a carattere internazionale.
Il nostro comune infatti è molto vasto e comprende anche ampie aree totalmente disabitate e inutilizzate. Per avere campo libero però serviva una amministrazione amica e - quella attuale - non lo era per nulla per i nostro amici. Prima di intraprendere questa avventura però lo zio di Leo - Ivo - aveva trovato il candidato perfetto.
Gianni è un notaio di 60 anni figlio di notaio, con la moglie che è la figlia di un importante industriale della zona. Grazie ai soldi del suocero, a lungo è stato presidente della squadra di calcio della città, portandola tra i professionisti. Un tipo vulcanico alla Gaucci - anche nell’aspetto fisico anche se è un po’ più magro - ma che poi lasciò in rotta con l’attuale sindaco: la nuova proprietà caldeggiata dal sindaco ha deluso con la squadra tornata nei dilettanti, e ora Gianni che è molto amato dai tifosi e stimato dai concittadini era pronto a diventare sindaco sostenuto da una serie di liste civiche di centrosinistra.
L’operazione appariva essere molto ben impostata tanto da trovare sponsor molto importanti ma, anche se il sindaco uscente che si ricandidava non era amatissimo anche per altri sbagli, non è mai facile sconfiggere un sistema di potere per radicato da decenni in città.
Mario così lavorava notte e giorno su più fronti, aiutato da Emilio un ex dirigente comunale che non aveva gradito molto l’essere stato messo da parte dopo anni di fedeltà alla destra. Gli aveva sviscerato così tutti i retroscena, i segreti, i magheggi e i punti deboli dell’attuale amministrazione.
Mario dal canto suo aveva deciso di restare in hotel e di destinare l’appartamento preso al direttore di un giornale di cui vi parlerò poi. Quando il proprietario - Gaetano - firmò la cessione alla società immobiliare, decisero di non iniziare subito i lavori per gli appartamenti per non complicare troppo le cose. Decisero invece di tenerlo come una sorta di loro quartier generale e abitarlo, mantenendo due donne delle pulizie e due in cucina tutti rumeno: gli stranieri comunitari votano alle comunali!
L’hotel è storico nella nostra città e, in passato, quando era in funzione un centro termale faceva palate di soldi. Adesso invece era abbastanza in decadenza anche se restava sempre molto carino e curato. L’ingresso dava su una via centrale della città, con poi una verandina molto carina e un piccolo giardino. Come entravi c’era un piccola hall con la reception, poi sulla destra la sala da pranzo con cucina attaccata e sulla sinistra la sala tv con il bar.
Dal piano terra si aprivano due porte chiuse: una che portava all’appartamento dei proprietari - una struttura sicuramente condonata che dava sul retro, con annessa stradina che si collegava a una strada poco percorsa - l’altra al magazzino che poi si ricollegava alla cucina. Al primo piano c’erano le camere doppie più piccole, al secondo le triple più grandi mentre infine c’era una mansarda con due piccoli appartamenti.
Ivo prese uno dei due appartamenti per quando si fermava, mentre Mario optò per una tripla lasciando l’altro appartamento a Rob, un ex sportivo di colore abbastanza famoso che avevano scelto come immagine del nuovo centro commerciale con tanto di posto nel consiglio di amministrazione: i rapporti tra di loro da tempo erano consolidati.
Più tardi prese un posto fisso in tripla anche Paolo, un nipote più che quarantenne di Mario che da alcuni anni era l’addetto alla contabilità: piccolino, magro e abbastanza bruttarello come lo zio nonostante un look molto curato, il suo cazzo può essere definito solo con la parola mostruoso, venoso e largo di una lunghezza credo di oltre 25 cm e una cappella veramente grande. Quando per la prima volta lo zio lo invitò a un festino, guardandolo gli disse “cazzo Paolo ma è un fotomontaggio??”. Giusto per farvi capire, da anni è singol con la ex che lo lasciò perché aveva male a scopare con lui, con diverse puttane che si sono rifiutate di scoparci.
Mio padre arrivò in hotel poco prima del passaggio di proprietà. Si sistemò in doppia e per un po’ lo fecero stare a gratis finché non trovò una sistemazione. Quando Emilio disse a Mario che era uno dentro al giro politico dell’amministrazione, lo avvicinò e fecero amicizia.
Una sera si fermarono a parlare e, dopo qualche bicchiere di troppo, gli parlò del suo matrimonio. Gli disse che aveva fatto una cazzata, che dopo tanti anni aveva voglia di qualcosa di nuovo. Di certo però mia madre non era una santarellina: si conobbero perché lei era una delle ragazze che all’epoca venivano scopate dai giocatori della Roma.
Mio padre l’ha conosciuta in un club e, prima di appartarsi in una stanza privata con lui, era già stata con un altro compagno di squadra “mi pomiciava e sapeva di sborra…”. Era diverse volte che faceva così, poi quando già stavano insieme e naturalmente smise di frequentare il club, e gli raccontò che una sera andò nella stanza con uno, poi come finì entrò un altro, poi un altro ancora… tra calciatori e amici, alla fine ne contò 16 (!!!) di fila.
Quando si fidanzarono e poi sposarono mia madre è sempre stata fedelissima tranne che in un’occasione dove fu proprio mio padre a dirle che, nel caso si fosse concessa a un assessore dell’epoca, lui avrebbe fatto finta di niente. Ancora io e mio fratello eravamo solo nei loro pensieri, ma grazie a quella scopata mia madre fu assunta in provincia: per un’ora però l’uomo le martellò il culo, già in precedenza sverginato da qualche giocatore.
In quel periodo però Mario si occupava anche delle assunzioni. Per la società di Leo e Ivan le cose erano più semplici. Presero come segretaria Elisa, una ragazza trentenne laureata del luogo molto brava ma anche bella: alta 1,70 con la carnagione chiara e i capelli castani, ha un fisico magro ma allenato con una terza di seno rifatta nonostante sia una ragazza assolutamente non esibizionista ma, semplicemente, odiava il suo petto completamente piatto. Fidanzata con un ragazzo che fa l’operaio, il viso è molto bello con una bocca molto piccola e degli occhi marroni molto intensi. Portava sempre degli occhialoni molto grandi che però le stavano bene.
Presto si accorsero che Elisa era sprecata per quel ruolo, così iniziò a fare il lavoro anche di Elena che si occupava delle pubbliche relazioni, della comunicazione e dei social. Lei era una amica di Ivan, abbondantemente già scopata da lui, da Leo e da Mario in passato. La fecero venire da Roma proprio perché era a loro totale disposizione.
Abbastanza stupida, però fisicamente non era male: 1,65 bionda/castana, poco seno ma un bel sedere sporgente, ma di viso non era bellissima anche se con l’abbondante trucco mascherava un po’ le imperfezioni. Altre persone non servivano perché il grosso era tutto in mano alla società xy.
Qui entra in gioco Bruno. Oltre al suo lavoro era quello deputato a vedere quando qualche lavoratrice era disposta anche a fare incontri per migliorare la propria posizione oppure per farsi rinnovare il contratto. Con il fatto che è gay e quindi dava più sicurezza, spiegava che il dottor xxx mai le avrebbe detto “dammela e ti rinnovo il contratto” perché sennò si prendeva una denuncia. Ma in caso di disponibilità, lui avrebbe organizzato un incontro dove dovevano solo scopare e mai parlare di lavoro.
Per il supermercato e la farmacia i vecchi lavoratori erano confermati anche se non mancavano le incognite e decidere chi dovesse essere promosso. Molti altri però dovevano essere assunti, oltre a riempire tante altre caselle.
Come detto Rob - alto, piazzato ma con un po’ di pancia, occhialini da intellettuale e rasta molto curati alla Bob Marley, con un bel cazzo sulla ventina di cm - entrò nel cda e a loro spettò anche nominare il vicepresidente cosa che fecero solo in ultimo. Leo fece assumere Miki - un energumeno di colore che giocava con noi, un armadio a muro pelato con un cazzo lunghissimo e dritto - nella security e poi ebbe anche una richiesta da Flavio.
“Ti devo chiedere una cosa un po’ particolare - gli disse lui un giorno all’intervallo - la madre di Maria è in difficoltà con la sua lavanderia, il padre è disoccupato e da tempo beve, ha fatto il bando per aprire una lavanderia nel vostro centro commerciale ma ancora non ha avuto risposta, per lei sarebbe molto importante tu puoi darmi una mano?”.
Come mi confessò qualche tempo dopo, Flavio stava molto sul cazzo a Leo anche se non lo dava a dimostrare. In effetti se non lo conosci bene il mio amico può risultare molto fastidioso e irritante, così gli disse “io su queste cose posso aiutarti poco, ma la madre è la tettona che è passata alla festa di Simone?”, “si è lei perché?”, “guarda ma che rimanga tra di noi, se lei diciamo decidesse di essere un po’ gentile con una persona, questo la potrebbe aiutare veramente”.
Flavio rimase di sasso e Leo gli fece “guarda capisco che è una cosa molto viscida ma purtroppo il mondo va così, se può essere d’accordo ti dico chi deve chiamare”. Flavio in verità era molto eccitato della cosa e lo disse a Maria “se veramente può sbloccare la cosa, scusa amore ma me lo scopo io al posto di mamma, perdonami ma voglio solo che questa merda finisca”.
“Si ma dobbiamo trovare un modo per farmi partecipare” disse Flavio che espose la cosa a Leo. “Ma veramente dici?? Faresti scopare la tua ragazza e tu guardi??”. “È una brutta situazione, un giorno ti spiegherò “ rispose Flavio “se vuoi puoi darmi il numero”, “tieni però fai chiamare solo stasera che prima ci devo parlare”.
Leo parlò della cosa a Mario “ora vedetevela voi, a me non frega nulla e non voglio entrarci in questa cosa”, il faccendiere così chiese info a mio padre “la signora la conosco perché la figlia è amica del mio secondo figlio; lei è una gran tettona che ancora regge, anche la sorella uguale la lavenderia per un periodo l’hanno gestita insieme”. Mario poi fece un giro sui social e vide le foto anche di Maria e della figlia maggiore.
Poi istruì Bruno sulla chiamata che avrebbe ricevuto. A chiamarla fu Maria senza che la madre sapesse nulla, ma Bruno le disse che dovevano vedersi di persona. Lei si presentò tutta scollata all’incontro “io non ce la faccio più, questa persona mi può scopare come vuole basta che mia madre poi ha il posto al centro commerciale”. Bruno allora le spiegò che sul fine eventualmente non c’erano problemi, ma che poi nell’atto non doveva mai parlare di questa cosa.
Poi le aggiunse “se tu ti senti più tranquilla con il tuo ragazzo va bene, però la lavanderia è di tua madre e tua zia e anche loro si devono diciamo impegnare”. “Ma tutte insieme??” disse la ragazza, “sì perché ci sarà più di un uomo presente”.
Maria così ne parlò a Flavio “scordati che sei presente, neanche glielo dico a mamma di te” e il mio amico a quel punto non potette ribattere. Poi ne parlò con la mamma in maniera molto diretta “scordati che mia figlia possa fare una cosa del genere, dammi il numero ci parlo io”. Pina - la madre - così vide Bruno e si accordò solo lei e la sorella con cui aveva parlato, però non nella stessa stanza.
Pina ha passato i 50, piccola e non magra ma neanche in carne, diciamo come la figlia, anche lei ha un culo piatto e due tettone oltre la sesta misura abbastanza calanti, con capelli rossi a caschetti e il viso rotondo. Linda la sorella invece è più giovane, sposata senza figli fisicamente è simile ma con le gambe più magre e il seno più sodo. Castana, capelli corti e bocca piccola, da sempre ha subito la personalità più forte della sorella.
Loro dettero la loro disponibilità a Bruno e lui gli disse che a breve le avrebbe fatto sapere del dove e quando, con Mario che poi informò della cosa Leo e il cugino. Mentre parlavano però furono interrotti da Bruno: alla porta si era presentato Igor, un mezzo zingaro di 40anni piccolo, tarchiato, iperpalestrato e con i capelli raccolti in una coda, che voleva parlare con chi “comandava”.
Bruno era pallido perché lo conosceva di nomea: era una sorta di boss della città, rampollo della famiglia criminale molto nota nella capitale che si occupava della nostra zona. Un suo parente, Adrian, faceva l’ultimo anno della nostra scuola in quanto, molto intelligente, lo stavano facendo studiare per cercare di elevarsi anche socialmente. Di lui però parlerò meglio il prossimo racconto.
Igor senza troppi giri di parole gli disse che sarebbe stato molto “gentile” e gradito da parte nostra assumere alcune persone che diceva lui. Leo e Ivan erano ammutoliti mentre Mario lo ascoltava in silenzio poi gli fece “capisco bene cosa intende e quale sia il suo messaggio, non vogliamo problemi a breve mi faccio vivo io”. Igor andandosene lo minacciò di non prenderlo per il culo.
Mario partì subito per Roma e tornò il giorno dopo. Quel giorno stesso Igor ricevette la visita del mega capo-famiglia che se lo inculò, dicendogli che non doveva permettersi perché “secondo te quessi smuovono mari e monti e alle spalle non hanno qualche gruppo criminale a cui non dobbiamo rompere il cazzo??? Ora vai da lui e gli chiedi scusa, mi hanno detto che gli piacciono le donne quindi vedi tu quello che deve fare”.
Igor così si presentò all’ufficio di Mario con due smandrappate a seguito, quando entrarono in stanza lui gli chiese subito scusa mentre le due donne iniziarono a spompinarlo. “Io veramente non volevo essere coglione, spero che tu possa dimenticare la cosa” disse Igor, e Mario allora cominciò a dirli che non c’erano problemi e che potevano comunque andare d’accordo, di fornirgli un elenco di persone e lui vedeva cosa poteva fare. Quando sborrò, prima che se ne andassero gli disse all’orecchio “la prossima volta però portami due belle fiche, non delle marchettare”, Igor rise e se ne andò.
Adrian nella nostra scuola prima dell’arrivo di Leo era di sicuro il ragazzo più chiacchierato della scuola. Nonostante i 18 anni aveva la nomea del grande scopatore: più alto rispetto a Igor ma ugualmente tarchiato, di bello aveva gli occhi chiari e dei modi più gentili anche se pure lui era un mezzo delinquente. Poco tempo prima si era scopato Ilaria, la nostra amica, e lei ha raccontato a Miriam che le ha spaccato la fica, anche se ha un cazzo normale e larghetto ma molto duro, che l’aveva fatta godere molto anche se era stato troppo rude nel ficcarle tutto il cazzo in gola poi spingendo velocemente.
Dopo che Igor si scusò con Mario, lo stesso fece Adrian a scuola con Leo: era la prima volta che i due si parlavano, ma anche il mio amico fu molto tranquillo e i due passarono tutto l’intervallo a parlare. “Andremo in gita insieme” gli disse Adrian “lascia che mi sdebiti anche in un altro modo”. Leo sorrise e quella nuova amicizia per me divenne una sorta di incubo. CONTINUA…